Persino la ricca Germania deve ridurre il welfare

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Schäuble ci ripensa: stop risorse ai migranti. Anche perché il lavoro diminuisce. E la Bundesbank vuole alzare l'età pensionabile. A Merkel non tornano i conti.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble con la cancelliera Angela Merkel.

di Francesco Pacifico | 19 Agosto 2016 lettera43

Lo 0,4% in più di crescita nel secondo semestre non deve illudere.

E ancora meno è indicativo l’ultimo record della bilancia commerciale, con il suo surplus da 24,9 miliardi euro.

Anche la Germania paga gli effetti della mancata ripresa europea: entro il 2017 il numero di disoccupati è destinato a salire fino a quota 2,86 milioni e in quest’ottica non si esclude di dover tagliare il welfare, che eroga ogni anno prestazioni per 200 miliardi di euro.

CONTRORDINE SUI PROFUGHI. Non a caso il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble si è dovuto rimangiare la promessa, fatta nel 2015, di destinare il grosso del surplus commerciale all’assistenza dei profughi, arrivati in massa dopo la crisi siriana.

Nelle stesse ore nelle quali la cancelliera Angela Merkel scriveva alla grandi aziende del Dax per spronarli ad assumere più immigrati (finora ne sono stati presi una cinquantina) Schäuble faceva sapere che non avrebbe utilizzato tutte le risorse accantonate per affrontare i costi dell’emergenza profughi.

TEDESCHI IMPAURITI.Il tema è molto delicato in Germania.

Vuoi perché crescono i consensi della destra anti-europea. Vuoi perché ai tedeschi sono garantiti fino a 600 euro netti al mese tra mini-Job, reddito minimo, l’affitto agevolato, le cure mediche, gli incentivi per il riscaldamento e le tariffe calmierate per i trasporti.

In quest’ottica, e seguendo l’onda della Brexit, il ministro del Lavoro Andrea Nahles (Spd) ha annunciato una stretta sul welfare destinato agli stranieri.

«Non possiamo permetterci di dare sussidi a tutti», ha fatto sapere.

Sistema meno solido di quello che appare all'esterno

In teoria i residenti non tedeschi (status che si ottiene dopo cinque anni nel territorio) già oggi non possono beneficiare del sussidio di disoccupazione (391 euro al mese) e degli assegni familiari per i figli a carico.

Ma questo non ha impedito molti tribunali a condannare gli enti locali e a costringerli a erogare questi aiuti.

Il sistema quindi - sia politicamente sia finanziariamente - è meno solido di quello che possa apparire all’esterno.

PIÙ TARDI IN PENSIONE. Ma più che il presente fa paura il futuro.

Non a caso la Bundesbank ha consigliato alla Merkel una stretta previdenziale.

La Banca centrale consiglia di innalzare l’età pensionabile a 69 anni contro i 67 previsti dal governo, di aumentare la contribuzione dal 18,7 al 24%; di portare il tasso di sostituzione rispetto all’ultimo stipendio dall’attuale 48 al 44–42%.

La Cancelliera ha respinto l’invito. Anche perché nel 2017 si vota.

Ma ancora più duro è stato il suo vice - e presidente della Spd - Siegmar Gabriel: «È una scemata».

Sono lontani i tempi nei quali il leader socialdemocratico imponeva agli alleati di anticipare la pensione di tre anni per i nati prima del 1951.

Ora, sulla previdenza, si può solo tagliare.

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