NON C’E’ VITA SENZA ALCOL - L' EVOLUZIONE DEGLI ESSERI UMANI? È IN FONDO AL

Categoria: Cultura

BICCHIERE. NEL LIBRO DI MARK FORSYTH IL RACCONTO DI UNA PRATICA

Angelo Carotenuto per Robinson –la Repubblica da dagospia.com 10.9.2018

FONDAMENTALE PRESENTE ANCHE NELLE TEORIE DI DARWIN - NELL'ANTICO EGITTO ERA LA DONNA A FAR UBRIACARE L'UOMO: BERE SIGNIFICAVA FARE SESSO - ECCO COSA UNISCE SOCRATE, CONFUCIO E STALIN…

L' alcol non è mai stato lo stesso. Ha attraversato tempi e luoghi conservando una sola legge eterna e universale: bere non è mai soltanto bere. "Bere significa qualcosa; significa che il vecchio ordine delle cose è sparito e che un mondo nuovo e un po' barcollante è arrivato".

Mark Forsyth, linguista e scrittore londinese di 41 anni, si è immerso in una bibliografia di un centinaio di titoli - storia, sociologia, antropologia, archeologia, chimica, biologia - e ne ha tirato fuori un saggio dal titolo accademico e dal tono irresistibile, Breve storia dell' ubriachezza (Il Saggiatore), affascinante finanche - o soprattutto - per gli astemi. Colto, spiritoso, pieno di spigolature. La tesi centrale del libro di Forsyth è che ci siamo evoluti per bere. Dieci milioni di anni fa gli uomini scesero dagli alberi alla ricerca della frutta matura che si poteva trovare a terra nella foresta: più zuccheri, fermentazione, alcol.

Una ricerca che avrebbe poi portato allo sviluppo di una strategia di adattamento all' alcol, e dunque a una mutazione genetica per metabolizzarlo, con la comparsa di un enzima (ADH4) che gli uomini hanno sviluppato e le scimmie no. Del resto, la reazione simile di uomini e primati allo stato di ubriachezza fu una delle prove usate da Darwin per l' esposizione delle sue teorie. Una leggenda africana vuole che le donne persero la coda quando il dio della creazione si fece loro maestro nella produzione della birra.

È la maniera in cui nei secoli ogni essere umano s' è preso una sbronza a marcare le differenze fra una civiltà e l' altra, fra un' epoca e un' altra. Si beve per transizione. Si beve per evasione. Forsyth si diverte a mostrarci in quali culture l' ubriachezza si è presentata come status symbol della upper class e dove invece come rovina e condanna per le classi meno agiate, in linea con quanto accade nel mondo animale tra i ratti, dove il capo della colonia è astemio.

Socrate, Confucio e Stalin furono leader dalla straordinaria capacità di resistere all' alcol. Nell' Antico Egitto, dove sbronzarsi non era motivo di vergogna, con una sorprendente parità di genere era la donna a far ubriacare l' uomo: bere significava fare sesso. Ma nel selvaggio West d' America era vietato alle signore di frequentare i saloon - peraltro assai diversi da quelli che ci mostrano i western - e Forsyth ci convince che il proibizionismo fu un movimento femminista, nato per mettere al bando non il whisky ma un luogo istigatore di violenza e povertà domestica. E poi la differenza fra i simposi in Grecia e il convivio a Roma, dove per la prima volta nella storia si registra la passione a raccontarsi da dove arrivasse il vino che stavano bevendo, e il suo invecchiamento.

Il gin in Inghilterra, la rivolta del rum in Australia, l' onnipresenza della vodka in Russia. Nell' universo secondo Forsyth, non c' è vita senza alcol. Magari non a Sparta, dove gli schiavi erano costretti a ubriacarsi davanti ai bambini per fargli passare la voglia. Ma l' agricoltura e la stanzialità sono nate per procurarsi da bere, la scrittura fra i sumeri è nata per tenere il conto dei coni di birra di debito, fino agli astronauti della Nasa che sono andati in orbita dopo essersi scolati qualcosa di pesante per reggere la fase di lancio. Nella tribù Iteso del Kenya, le nonne immergono un dito nella birra e lo appoggiano sulla bocca del nipote neonato. Se il bimbo succhia, il nome che è stato scelto per lui diventa definitivo.

Forsyth alla fine si domanda "perché non beviamo tutti quanti a casa nostra? Da cosa stiamo scappando?". Per rispondersi che «siamo sempre alla ricerca di oceani da attraversare» perché ci annoiamo. "Aneliamo a un Dio che non possiamo descrivere. Dio non potrebbe essere mai noioso. E gli esseri umani, da ubriachi, non si annoiano mai".

TITOLO: BREVE STORIA DELL' UBRIACHEZZA AUTORE: MARK FORSYTH EDITORE: IL SAGGIATORE TRADUTTRICE: F. CRESCENTINI PREZZO: 17 EURO