Per molti, il meglio è impedire tutto

Categoria: Ambiente

Trivelle,referendum. Confrontarsi, discutere sugli elementi scientifici conosciuti e trovare una soluzione che salvaguardi l'ambiente senza annientare gli operatori del settore

 di Carlo Valentini , Italia Oggi 15.3.2016

Il referendum dell'ambiguità. Si svolgerà il 17 aprile. Il presidente del consiglio lo ha depotenziato rifiutando di abbinarlo alle elezioni amministrative e condannandolo all'insuccesso ma nello stesso tempo ha messo tanti paletti alle perforazioni che è come se la consultazione sia già stata (quasi) vinta dai promotori del referendum. Con un'appendice che, di questi tempi, non è da sottovalutare: la finanza pubblica, cioè i contribuenti, spenderà 300 milioni per un'inascoltata chiamata alle urne.

Il problema non si presta alla semplificazione che invece la politica è quasi sempre tentata di fare. Alla domanda se trivellare è o meno pericoloso ci sono seri e coscienziosi esperti che presentano studi a favore della tesi negazionista e altri scienziati, altrettanto competenti, che invece ritengono che esista una causa-effetto fra trivellazioni e subsidenza. Il fatto è che anziché confrontarsi, discutere sugli elementi scientifici conosciuti e trovare una soluzione che salvaguardi l'ambiente senza annientare gli operatori del settore, quindi stabilendo le aree a rischio e le relative distanze, ci si divide ideologicamente, come se da un lato vi fossero i difensori e dall'altro i distruttori dell'ambiente. Incuranti di un settore che fattura 2 miliardi di euro.

Così come abbiamo fatto sull'onda del rischio del nucleare, che, per altro, è da non sottovalutare, annientando la nostra tecnologia, che era all'avanguardia nel mondo, e regalando ai francesi il business: oggi acquistiamo a caro prezzo l'energia prodotta da centrali nucleari a due passi dai nostri confini e sulle quali non abbiamo alcun controllo. Inoltre si sta discutendo di ogm. Una scienziata stimata come Elena Cattaneo ha chiesto di poter fare ricerca sugli ogm, non di vendere i prodotti geneticamente modificati. È stata messa al rogo dai duri-e-puri. Ma la ricerca è fondamentale per non rimanere indietro rispetto al resto del mondo e non dover accettare supinamente ciò che ci verrà poi propinato. Così come trivellare non significa necessariamente un'ecatombe ambientale. Nessuno, si presume, vuole distruggere l'ambiente in cui dovranno vivere i nostri figli. Ma non ha senso bloccare, per altro solo in Italia, lo studio e la ricerca tecnologica. Toccherà poi alla politica decidere in che modo utilizzarne i risultati.

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