“L’OCCIDENTE E’ FINITO, SAREMO TUTTI CINESI”

Categoria: Cultura

PIGI BATTISTA: "LA CATASTROFE AFGANA SEGNA LA FINE DI UN'EPOCA. IL MONDO NATO A PEARL HARBOR E’ MORTO ALL’AEROPORTO DI KABUL.

23.8.2021 dagospia.com lettura6’

L'ALLEANZA ATLANTICA NON ESISTE PIÙ E ANCHE L'EUROPA È UNO ZERO. PER I NOSTRI FIGLI SI PREPARA UN SECOLO DOMINATO DA PECHINO. E COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DAL SECOLO CINESE? CUPEZZA. APPANNAMENTO DEI VALORI DEMOCRATICI. SUBORDINAZIONE. CONTE, GRILLINI…”

Alessandro Rico per “La Verità” Pierluigi Battista, editorialista di Huffington Post, ha seguito con sgomento la crisi afgana. Su Twitter, ha parlato di «catastrofe assoluta», «orrore», «trionfo dell'oscurantismo più feroce».

È finita l'era dell'universalismo democratico, ovvero dell'esportazione della democrazia?

«È finito l'Occidente, inteso come alleanza internazionale nata dalla seconda guerra mondiale».

Si spieghi.

«Cominciamo con il ricordare che, negli Stati Uniti, la corrente isolazionista è stata sempre fortissima. La maggior parte degli americani - e della sinistra americana - la pensa così. Molti americani erano contrari persino a intervenire contro Adolf Hitler. Gli Usa non sarebbero entrati in guerra se i giapponesi non avessero attaccato Pearl Harbor».

La vera anomalia, dunque, è stato il periodo della pax americana?

«Certo. E nella seconda guerra mondiale, lo sbarco in Normandia non fu altro che l'esportazione della democrazia. O meglio, il suo ripristino, visto che i Paesi europei già avevano un passato democratico, a differenza di quelli islamici. Comunque, è allora che nasce questo concetto di Occidente, inteso anche come rete di protezione dal totalitarismo comunista».

Lo scenario della guerra fredda.

«Quando Ronald Reagan introdusse lo scudo spaziale, non si servì di un intervento militare diretto, ma di un fortissimo strumento di pressione contro la dittatura comunista, in chiave di protezione di quest' alleanza occidentale. Il discorso di Joe Biden seppellisce completamente questa storia».

Non sarà stato un errore pensare che si potesse applicare lo schema del sistema di alleanze occidentali anche al Medio Oriente?

«Non è che l'idea della cosiddetta esportazione della democrazia nasca dal nulla. Il ragionamento era: solo imponendo con le armi istituzioni democratiche, o comunque più libere, si sottrae un territorio ai terroristi islamici. Biden, invece, ha separato completamente il tema della lotta al terrorismo da quello del nation building».

Ha detto che gli americani erano andati lì solo per sconfiggere Al Qaeda.

«Se così fosse, perché sono rimasti 20 anni? Osama Bin Laden è stato ucciso nel 2011».

Quindi?

«La teoria, fallita in Iraq e in Afghanistan, è appunto che, introducendo elementi di democrazia in quei sistemi, si sarebbe tolto l'ossigeno al terrorismo. Il fatto è che i due aspetti erano strettamente correlati, mentre Biden li ha separati».

Peraltro, fino a pochi anni fa Biden auspicava proprio il nation building in Afghanistan.

«Non è solo un problema di Biden. Questa è la rivincita dell'isolazionismo, che fa parte del Dna americano».

Isolazionismo o sovranismo?

«Anche sovranismo, certo. Quello che ha fatto Biden è la più compiuta realizzazione dell'appello trumpiano all'"America first"».

Eppure, quando Biden vinse le elezioni, i commentatori celebrarono il funerale del sovranismo.

«Invece, ci dobbiamo abituare a un'America che non è più disposta a sobbarcarsi i costi dell'egemonia. La Cina, ad esempio, ragiona diversamente».

Come?

«Ha interesse alla protezione, alla tutela e anche all'occupazione di interi territori. L'Africa, in primo luogo; l'Europa - e nell'Italia di Giuseppe Conte, Pechino aveva trovato una sponda: per fortuna, Mario Draghi ha rimediato - e, ora, pure l'Afghanistan, dove i cinesi cercheranno di comprarsi i talebani. L'Occidente democratico, dinanzi a questo, è totalmente privo di strumenti».

Siamo inermi?

«Be', di che parla l'Europa? Di profughi, mica di geopolitica».

Non è una visione apocalittica?

«Consideri che in ballo non c'è semplicemente la vittoria di una non democrazia. Pure il Venezuela o il Nicaragua sono non democrazie».

E allora?

«Le non democrazie islamiche, dove la legge si mutua sulla sharia, sono la negazione di ogni diritto umano. Il punto vero è questo».

In che senso?

«L'impiccagione, la lapidazione, il taglio delle mani, la negazione di ogni più elementare diritto della donna sono il buio totalitario completo. Non stiamo uscendo dall'Afghanistan. Stiamo consegnando un'intera popolazione a dei banditi. Il tracollo sta qui: per l'Occidente i diritti umani non valgono più».

È anche vero che i diritti umani sono stati spesso usati come un pretesto per guerre di conquista

«Ma qui non c'è in ballo la Realpolitik. Questo è un grosso "chissenefrega". Chissenefrega se le donne vengono lapidate, massacrate, umiliate, mortificate».

Il primo discorso di Biden, nel suo cinismo, è stato abbastanza esplicito in questo senso.

«Biden ha tirato in ballo la democrazia. Ma qui siamo oltre la questione della democrazia, appunto».

C'entra l'islam?

«Ma certo. Insomma, è la differenza che passa tra una dittatura qualsiasi e il regime di Hitler. Noi ce ne fottiamo che ci sia Hitler. Perciò il paragone con Saigon è fuori luogo».

Come mai?

«Quella fu una guerra perduta. Questa è la cancellazione di una tradizione democratica».

È vero che l'accordo di Doha, che sanciva l'impegno degli americani a lasciare l'Afghanistan, lo siglò Donald Trump. Ma se questa fuga da Kabul l'avesse permessa lui, ci staremmo tutti a stracciare le vesti

«Questo è un topos della destra, però, sinceramente, non vedo una strenua difesa di Biden. Sì, non ci sono le manifestazioni di piazza. Ma nessun giornale internazionale lo giustifica».

joe biden riunione sull afghanistan

E l'opinione pubblica statunitense? Il calo nei sondaggi non sembra catastrofico.

«Perché l'opinione pubblica americana è isolazionista. Sono quasi gli stessi che non sarebbero voluti entrare nella seconda guerra mondiale. Certo, poi le immagini contano».

A che si riferisce?

«A queste persone disperate che fuggono, a chi lancia i bambini per cercare di salvarli, a chi s' aggrappa a un aereo, andando incontro a una morte certa. Queste immagini sono peggio di Saigon. Migliaia di persone che scappano con orrore. Ecco perché Biden ha parlato delle bare dei soldati avvolte con la bandiera americana».

Cioè?

«Noi non accettiamo più l'idea che la guerra è morte. Meglio i corridoi umanitari per far arrivare i profughi. Ma alla fine, chi si fiderà più dell'Occidente?».

È questa una delle conseguenze geopolitiche potenzialmente più insidiose del flop in Afghanistan.

«Ma ve li ricordate i curdi, che ci hanno salvato il culo dall'Isis e sono stati abbandonati da Trump? E l'Arabia Saudita? Fanno a pezzi Jamal Kashoggi e Matteo Renzi va a dire che quello è il nuovo rinascimento. Andremo a giocare i Mondiali in Qatar: che penseranno i dissidenti del regime e le donne? A questo punto, sono sicuro che gli Usa si accorderanno pure con l'Iran».

Dice?

«Ma sì, che gli frega se questi si fanno l'atomica. Meno male che c'è Israele, che bombarda, ma non si fida più degli Usa. E secondo me si stanno facendo due domande anche in Ucraina e in Bielorussia».

La Nato?

«Non esiste più. Anche l'Europa è uno zero».

L'Europa non è parte lesa? Ci aspettavamo che, con Biden alla Casa Bianca, i rapporti tra Bruxelles e Washington sarebbero tornati idilliaci. Invece il presidente ha di nuovo scaricato l'Ue.

«Biden mantiene rapporti cordiali, perché è sempre meglio che l'Europa non gli metta i bastoni tra le ruote. Ma l'Europa non conta nulla nel quadro internazionale. Al centro ci sono Usa, Russia e Cina. È a questo mondo che si devono abituare i nostri figli. Al secolo cinese. Il mondo nato a Pearl Harbor è finito all'aeroporto di Kabul».

E che ci dobbiamo aspettare dal secolo cinese?

«Cupezza. Appannamento dei valori democratici. Subordinazione. Conte, grillini».

Ecco, Giuseppe Conte ne è uscito malissimo, con quella frase sui talebani «distensivi»

«Che je frega, poi recupera... Ma poi, è uscito male rispetto a cosa? Che gliene importa al mondo di quello che dice lui? Lui e i grillini, politicamente, sono dei morti viventi. È quella cultura, semmai, che si sta affermando».

E Luigi Di Maio in spiaggia?

«Ma che ci rimanga per sempre, con Michele Emiliano e Francesco Boccia. Teniamoli in vacanza, per evitare danni».

Le femministe?

«Sono delle ipocrite. Ma vorrei fare una proposta».

Che proposta?

«Freghiamocene di quello che dicono o non dicono. Chi sono? Chi rappresentano? Come possono aiutare le Saman, o le donne iraniane e saudite? La domanda non è perché le femministe non parlino, ma perché noi dovremmo porci il problema di quello che dicono. Lasciamole alla loro totale inutilità culturale».

La «proposta» vale anche per quelli che, 20 anni fa, difendevano i talebani e ora piangono per il ritiro degli Usa?

«Che dire: questa, oltre che la fine dell'Occidente, è anche la fine della logica».