Parigi senza Washington

Categoria: Ambiente

Nell’uscita degli Stati Uniti dal Trattato c’è molta politica e poco clima

di Redazione 1 Giugno 2017 alle 21:37 da www.ilfoglio.it

Ogni volta che si parla di clima a livello di accordi internazionali e patti da rispettare, lo stato di salute del clima è l’ultimo dei problemi che i leader mondiali si pongono. Non fa ovviamente eccezione il Trattato di Parigi, dai cui vincoli il presidente americano Donald Trump ha detto – confermando per una volta le indiscrezioni della vigilia – di volere sottrarre gli Stati Uniti (niente tagli alle emissioni di gas serra prodotte dagli americani da qui al 2030, più energia prodotta da combustibili fossili come promesso in campagna elettorale e con l’ordine esecutivo con cui la Casa Bianca ha smantellato il piano di Obama per il contrasto ai cambiamenti climatici).

 "Gli Stati Uniti cominceranno a negoziare un nuovo accordo sul clima. Vogliamo un accordo che sia giusto. Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza", ha detto Trump aggiungendo che "Gli Usa non onoreranno più le parti non vincolanti dell'accordo di Parigi a partire da oggi". (www.ansa.it)

L’idea di stabilire con oltre venti anni di anticipo di quanto la temperatura globale si alzerà basandosi sui livelli di CO2 prodotti dalle attività umane è un bluff a cui i politici hanno smesso di credere da tempo. Però è un bluff redditizio a livello di immagine (con gli allarmi sul clima si possono chiedere sacrifici altrimenti impensabili ai contribuenti) e nasconde in realtà interessi economici e politici naturalmente leciti e onestamente perseguibili.