Cuori di cane e patti indissolubili. Non sarĂ² la schiava di nessuno

Categoria: Cultura

Tengo molto al rispetto delle regole, ma ho dimenticato quali sono. Voglio solo vincere

di Annalena Benini, 26.6.2020 ilfoglio.it

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Il patto che abbiamo fatto è indissolubile, io poi ci tengo molto al rispetto delle regole. Vuoi a tutti i costi un cane? Sei pronta, figlia mia, a offrire in pegno la tua vita intera? Benissimo, avremo un cane, andremo al canile, e poi dal veterinario, e poi ancora dal veterinario, e poi qualche volta in clinica, poi troveremo le medicine adatte, ma comunque questo cane malandato sarà nostro per sempre, anzi più che nostro, sarà dei nostri figli che hanno tanto lottato per averlo e hanno promesso che se ne occuperanno sempre, in ricchezza e in povertà, nella gioia e nel dolore, in vacanza e in città. Volete dormire con il cane nel letto sotto il lenzuolo? Va benissimo, l’importante è che rispettiate tutti i doveri di accudimento del cane e soprattutto l’importante è che io non diventi mai la schiava del cane. Ci sarebbero anche una serie di detti popolari, patti chiari amicizia lunga, hai voluto la bicicletta, pedala, ogni promessa è debito, ma insomma perché banalizzare i nostri sentimenti quando c’è la fiducia reciproca?

Il patto che abbiamo fatto è indissolubile, ma naturalmente ci sono anche eccezioni, la vita è fatta di sfumature, e se fa troppo caldo, o se piove, non pretendo che mia figlia, così magra, sia costretta a uscire. Col buio, poi, non se ne parla. La mattina presto, non mi sembra il caso, potrebbe bloccarle la crescita. Ma certo io non diventerò mai la schiava del cane, l’ho detto anche al cane mentre uscivamo di casa, questa mattina presto. Lui ha abbaiato forte per dire che ha capito e per chiedere un pezzo del mio cornetto, nel caso in cui mi fossi scordata che non gli piace aspettare.

Quindi adesso, mentre scrivo con il cane sdraiato sul divano dietro di me, e con un ventilatore acceso rivolto verso di lui e non verso di me, mi chiedo, ma vagamente, che cosa sia andato storto. Perché sono qui? Mi sembra di ricordare qualcosa di un patto indissolubile, ma probabilmente mi sbaglio, chissà cos’era, questo caldo mi confonde. Il vero problema è che vorrei tanto sapere se il cane sia felice con me, o se preferisca stare sdraiato con qualcun altro, se mi trovi noiosa o divertente, ma lui non me lo dice. Sarò la preferita almeno del cane? Sarò la più amata almeno dal cane? La prima al traguardo di questo cuore di cane?

Da come scodinzola speranzoso quando apriamo insieme la porta di casa, dopo una giornata trascorsa guancia a guancia, direi di no: si precipita in tutte le stanze alla ricerca di qualcuno che non sono io, annusa gli angoli alla ricerca di tracce di altri esseri umani, e poi torna da me rassegnato, e allora gli preparo la cena per consolarlo. Scusa, Fix, dovresti accontentarti di me. Ma ricordati che non sarò mai la tua schiava.

I figli sono partiti, stanno bene, si divertono, non hanno telefonato mai neanche una volta per sapere del cane (in quindici giorni ho ricevuto un solo messaggio da mia figlia, era mezzanotte e mi sono emozionata. Il messaggio era bello, in due lingue perché è stata anche in Inghilterra a studiare inglese: “i need a ricarica”) e io comunque non mi offendo, troverò di certo il modo di farglielo pesare, e anzi spero che entrambi tornino il più tardi possibile, perché credo di avere qualche buona possibilità di scalzarli nel cuore del cane, grazie al mio potere economico che mi permette di comprare prelibati snack di selvaggina ancora per un mese o due. Ho solo bisogno di tempo, mi dico, e forse se lasciassi salire il cane sul letto sarebbe tutto più facile, in fondo non ho mai fatto nessun patto indissolubile per i letti immacolati. Ci tengo molto al rispetto delle regole, e non sarò mai la schiava di nessuno, non so se per un patto indissolubile con me stessa o per qualcosa che non ricordo più, ma posso mai perdere questa sfida? A chi vuoi più bene, Fix? Dillo, dai, che cosa ti costa, guarda che cosa ho qui per te, e comunque non avrei mai voluto dirtelo, ma quei due non ti meritano. Nessuno ti merita. Allora, mi ami?

COMMENTI

leless1960 26 Giugno 2020 -

Me lo disse un vicino, in ascensore, tenendo il volpino in braccio perché non mi mordesse amabilmente: non si faccia mai convincere! Dopo tanti anni si presenta a casa, mio figlio, non il vicino, con un gattino di tre giorni trovato sulle rive dell'Aniene. Dapprima lo molla ad un'amica per lo svezzamento, visto che alla seconda notte di veglie per allattarlo non ce la faceva più. Poi se lo riprende e riempie la casa di oggetti, cacatoi, topini di cencio. I tappeti del salone vengono arrotolati, le tende tirate su, i bucati di coperte e cuscini si susseguono per pulire le pipì. Dopo un mese in cui, visto che la mattina mi sveglio presto e sono in smartworking, me lo sono sciroppato dall'alba per tre o quattro ore di seguito, si rende conto che il gattino soffre, sta troppo da solo, che i sensi di colpa lo stanno uccidendo (a mio figlio non al gatto, che ha nove vite), cede e lo ridà piangendo a questa su amica vocata e animalista. Morale: Annalena, resista, i miracoli accadono!