Austerità è una cosa Rigore, invece, un'altra

Categoria: Economia

La differenza fra un'azienda tecnicamente fallita e uno Stato tecnicamente fallito è che l'una prima fallisce meglio è, mentre lo Stato deve essere comunque salvato

 di Riccardo Ruggeri Italia Oggi 2.5.2016

La differenza fra un'azienda tecnicamente fallita e uno Stato tecnicamente fallito è che l'una prima fallisce meglio è, mentre lo Stato deve essere comunque salvato. È il luogo in cui qualcosa spesso non funziona, perché non è un luogo funzionale, ma un luogo esistenziale. Esattamente come la Famiglia, un mini Stato, ove siamo al contempo sovrani e sudditi. Le modalità per il salvataggio dello Stato sono le stesse di quelle aziendali, occorre cioè adottare una feroce politica di rigore, base per poter poi dare vita a una politica di crescita. Non fidatevi di quelli che parlano di crescita o ci puntano subito, senza aver prima creato i presupposti per una politica di rigore e averla avviata.

Mettiamoci d'accordo sui termini austerità e rigore, sono due aspetti molto lontani, sia concettualmente sia strategicamente. L'austerità è fenomeno che per definizione deve essere temporaneo, avere un perimetro ben definito, attivare obiettivi e strategie di corto respiro. Il rigore no, è un obiettivo di lungo periodo, ci deve essere sia in presenza della crescita che a maggior ragione nelle fasi di crisi, è una cultura, come quella che mi ha insegnato mio papà («persegui la cultura della scarsità, mai avrai problemi»: così è stato).

Alcuni numeri del caravanserraglio Europa a 28. Nel 2015 vs 2014 il debito pubblico/pil è sceso di poco (86,8% vs 85,2%) in percentuale, ma in valori assoluti è salito da 12.117 miliardi a 12.477, più di 1/6 è nostro. Dei 28 paesi Ue, 10 hanno peggiorato l'uno e l'altro indice, 10 hanno ridotto solo il rapporto debito/pil, appena 8 li hanno ridotti entrambi. Il motivo è semplice, banale, il rigore ha tre presupposti fondamentali: 1. tagli feroci alle spese pubbliche improduttive; 2. tagli alle burocrazie parassitarie e agli sprechi insiti in questo modello organizzativo; 3. eliminazione di tutti i meccanismi che frenano l'economia. Tutti questi risparmi devono ripianare il debito pubblico che sottrae risorse preziose alla crescita.

Questo schema può apparire banale nella sua semplicità ma non esistono percorsi alternativi. Perseguire la crescita senza il rigore funziona il primo anno, poi il giochino salta. Parole sante quelle di Weidmann. La Svizzera come modello.

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