Ortoressia, nuovo disturbo da paura di cibi industriali

Categoria: Ambiente

Esperto, ossessione che ha portato a deriva veganiana e a sviluppare una nuova forma di disturbi alimentari, parliamo di disturbi ortoressici

Redazione ANSA  28 novembre 2016 09:16

"In relazione agli studi fatti sul rapporto tra invecchiamento, neoplasie in generale e consumo di prodotti animali, ci si è resi conto che tutto ciò ha portato ad una sorta di deriva veganiana: è diventata un'ossessione per molte persone andare alla ricerca solo di cibi vegetali, di cibi biologici, di cibi che non contengano alcun prodotto industriale".

    Parla così lo specialista Ezio Camillo Di Flaviano, primario del reparto di Riabilitazione alimentare del Policlinico di Abano Terme (Padova), della presenza di nuovi disturbi come l'ortoressia, ovvero la sindrome caratterizzata dall'ossessione di un'alimentazione sana. Oltre ai sofferenti di bulimia e anoressia, ora ci sono anche gli ortoressici. "Non dimentichiamo che la vita media qualche anno fa era molto più bassa di adesso.

    È vero che aumentano anche le malattie dell'anziano. Questa pressione che c'è stata al pericolo dei cibi che possono essere la carne e i derivati del latte e i formaggi, ha portato un po' alcune persone ad ossessionarsi a questo pericolo e a sviluppare una nuova forma di disturbi alimentari, parliamo di disturbi ortoressici - ha spiegato Di Flaviano - cioè della paura, della preoccupazione che queste persone hanno di assumere cibi non biologici, quindi la ricerca continua, l'investimento anche economico nell'arco della giornata per individuare solo prodotti biologici, quindi un'analisi dettagliata, scrupolosa, ossessiva delle etichette, una spesa anche a volte economica superiore alle possibilità pur di poter consumare solo cibo bio". Questo nuovo disturbo alimentare, secondo l'esperto, "sembra molto diffuso, soprattutto in alcune aree geografiche e si attesterebbe intorno al 15 per cento dei disturbi alimentari in generale, per esempio in aree come Firenze, Roma, Milano, cioè nelle grandi città dove sicuramente la paura dell'inquinamento è maggiore che nella provincia italiana".

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