PER MAGNA' – GALILEO GALILEI ELABORAVA OROSCOPI PERSONALI AL PREZZO DI "60 LIRE VENETE”

Categoria: Cultura

PER METTERE IL PANE A TAVOLA: L’ASTROFISICO ISRAELIANO MARIO LIVIO CI CONDUCE NEL MONDO DELL’UOMO CHE APRÌ LE PORTE DELL’UNIVERSO CON IL LIBRO “GALILEO-

Bruna Magi per "Libero quotidiano" lettura4’

CONTRO I NEMICI DEL PENSIERO SCIENTIFICO” CHE SVELA ANCHE LA SUA VITA PRIVATA, LA CONVIVENZA E I TRE FIGLI: LE DUE BAMBINE NON VENNERO MAI RICONOSCIUTE, SI FECERO MONACHE, MA…

Incarna la scienza al suo livello più alto, ma è anche lo specchio nel quale si riflette l' ottusità umana: Galileo Galilei, l' uomo che cinquecento anni fa "vide" la conformazione della luna così come nel 1969 l' avrebbe descritta "a contatto diretto" l' astronauta Armstrong, e per queste ed altre inoppugnabili teorie e scoperte fu processato come eretico dalla Chiesa, davanti al Tribunale dell' Inquisizione. Un' onta alla conoscenza e alla scienza, sconfessata da papa Giovanni Paolo II soltanto nel 1992!

Dopo 359 anni, 4 mesi e 9 giorni, con una cerimonia solenne, fu cancellata l' accusa di eresia, che Galilei fu costretto ad ammettere con l' incubo della tortura e per non finire vivo sul rogo.

Pare che dopo l' abiura del suo trattato Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, messo all' indice, avesse mormorato, come trasognato, a bassa voce, "Eppur si muove!", riferendosi al ruotare della Terra su se stessa e intorno al sole, teoria che smentiva la tesi aristotelica e le Sacre Scritture, secondo le quali la terra era piatta. Ma (incredibile) c' è chi lo crede ancora oggi, vedi le affermazioni dei "terrapiattisti", rigurgiti medioevali, che anche oggi affiorano prepotenti, tipo l' ostinazione cieca dei "no vax".

Come einstein E proprio il parallelo con il passato costituisce l' incipit di un saggio possente e rigoroso, e anche di piacevole lettura, Galileo-Contro i nemici del pensiero scientifico (Rizzoli, pag.390, euro 20), autore l' astrofisico israeliano Mario Livio, che per una vita ha lavorato presso lo Space Telescope Institute di Baltimora, l' ente responsabile del programma scientifico del telescopio spaziale Hubble, vale a dire il bis-bis-bisnipote del telescopio ideato tra il 1609 e il 1610 da Galileo, l' uomo che aveva rivoluzionato la nostra prospettiva delle leggi fisiche, alla pari di quanto avrebbe fatto in seguito Albert Einstein. Lui, padre delle innovazioni, come Copernico, Newton, Darwin.

Tardivo riconoscimento post mortem, la sepoltura a Firenze in Santa Croce, di fronte alla tomba di Michelangelo. Mario Livio ci conduce con partecipazione totale, quasi ci prendesse per mano, nella vita tortuosa e affollata di Galileo, partendo da una elementare constatazione stupefatta: «Usando un semplice cilindro cavo con due lenti fissate all' estremità, Galileo è riuscito a rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo e del posto che in essa occupiamo».

Infatti, il principio fondamentale del più grande fra gli astronomi era «Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono». Nota per sorridere: la madre (per la quale non era il figlio prediletto), a volte gli rubava le lenti per donarle al genero, il marito della figlia. La signora Giulia Ammannati in Galilei era una donna colta, ma dal carattere difficile, proveniva da una famiglia di commercianti di lana e vestiario, a Pisa proseguì con questa attività per arrotondare lo scarno budget di famiglia. Il padre, Vincenzo, era un musicista fiorentino di nobili origini, ma la loro situazione economica restò sempre poco florida, e per tutta la vita Galileo, in quanto primogenito avrebbe dovuto provvedere alle sorelle minori.

La sopravvivenza Costretto quindi a una continua ricerca di denaro, Galileo non disdegnava di elaborare su richiesta oroscopi personali, prezzo "60 lire venete", un successo, legato anche al grande interesse per gli astri suscitato dall' apparizione, nel 1604, di una nuova splendente Supernova: a dimostrazione che l' universo non era statico come sosteneva Aristotele. Per quanto concerne la "sua" vita privata, Galileo ebbe una lunga convivenza con la padovana Marina Gamba, ma non la sposò mai. Ebbe da lei tre figli, il maschio Vincenzo e le femmine Virginia e Livia.

Riconobbe solo il primo, le due povere ragazze furono costrette a farsi monache, presero i nomi di suor Maria Celeste e suor Arcangela. Ma fu Virginia a curare la casa, ad Arcetri, quando lui fu imprigionato dall' Inquisizione, e poi ad assisterlo quando divenne cieco, prima di morire giovanissima. E fu soltanto allora che Galileo, addolorato, con grande rammarico, ne riconobbe le doti, lodandone l' intelligenza. Ecco, questo lato buio ci addolora nel prezioso e folgorante scrigno di intelletto che fu il cervello di Galilei. Ma del resto le usanze crudeli nel relegare le figlie "inutili" in convento erano quelle dei tempi della monaca di Monza. Guarda caso, pure lei si chiamava Virginia. De Leyva.