Abolire al più presto le lauree triennali

Categoria: Cultura

Mentre in Italia accadeva tutto ciò, all'estero europeo gli studi diventavano più pesanti e seri e accentuavano i caratteri selettivi necessari per condurre alla laurea i naturalmente meritevoli e volenterosi

di Domenico Cacopardo, 26.4.2018 www.italiaoggi.it

La scoperta del bullismo nelle scuole ha il valore scientifico della scoperta dell'acqua calda. Da anni assistiamo in silenzio, stupefatti, al crescente degrado del sistema scolastico nazionale, improntato sino agli anni 60 sulla serietà sacrale degli studi e dei docenti. Poi, vinse l'idea che per allargare la scolarizzazione e dare a tutti la possibilità di studiare e di andare avanti nelle aule e nella vita fosse opportuno, anzi necessario alleggerire gli studi ponendo limiti assurdi al numero delle pagine dei libri di testo e delle cose da apprendere. All'università, addirittura, i limiti sono così stringenti da obbligare i professori a operare in ambiti incompatibili con l'entità delle nozioni necessarie per una minima formazione nelle materie di studio.

Il colpo di grazia, poi, è stato dato con l'introduzione della laurea triennale, una specie di parcheggio dal quale si esce col titolo di dottore e la legittima attesa di un'occupazione coerente con il titolo stesso. Molte le colpe della situazione attuale. La prima va trovata nella scuola stessa. Dal '68, anno di svolta e di discesa nel baratro dell'ignoranza, la qualità dell'insegnamento e degli insegnanti è scaduta e il sistema valoriale proposto dalla Costituzione repubblica è stato spazzato via dalle teste e dalle coscienze degli allievi. La seconda è la famiglia, portata a giustificare tutto ciò che fanno generazioni di giovani maneggiatori di smartphone, incapaci di articolare un discorso compiuto. La terza è, appunto, una società senza speranze, che è causa ed effetto del disastro scolastico.

Mentre in Italia accadeva tutto ciò, all'estero europeo gli studi diventavano più pesanti e seri e accentuavano i caratteri selettivi necessari per condurre alla laurea i naturalmente meritevoli e volenterosi. La Germania, al riguardo, è un esempio: meglio un preparato operaio specializzato che un laureato ignorante e disadattato. È la scuola, perciò, la madre di tutto il disagio emerso in Italia e che durerà a lungo, almeno finché qualcuno non decide che è ora di finirla. Da quel momento, ci vorranno decenni perché nuove generazioni preparate raggiungano posti di comando.

Intanto, la stiamo pagando a caro prezzo.

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