Corea del Nord, vademecum per le vacanze

Mare, montagna, luoghi di culto comunista. In Corea del Nord è boom di turisti. Ma l'agenzia è d'obbligo. E i costi sono alti. Documenti, divieti, itinerari: la guida.

Una donna nordcoreana passeggia di fronte a una delle porte del Palazzo del sole di Kumsusan, nella città di Pyongyang.

di Michele Penna | 09 Agosto 2015 Lettera43

Documenti, divieti, itinerari: guida turistica alla Corea del Nord.

La Corea del Nord rimane una delle mete meno visitate al mondo.

Soprannominata ‘il regno eremita’, è uno degli ultimi avamposti del socialismo reale e le storie terrificanti sulla repressione governativa abbondano: citando un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2014, l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch appioppa a Pyongyang accuse di «sterminio, assassinio, schiavitù, tortura, prigionia, stupro, aborti forzati e altre violenze sessuali».

Chi ci vorrebbe andare? In molti, a quanto pare. Il Paese è diventato una meta di culto per uno sparuto ma determinato gruppo di viaggiatori in cerca ‘di altro’. E nonostante i costi elevati il turismo sta crescendo.

SENZA AGENZIA NON SI ENTRA. A differenza dei pochi occidentali che lavorano nel Paese, ai turisti non è concesso varcare le frontiere nordcoreane senza passare attraverso un’agenzia che si prenda cura dei documenti necessari, ma il recente interesse per il regno eremita ha favorito la nascita di una serie di organizzazioni che si occupano proprio di questo.

Una delle più famose è Koryo Tours, ma ce ne sono molte altre, da Regent Holidays a Lupine Travels.

Per ottenere un visto va inviata una copia scannerizzata – a colori – del proprio passaporto e in tre settimane il documento è pronto: lo si può ritirare a Pechino, dove ci si deve in ogni caso recare per incontrarsi con l’agenzia in questione e prendere il volo o il treno per la Corea. In alternativa ci si può presentare in un’ambasciata nordcoreana in un giorno prestabilito.

LA COREA CAMBIA FUSO ORARIO. Una volta ottenuti i documenti, il percorso è in discesa. Niente improvvisazioni, però: l’agenzia si deve occupare di tutti i dettagli del viaggio, dall’albergo all’itinerario, passando per i pasti e gli ingressi ai siti storici. Il tutto va deciso in anticipo, e una volta arrivati il piano non è modificabile. Ma attenzione agli orari, perché dal 15 agosto la Corea avrà un fuso tutto suo: orologi indietro di 30 minuti, per 'staccarsi' da Tokyo e cancellare il passato coloniale sotto il Giappone.

Tutti i costi, con l’eccezione del biglietto per Pechino e del visto cinese, sono inclusi nel pacchetto e variano a seconda della durata e del tipo di viaggio. Normalmente sono compresi fra 700 e 2.500 euro.

Per acquisti nel Paese si possono usare le principali valute internazionali: il dollaro, l’euro e il renminbi cinese sono ben accetti.

I mesi migliori per recarsi in Corea del Nord sono aprile, maggio, settembre e ottobre. Gli inverni sono decisamente freddi e le estati tendenzialmente calde e umide.

Il Paese è sicuro: «Mai assistito a furti o violenze»

A preoccupare, spesso, più delle condizioni atmosferiche è però la questione sicurezza: «Per quanto ci riguarda, non abbiamo mai assistito a furti o violenze», ha spiegato a Lettera43.it Rayco Vega, coordinatore dell'agenzia specializzata Ktg.

Il problema principale sono le restrizioni imposte da Pyongyang: i visitatori devono essere sempre accompagnati da due guide governative e, pure con queste ultime alle calcagna, molte regioni sono precluse agli stranieri, così come è vietato fare domande su temi politicamente sensibili quali i campi di prigionia e le condizioni di vita della popolazione.

È consigliabile evitare di criticare sia il governo sia i leader storici della nazione, e bisogna chiedere il permesso delle guide prima di scattare fotografie potenzialmente compromettenti (le immagini di vita quotidiana e attrazioni turistiche sono invece libere).

UN TERRITORIO MOLTO VARIO. Molti turisti di ritorno dalla Corea si dicono sorpresi da quanto hanno visto. «Quello che ho osservato è abbastanza diverso da quello che avevo letto su questo Paese», racconta a Lettera43.it Selina Zhang, una turista cinese. «A Pyongyang i cittadini locali vanno avanti con la propria vita».

Al di là della capitale, il Paese è molto vario: si può sciare, andare al mare, giocare a golf. L'importante è che sia tutto compreso nel pacchetto dell'agenzia.

«Ognuno può scegliere a seconda dei propri interessi. Alcuni vogliono vedere i monumenti, altri preferiscono la natura», afferma Simon Cockerell, general manager di Koryo Tours.

Fra le attrazioni principali ci sono l’architettura in stile socialista della capitale, che include il mausoleo di Kim Il-sung, conosciuto anche come Palazzo del Sole di Kumsusan, e il lago vulcanico del monte Paekdu, situato al confine con la Cina.

SI PUÒ VISITARE IL CONFINE SUD. Ci si può perfino recare presso la controversa linea di confine fra le due Coree, meglio nota come Demilitarized Zone (Dmz): creata nel 1953 al termine della guerra fra Nord e Sud, è attualmente uno dei confini più scottanti al mondo.

«Ci vanno tutti, è uno dei piatti forti delle gite. Si può anche parlare ai soldati e scattare fotografie», dice Vega. «A quanto ne so, è più facile visitare questa zona passando dalla Corea del Nord che non da quella del Sud».

Più in generale, conclude Cockerell, «in molti tornano con una buona impressione perché partono pensando di non poter far nulla». Ma attenzione a sottovalutare i controlli: «Rimangono più restrittivi che in qualsiasi altra parte del mondo».

Categoria Cultura

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