Antonio Zichichi: "L'uomo è responsabile dell'inquinamento, ma il riscaldamento globale..."

Categoria: Ambiente

La conclusione è che per affrontare i grandi problemi che minacciano il nostro globo è necessario un Nuovo Progetto Manhattan.

di Gianluca Veneziani 29 Agosto 2017 da www.liberoquotidiano.it

La sua figura è una sintesi tra il Platone con il dito puntato verso l’alto e l’Aristotele con la mano protesa verso terra nel capolavoro di Raffaello «La scuola di Atene». La sua attenzione per il macrocosmo, il cielo e le stelle e il suo desiderio di infinito si conciliano, infatti, con il suo amore per questa realtà, e gli consentono di comprenderla, interpretarla meglio, ma anche di averne a cuore le sorti…. E a organizzare sempre là, i Seminari Internazionali sulle Emergenze Planetarie, la cui 50ma sessione si è svolta in questi giorni.

Professor Zichichi, i Seminari sulle Emergenze Planetarie cominciano nel 1981, in piena Guerra Fredda, per discutere dei rischi legati a un possibile conflitto nucleare. A distanza di quasi 40 anni, questo scenario è ancora plausibile?

«È evidente che la situazione è completamente diversa rispetto ad allora. Non ci sono più due superpotenze, come Usa e Urss, che avevano a disposizione 60mila bombe-H, ciascuna 100 volte più potente di Hiroshima: in totale 60 miliardi di tonnellate di esplosivo equivalente. Né c’è, rispetto al passato, un pericolo, come la Germania di Hitler, che stava mettendo a punto una bomba un milione di volte più potente di quelle allora note. Ci sono tuttavia pericoli legati a Paesi, come la Corea del Nord. Questo è un esempio di ciò che temevano i fisici del Progetto Manhattan: sarà difficile impedire che le bombe nucleari finiscano in mano a pericolosi leader politici».

Una delle grandi emergenze planetarie sulla quale lei si sta cimentando è quella del clima. In un recente articolo lei però ha invitato a fare una distinzione tra inquinamento e clima e a stare in guardia da chi teorizza una responsabilità umana come principale causa del cambiamento climatico. In cosa consistono quelle che per lei sono “eco-bufale”?

«L’errore sta nel fare confusione tra inquinamento e clima. Un conto è l’inquinamento, che significa immettere veleni nell’atmosfera, fenomeno di cui è responsabile l’uomo e che si può e si deve combattere. Altro è l’evoluzione del clima. Io sostengo che i motori che contribuiscono all’evoluzione climatologica sono tre: l’oceano globale (la superficie liquida del pianeta), la superficie solida (terra, alberi ecc.) e l’attività umana. Quest’ultima incide al massimo per il 10%. È corretto ignorare il 90% dovuto a effetti naturali, come ad esempio le macchie solari, i vulcani, i raggi cosmici? L’attività umana ha un effetto dieci volte meno importante di quelli della Natura. Ha fatto bene perciò Trump a non firmare gli accordi sul clima sottoscritti a Parigi, in quanto i modelli matematici che descrivono l’evoluzione del clima erano e sono privi di credibilità scientifica. L’evoluzione del clima è una realtà che dipende da tante variabili e non può essere descritta usando modelli matematici con un enorme numero di parametri liberi come fanno molti climatologi. Il padre di questa matematica, John von Neumann, insegna che con appena 4 parametri liberi è possibile costruire un modello matematico il quale dimostra che gli elefanti volano. Oltre ai numerosi parametri liberi i climatologi dimenticano Galilei: i loro modelli non hanno alcuna conferma sperimentale. Il padre della Scienza moderna insegna che la matematica da sola non è lo strumento con cui possiamo dimostrare di avere torto o ragione».

In merito alla sua petizione contro le eco-bufale, alcuni siti come «Climalteranti» hanno dimostrato che i 20 scienziati internazionali da lei coinvolti a sostegno delle sue tesi o non le conoscevano o non le condividevano. Come è nato l’equivoco?

«Lei cita sorgenti di informazione nelle quali non c’è una sola persona che sia autore di scoperte e di invenzioni. Sono persone che parlano di Scienza senza averne mai fatta. Enrico Fermi insegna che queste persone sono esempi di Hiroshima culturale e non meritano risposte. Se poi qualcuno ha sottoscritto un documento senza leggerlo, impari a leggere prima di firmare. Gli scienziati che partecipano ai Seminari di Erice sono pienamente a conoscenza delle mie tesi come dimostra la testimonianza dell’Ingegnere Pracanica. E le mie critiche scientifiche ai modelli climatologici sono nei volumi pubblicati dalla World Scientific, la più prestigiosa casa editrice scientifica».

Oggetto di polemica è stata in passato anche la sua esperienza politica in Sicilia, come assessore nella giunta Crocetta. Dopo soli tre mesi il presidente Crocetta le ha revocato l’incarico dicendo: «Di Zichichi non se ne poteva più. Bisognava lavorare e invece lui parlava di raggi cosmici». Ora che sta per concludersi il mandato di Crocetta, vuole farne un bilancio?

«Delle cose fatte o non fatte da Crocetta non ne so nulla. Né tanto meno sapevo chi lui fosse quando mi ha telefonato a Ginevra chiedendomi di diventare l’assessore ai Beni culturali per “far voltare pagina alla Sicilia”. Gli risposi che mi hanno chiesto più volte di fare il ministro, di candidarmi per fare il sindaco di Roma, di Firenze e tante altre cose. Conclusi dicendo che la mia risposta è no. Crocetta aggiunse: “Lei non può dire di no a chi vuole voltare pagina nella Sua Sicilia”. Iniziò così la mia breve esperienza politica nella quale ho elaborato alcuni progetti concreti, ad esempio restituire Archimede al patrimonio identitario della Sicilia, intitolandogli strade e piazze in tutta la regione; un altro progetto era per mettere nelle scuole dei rivelatori di raggi cosmici, al fine di scoprire l’origine di quei raggi che incidono su fenomeni meteorologici come ad esempio le piogge. Questo progetto è oggi una realtà senza contributi del governo siciliano. Gli altri progetti, pur se accolti con entusiasmo e approvati, non sono mai diventati realtà. Insomma, mi sembra che Crocetta la pagina che voleva voltare l’ha lasciata ferma».

Come valuta la figura di Alfano, conteso da destra e sinistra per riuscire ad affermarsi nelle prossime elezioni siciliane?

«Conosco Angelino Alfano e lo stimo. Ma non mi chieda di strategie politiche. Credo che l’unico modo per salvare la Sicilia sia mettersi tutti insieme e cominciare a pensare esclusivamente al bene della nostra regione, smettendo di voler voltare pagina solo a parole».

Quanto a lei, scenderebbe mai più in campo?

«No. La mia passione è per la fisica subnucleare alle massime energie. Se dovessi occuparmi di politica, non potrei più dedicarmi ai progetti per il supermondo. La politica, anche quella siciliana, è una cosa estremamente complessa, più della fisica subnucleare. Un modello matematico per descrivere strategie politiche avrebbe bisogno di un numero di parametri liberi superiori a quelli del clima. La politica si sottrae all’analisi teorica in quanto c’è di mezzo quella variabile chiamata uomo».

A proposito di Uomo, lei si è scontrato spesso con altri scienziati in merito all’origine della nostra specie, che lei nega sia figlia esclusivamente di un fenomeno di evoluzione. Come mai tanta acredine nei suoi confronti allorché lei ipotizza l'esistenza di un Dio creatore?

«Coloro che mi attaccano non sono scienziati, ma persone che parlano di scienza solo per sentito dire. Prenda l’esempio di chi ha come cognome il plurale di odio freddo. Questo individuo ha scritto due libri deformando il mio cognome senza accorgersi che il suo cognome non ha bisogno di alcuna deformazione per esprimere sentimenti terribili come sono quelli dell’odio freddo al plurale. Si è autodefinito scienziato pur non avendo mai scoperto nulla. Poi da matematico non ha mai prodotto niente di significativo. Tornando all’ateismo nessun ateo può smentire che siamo figli di una logica rigorosa. Se c’è una Logica deve esserci l’Autore. L’ateismo accetta l’esistenza della Logica, non dell’Autore. Questa è una contraddizione».

Ciò significa che negare l’esistenza di un Dio è un atto scientificamente infondato?

«Certo. L’ateismo è un atto di fede nel nulla. Non è mai stato elaborato un teorema che neghi l’esistenza di Dio né realizzato un esperimento che dimostri che Dio non esiste. Si potrebbe obiettare: sì, ma non esiste né il teorema né l’esperimento che ne confermino l’esistenza. Rispondo che, se si potesse dimostrare qualcosa di simile, Dio sarebbe solo matematica e basta o scienza e basta. Ma Dio è tutto, qualcosa di infinitamente più grande della matematica e della scienza».