Changhong, sfida a Samsung

Categoria: Economia

L’arcobaleno Changhong va alla conquista dell’Europa occidentale con le tv Oled di ultima generazione, connesse e di grande formato, ma dal prezzo accessibile

Di Alessio Odini, Italia Oggi 10.9.2015

L’arcobaleno Changhong va alla conquista dell’Europa occidentale con le tv Oled di ultima generazione, connesse e di grande formato, ma dal prezzo accessibile. E un budget in comunicazione di 25 milioni di dollari (22 milioni di euro) nel 2016, per comunicare il brand nel Vecchio continente, a partire da Francia, Germania e Italia. L’obiettivo è crescere nei prossimi 10 anni al livello di Samsung.

Quello di Changhong, che significa arcobaleno, è un marchio relativamente nuovo per il mercato europeo. Quest’anno si è messo in mostra all’Ifa di Berlino, la principale fiera dedicata all’elettronica di consumo, con una serie di televisori Oled curvi di ultima generazione, in formato 55 e 65 pollici, che rappresentano il futuro del settore. «Siamo presenti da 10 anni, ma finora ci eravamo concentrati sui paesi dell’Europa orientale (in Repubblica Ceca possiede una fabbrica di televisori, mentre in Spagna produce compressori per frigoriferi, ndr). Dal 2012, invece, abbiamo cominciato a focalizzarci su Germania, Francia e Italia», ha detto a ItaliaOggi Chaim Ning (nella foto), managing director per l’Europa e la Germania, divisioni dell’azienda nata nel 1958 a Mianyang, nella regione del Sichuan, che per il 2015 prevede un giro d’affari di 18,2 miliardi di dollari (16,3 miliardi di euro).

In patria, il brand è presente in diversi settori dell’elettronica di consumo, dagli elettrodomestici bianchi, ai condizionatori, alle tv (è il secondo produttore assoluto) e più recentemente agli smartphone. Già diffuso negli Stati Uniti, in Australia e più in generale in Estremo oriente, Changhong punta ora a farsi largo anche sul mercato europeo, ritenuto strategico. «La qualità è nel dna dei nostri apparecchi», ha detto Chaim, «in origine producevamo prodotti per l’esercito, che richiedono un alto tasso di innovazione e affidabilità. In secondo luogo, puntiamo sull’estetica, specialmente per quanto riguarda i televisori, su cui facciamo molta ricerca». Anche sul modo di fruire la televisione. Un esempio è «tv ovunque», una funzione che permette di connettere il televisore allo smartphone, grazie al wi fi, per continuare a seguire un programma anche quando ci si allontana dal salotto.

Quello delle tv connesse di ultima generazione è in effetti un settore su cui l’azienda punta molto e in tal senso va letta la partnership con cui Lg sta coinvolgendo i principali produttori cinesi di pannelli Oled, fra cui la stessa Changhong, che ha confermato l’indiscrezione a ItaliaOggi. Secondo alcuni analisti, questa tipologia di televisori riuscirà a vendere 500 mila pezzi quest’anno, cioè meno dell’1% del mercato mondiale, ma nel 2016 il numero degli apparecchi venduti dovrebbe aumentare sensibilmente.

Anche per questo, Changhong ha stanziato «un budget in comunicazione di 25 milioni di dollari (22 milioni di euro) per il mercato europeo», ha detto Chaim. È la base su cui impostare una strategia di marketing ancora da definire nel dettaglio, ma che già abbraccia iniziative in ambito sociale, sportivo e artistico.

Oltre a essere presente a Expo 2015, per esempio Changhong è sponsor tecnico della mostra «Le mani sapienti: arti e mestieri» al Castello Sforzesco di Milano.

«Stiamo lavorando alla costruzione della nostra marca, siamo molto interessanti ai suggerimenti dei consumatori europei», ha dichiarato il manager, che guarda allo sviluppo dell’azienda sul lungo periodo, ripercorrendo le tappe di Samsung, che oltre ai prodotti, recentemente ha deciso di puntare anche sui servizi, come la partnership siglata con Axel Springer per fornire ai propri clienti un servizio di news dedicato. «Samsung in Europa ha una quota di mercato del 30% e del 25% nel mondo, una percentuale che si riduce in Cina. Abbiamo fiducia di arrivare in dieci anni allo stesso livello di Samsung in Europa, che però ne ha impiegati cinque in più», ha concluso Chaim.

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