LA LEGGENDA DEL CALICANTO un profumo intenso quasi dal sapore antico

Categoria: Cultura

Se ne avete uno in giardino la sua fragranza inebria la sua area circostante.

Gennaio 2023 Alberta Bellussi ilcuoreveneto.it lettura2’

Quando camminiamo   per la campagna nelle gelide giornate d’inverno accade che veniamo travolti da folate di un profumo intenso quasi dal sapore antico. Non c’è ombre di dubbio è proprio lui il fiore di Calicanto. Se ne avete uno in giardino la sua fragranza inebria la sua area circostante.

La piante è proveniente dalla Cina ed è stato importato in Europa nella seconda metà del XVIII secolo; è un arbusto molto particolare, dai rami spogli sottili ed intricati che quando fioriscono, in inverno, si coprono di piccoli e profumatissimi fiori dalla struttura cerosa mentre negli altri mesi dell’anno è ricoperta di foglie.

Generalmente i fiori che sbocciano sono di colore bianco o giallo e ricoprono tutta la pianta dall’alto al basso, con l’interno rosso purpureo.

Il suo nome Calicanto o Calicantus deriva dal greco Chimonanthus, che significa “fiore d’inverno” e secondo le tradizioni è una pianta che risveglia lo spirito ed il corpo; un’eccezione visto che la maggior parte della natura riposa nei mesi più freddi: era di buon auspicio sfregarsi e profumarsi polsi e caviglie al fine di rinforzare e rinvigorire corpo e spirito.

Un’antica leggenda racconta che, in una fredda giornata d’inverno, un pettirosso, stanco e infreddolito, vagava cercando riparo in un ramo per potersi riposare e proteggere dal freddo. Accadde, però, che tutti gli alberi che incontrava durante il volo si rifiutavano di dargli ospitalità finché stremato giunse nei pressi di un calicanto il quale, alla vista del piccolo uccellino, decise di dargli riparo e con le sue ultime foglie ingiallite provò a scaldarlo. Il Signore, che aveva visto il bel gesto, volle ricompensare la pianta di calicanto, facendo cadere sull’albero una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il calicanto è fiorito solo in inverno.

Alberta Bellussi