L’estremismo femminista Usa vuole tutto

Categoria: Cultura

Si propone di far fuori la cultura del passato perché espressione del maschio dominatore. Rottamazione totale per far crescere un pensiero nuovo

di Martino Loiacono, 27.4.2019 www.italiaoggi.it

Uno dei fenomeni culturali che sta contribuendo a spaccare in due l'America è il femminismo. Sembra strano che un movimento nato per tutelare e promuovere i diritti delle donne sia diventato un elemento di lotta politica e feroce divisione, ma guardando alle costanti polemiche sorte nei campus universitari e ai tanti scandali che attraversano il paese a stelle e strisce pare proprio così.

Dal movimento del #metoo, al caso Kavanaugh, arrivando alle recenti accuse mosse al candidato alla presidenza del partito democratico Joe Biden, la tensione tra uomini e donne continua a crescere. Con ciò non si vogliono sminuire gli infami crimini commessi dagli uomini nei confronti delle donne, ma portare allo scoperto un clima di sospetti e di accuse a tutti i maschi in quanto tali. Un clima alimentato da uno specifico approccio agli studi di genere che si è poi evoluto in morale comune.

Del resto, guardando ai women's studies è evidente l'attacco sistematico a tutta la cultura occidentale (da Platone a Habermas secondo tante studiose) perché malestream, cioè scritta dagli uomini, incentrata su di essi e fondata sulla loro visione unilaterale e distorta del mondo (male-biased). Spesso, attraverso una metodologia scientifica che lascia perplessi, in questi studi viene cestinata tutta la cultura derivante dal cosiddetto pensiero giudaico-cristiano perché misogino e maschilista.

A questo processo di decostruzione, cioè l'individuazione delle deformazioni maschili e la loro sistematica eliminazione, segue la creazione di un pensiero nuovo, rivisto alla luce di una prospettiva femminile e femminista. L'intento non è quasi mai pacifico, dal momento che molte studiose non vogliono approfondire elementi storico-sociali tralasciati dalla storia e dalla sociologia ''maschilista'', ma lavorano per spazzare via tutto ciò che è stato prodotto dai maschi soggiogatori, dominatori incontrastati della società patriarcale. Categoria che, se applicata senza distinzioni al passato, in un sistema scientifico serio, sarebbe tutta da dimostrare, ma che in questo contesto viene utilizzata senza grosse remore.

L'obiettivo di questo tipo di femminismo è dunque quello di decostruire tutte le teorie storico-sociali prodotte dall'occidente maschilista e misogino, e costruire una teoria femminista. Una teoria non inclusiva ma esclusiva, perché nata sulla rottamazione del pensiero precedente.

Da queste premesse risultano chiare anche le reinterpretazioni dei classici della letteratura o la censura di letterati e filosofi colpevoli del solo fatto di non essere donne, e di non aver trattato le questioni femminili con la debita attenzione. Ancora una volta, questo approccio totalmente schiacciato sul presente e sulle necessità da esso imposte impedisce a questi studi di riconoscere la distanza storica e di adoperare dei giudizi equilibrati sul passato. E considerandolo alla stregua del presente, comporta condanne morali e culturali anacronistiche perché slegate dal contesto storico.

A questo rifiuto complessivo della cultura occidentale in quanto misogina, segue logicamente l'attacco al maschio in quanto tale.

Se storicamente ha sottomesso costantemente la donna e ha costruito un pensiero basato esclusivamente sui propri bisogni e sulle proprie necessità, è doveroso attenzionarlo e tenerlo sotto pressione. Instillando in esso una sorta di senso di colpa innato. Sia dal punto di vista culturale, come abbiamo visto, sia da quello morale. In questo caso insistendo morbosamente sulle tematiche del sexual harassment e accostandolo pericolosamente ad un potenziale stupratore. Il risultato di questi processi è la creazione di un clima da caccia alle streghe che avvelena ogni rapporto umano e che nuoce a tutti. Agli uomini, alle donne e soprattutto alla società che viene frantumata.

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