Il “controesodo” dei trasferimenti

Categoria: Cultura

Ritorno a casa per 500 docenti del Sud assunti nella Marca Un prezzo alto è stato pagato dagli alunni delle primarie

di Alessandra Vendrame, La Tribuna 13.1.2017

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"controesodo" dei maestri e professori attesi in cattedra nelle scuole trevigiane in arrivo da altre regioni d'Italia e poi tornati di nuovo alle loro città di provenienza.

La scuola della Marca tira le somme della portata dei trasferimenti "di ritorno" messi in moto dal maxi piano di assunzioni della legge 107 La Buona Scuola, che da Nord a Sud dato man forte all'ennesimo "Carosello" delle cattedre lasciate vuote.

Con le scuole costrette ad un'altra "chiamata alle armi" di docenti supplenti: «Il problema è che la maggior parte degli insegnanti trasferiti da altre regioni che hanno avuto assegnata una cattedra di ruolo grazie al maxi piano di assunzioni messo in campo dalla Buona scuola alla fine non sono rimasti qui a Treviso «mette in chiaro Teresa Merotto, delegata di Cisl Scuola nella Marca. E se nella prima fase del maxi piano delle assunzioni dell'anno scolastico 2015/16 sono stati oltre 500 i docenti trevigiani assunti alla volta della prima "trance" dei posti di ruolo assegnati, ce ne sono stati altrettanti 690 di maestri e professori - dalla scuola primaria fino alle superiori - assegnati alle scuole trevigiane dall'ultima chiamata, quella della fase del potenziamento di organico. Che chiamava all'appello tutti "i rinforzi" necessari alla scuola. Per lo più "spediti" da Sud a Nord dalla gigantesca lotteria del cervellone informatico in balia di un algoritmo ministeriale. Ed è qui che la maggior parte dei docenti ha fatto marcia indietro.

Si stima che circa il 90 per cento (ossia oltre 500) abbia rifiutato l’incarico, prendendo la supplenza al Sud. Docenti che, pur prendendo servizio a Treviso hanno poi fatto richiesta di "assegnazione provvisoria per motivi famigliari (figli piccoli, genitori anziani, avvicinamento al coniuge) o di malattia. Facendo ritorno alla propria città. «È vero che la maggior parte delle cattedre sono a Nord perché qui ci sono più alunni - conclude Merotto - Ma pur essendo stata l'assegnazione della cattedre nazionale, su 100 province, il ministero ha fin dall'inizio messo in chiaro la possibilità di chiedere trasferimento». A pagare il prezzo più alto nella Marca in termini di turn over è la scuola primaria. Dati alla mano è il segretario di Cgil Scuola Treviso, Marco Moretti, a mettere a fuoco il fenomeno: «In tutte le fasi della mobilità della scuola primaria, su 331 trasferimenti di fatto, 206 sono stati confermati su Treviso. Mentre 125 sono andati fuori Treviso».

Puntando ancora più vicino la lente, si scopre che delle 125 maestre che hanno scelto di dire no alla cattedra a Treviso, 33 hanno detto sì al posto di ruolo nelle regioni del Sud. 39 in quelle del centro. E le restanti 53 sono andate ad altre provincie del Nord. Per la scuola media il numero dei trasferimenti di docenti scende a quota 94 da ripartire tra Nord, Sud e Centro: «In ogni caso sempre al primo anno di assegnazione della cattedra di ruolo viene data agli insegnanti una sede provvisoria. Vien da sé che la maggior parte dopo un anno sceglie di fare domanda di trasferimento - puntualizza Moretti- Quasi sempre per avvicinarsi alla famiglia. Il maxi piano di assunzioni ha poi messo in moto un numero più elevato di docenti. E per questo anche i numeri dei trasferimenti che ora vengono a galla hanno dell'eclatante. La fase clou che ha visto il maggior numero di trasferimenti è stata l'ultima, quella del potenziamento».

Il risultato è lo stesso. La scuola a corto di docenti ha messo ancora una volta una toppa. Chiamando i supplenti "last minute", attingendo ciascuna dalle proprie liste di insegnanti precari, perenne dote di ciascuna scuola. In Italia sono stati oltre 207 mila i docenti trasferiti nel 2016. Il 74% arriva dal Sud. Nel balletto delle cattedre un insegnante su tre ha cambiato scuola. Tuttoscuola stima che in Italia sia il 45% degli insegnanti ad aver lasciato le cattedre del Centro Nord per tornare a casa. E tirate le somme sono almeno 2 milioni e mezzo gli studenti che hanno cambiato insegnante una volta, e più di una.

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Dignità. Fa schifo quanto succede. Non possiamo spostare gli alunni dove ci sono gli insegnanti !!! Stiamo pagando anni di sindacalismo scolastico tutto verso gli insegnanti fregandosi degli utenti-ragazzi. Nella scuola ci sono quasi più sindacati che prof. Si arriva così a quel prof che dopo un permesso ritorna per un giorno a scuola, sotto Natale e il giorno dopo chiede altro permesso e se ne va. E con lui l’insegnante che aveva preso il suo posto e che, per legge, non può essere richiamata. SCHIFO, SCHIFO. BASTA