Contro i diritti acquisiti. Il Paese è spaccato tra chi ha i diritti (e se li tiene stretti)

Categoria: Economia

e chi non li ha, e rischia di non vederseli mai riconosciuti. Tassiamo le pensioni d'oro, non per cassa ma per equità. i giovani scendano in piazza per difendere le loro pensioni

Linkiesta 18.5.2015

1-Dopo la sentenza della Consulta che annulla il blocco delle rivalutazioni delle pensioni superiori ai 1400 euro, è scoppiato il caos. Il governo si trova di fronte alla spiacevole difficoltà di reperire i fondi per coprire il "buco" che si è venuto a creare. Da un lato si cerca un aggiustamento parziale, cercando di coprire le pensioni più basse con un decreto ad hoc. Non le si vuole coprire tutte per ragioni economiche e anche perché, dicono in molti, non è nemmeno richiesto dalla sentenza stessa.

Il problema però è solo l’ultima manifestazione di uno sbilanciamento che, in un mare tempestoso come i conti pubblici, rischia di far ribaltare e affondare il Paese: lo squilibrio generazionale. L’Italia è divisa in due parti: una ricca, composta dai detentori dei diritti acquisiti, persone con la fortuna di ricevere molto più di quanto hanno dato. E una fatta di giovani che faticano a trovare lavoro, che non hanno garanzie e nemmeno protezioni sindacali. Il blocco delle rivalutazioni, per tornare al caso iniziale, è un caso esemplare: un sacrificio necessario che va a toccare un mondo finora intoccabile, spostare alcuni pesi e rifare alcune misure per cercare di rimettere in equilibrio la barca. Se questo non avviene, a lungo andare le cose peggioreranno. Gli squilibri aumenteranno, come la disoccupazione giovanile, e sarà a danno di tutti. A quel punto, quando le giovani generazioni saranno scese in piazza, le leggi e la politica potranno poco. Ancor meno le sentenze della Corte Costituzionale.

2-Caso Consulta, i giovani scendano in piazza per difendere le loro pensioni

La sentenza della Corte Costituzionale sbarra la strada a chi chiede più equità tra generazioni. Nel silenzio di chi, domani, avrà pensioni da fame

Francesco Cancellato, Linkiesta

Ci vorranno mesi, probabilmente, forse anni affinché gli italiani, in particolare i pensionati di dopodomani, si rendano conto degli effetti devastanti della sentenza della Consulta, che ha giudicato incostituzionale la deindicizzazione al costo della vita delle pensioni superiori di tre volte alla minima.

Effetti contabili, ma non solo. Perché oltre a mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici, la sentenza della Corte sbarra la strada in via preventiva a ogni tentativo di redistribuzione generazionale, sancendo l'assoluta intangibilità dei diritti acquisiti con una votazione in cui sei membri (più il presidente) hanno votato a favore, e sei hanno votato contro. Non esattamente un plebiscito, insomma. Abbastanza, tuttavia, per fare giurisprudenza.

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