OTTIMISTI SEMPRE. “Il liberalismo è radicalmente egualitario”. Parla l'economista e storica Deirdre McCloskey

Categoria: Cultura

Intervista all'autrice del saggio "La grande ricchezza. Come libertà e innovazione hanno reso il mondo un posto migliore"

CARLO MARSONET  17 GEN 2024 ilfoglio.it 

Intervista all'autrice del saggio "La grande ricchezza. Come libertà e innovazione hanno reso il mondo un posto migliore"

Sullo stesso argomento:

Perché l'Italia non è un paese per grandi imprese private

Gli italiani tartassati non reggono un'altra patrimoniale

Perché le statistiche disfattiste sull'economia europea sono sbagliate

Economista e storica, Deirdre McCloskey mostra da decenni come il mondo sia un posto migliore grazie a un mutamento culturale, in favore della libertà, intervenuto tra Sette e Ottocento. Al posto del termine “capitalismo”, impiega “innovismo” proprio per indicare la trasformazione radicale che ha visto svilupparsi idee favorevoli al commercio, allo scambio, all’innovazione. La diffusione di tali idee ha comportato il “Grande arricchimento” dell’età borghese (si veda la sua nota trilogia): un benessere diffuso fatto di cibo, vestiti e beni essenziali alla portata di tutti – senza tralasciare l’abbassamento dei costi di quelli che una volta erano lussi per pochissimi – ma anche di relativa pace.

 Nel 2021 la Luiss University Press ha tradotto, con postfazione di Paolo Silvestri, un volume che costituisce una sorta di sintesi di questa storia: “La grande ricchezza. Come libertà e innovazione hanno reso il mondo un posto migliore”.

Grazie all’Istituto Bruno Leoni è ora disponibile anche la traduzione di un volume uscito nel 2019: “Il liberalismo funziona”. Ne parliamo con lei. Professoressa, nel libro parla di humane liberalism: può spiegarci cosa intende? “Il lato benevolo (humane: il riferimento è alla smithiana sympathy, ndt) è costituito dalla massima di Gesù di Nazareth: “Fa’ a gli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. In altre parole, aiuta chi si trova in difficoltà, tratta il prossimo con rispetto. Quello liberale, è riferibile al rabbino babilonese Hillel: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Lascia stare le mie cose, non usare coercizione sugli altri. Da solo, il primo principio implica un socialismo materno: ci rende eternamente fanciulli. Il secondo, invece, racchiude una cattiveria paterna: ci rende orfani. Insieme, si correggono a vicenda e possiamo parlare di liberalismo rettamente inteso. Un altro modo di porre la questione è che il liberalismo afferma il diritto di tutti a partecipare alla gara, nonostante il ruolo giocato dal caso e dalle differenze tra le persone”….