MELANIA RIZZOLI SFANCULA L’IRONIA/IDIOZIA DI SELVAGGIA LUCARELLI DI “ACCOSTARE” IL PARTY DI COMPLEANNO DI BARBARIE D’URSO,

Categoria: Cultura

IN CONTEMPORANEA CON LA MORTE DEL BASSISTA DELLA BAND SVEDESE.  RISPUNTA IL FANTASMA DI MIA MARTINI: ‘’MI PERMETTO DI RICORDARE ALLA LUCARELLI CHE CERTE MALDICENZE SPUTATE LÌ A CASO HANNO ROVINATO LA VITA E LA CARRIERA DI MOLTI”

3. POI ARRIVA LO SCHIAFFO: “DI SICURO IL “FATTO”, CON CUI OGGI LA LUCARELLI COLLABORA, NON AVREBBE MAI PUBBLICATO UNA 'NOTIZIA' DEL GENERE, CERTE MALIGNITÀ DI BASSO GOSSIP’’

4. SELVAGGIA E IGNORANTE! ‘’CREDERE E FAR CREDERE ANCORA AL MALOCCHIO, ALLA JELLA, ALLE PERSONE NEGATIVE, E LEGARE EVENTI IRREVERSIBILI, INCURABILI E DRAMMATICI A INFLUENZE UMANE ED ESTERNE AI FATTI, PER CHI CONOSCE LA SCIENZA È DA IGNORANTI’’

Da Dago Spia 1p.5.2015

Caro Dago,

maligno, cattivo e ingeneroso il commento di Selvaggia Lucarelli, ripreso oggi dal tuo sito, sulla festa di Barbara D'Urso, che ha festeggiato a Milano il suo compleanno con un "Mamma mia's party" in onore e ricordo della indimenticata musica anni '70 degli Abba, insieme a molti suoi amici e conoscenti.

La Lucarelli ieri mattina di buon'ora ha pubblicato su Facebook tre righe perfidamente maliziose, scritte di suo pugno con la sua solita "ironia" , accostando l'evento della D'Urso alla coincidenza della triste notizia della morte del bassista della famosa band, avvenuta la nott scorsa e e diffusa da tutte le agenzie del mondo, data la notorietà internazionale del mitico Ruttger Gunnarsson, amato e conosciuto da tre generazioni di fans.

Ma più triste è stato il desiderio di Selvaggia di insinuare ai suoi numerosissimi followers ed ammiratori il dubbio che i due eventi, uno di vita e l'altro di morte, siano collegati in una coincidenza sfortunata che potrebbe essere stata favorita da ipotetiche influenze negative (di qualcuno o qualcuna ) delle quali "si sospetta fortemente" le sue testuali parole di conclusione..

Mi permetto di ricordare alla Lucarelli, che soprattutto nel 'dorato mondo dello spettacolo' (del quale anche lei volente o nolente fa parte) certe maldicenze sputate lì a caso hanno rovinato la vita, la carriera e la serenità di molti, senza necessità di citare esempi noti nel rispetto di chi non può più replicare poiché é morto amareggiato, devastato ed emarginato anche per quelle malignità.

Sorprende che la Lucarelli, soprattutto in un momento così fortunato della sua carriera, senta il bisogno incontrollato di esternare certe malignità di basso gossip, che come si sa possono diffondersi rapidamente e pericolosamente al pari di epidemie virali in un certo tipo di pubblico, che ignora la scienza, e che non è certamente quello dei lettori del Fatto Quotidiano sul quale lei oggi firma in 1a pagina le sue opinioni e il cui Direttore di sicuro non avrebbe mai pubblicato una 'notizia' del genere, benché suggerita e scritta da una sua collaboratrice.

Credere e far credere ai più fragili culturalmente ancora al malocchio, alla jella, alle persone negative, e tentare di legare eventi irreversibili, incurabili e drammatici a influenze umane negative ed esterne ai fatti, per chi conosce la scienza è da ignoranti, cosa che non penso sia assolutamente la Lucarelli, per cui mi chiedo: perché?

Siccome sono sicura che Selvaggia, che pur stimo ed ho apprezzato in molti suoi articoli,  non si sia mai fatta influenzare dal linguaggio innovativo inaugurato da Matteo Renzi, le do un consiglio non richiesto : lasci all'attuale premier il merito di distribuire patenti di "gufi" a chi non lo ama e gli rema contro, come sottolinea e grida in ogni suo intervento, ritenendo i sempre citati gufi i veri responsabili della cattiva sorte, e facendo diventare ahi lui scaramantici anche molti italiani.

Io non sono così amica e così intima di Barbara D'Urso, che forse non gradirá nemmeno questo mio intervento, ma comunque voglio sottolineare che non è scritto in sua difesa, perché lei non ne ha bisogno, ma è in difesa di tutti coloro che non hanno voce, che subiscono calunnie in silenzio, e che sono colpiti, danneggiati e feriti a morte dalla superficialità e dalla stupidità altrui.