Iraq, l’Isis “minaccia” il più grande cimitero del mondo

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Troppi caduti fra i miliziani sciiti, nella Valle della Pace vicino a Najaf non c’è più posto

Il cimitero da 5 milioni di posti è senza posti a causa della guerra all’Isis

26/08/2016 GIORDANO STABILE,  BEIRUT, La Stampa

Il più grande cimitero del mondo, cinque milioni di sepolture su 10 chilometri quadrati, è al collasso. E la colpa è ancora una volta dell’Isis. Nel Wadi al-Salam, la Valle della Pace, vorrebbero essere sepolti quasi tutti gli sciiti iracheni, vicino al mausoleo del Primo Imam, Ali Bin Abi Talib, cugino e genero di Maometto. Ma per i “martiri”, i giovani delle milizie sciite che combattono contro lo Stato islamico, è quasi un diritto. Solo che con le battaglie di Ramadi e Falluja, e ora con quella che sta cominciando a Sud di Mosul, il numero di caduti e delle sepolture si è moltiplicato. E i prezzi del terreno sacro sono esplosi.

I martiri della guerra agli islamisti 

Il Wadi al-Salam è uno dei cimiteri più spettacolari al mondo, assieme alla Città dei Morti del Cairo. E si trova in una delle zone più sacre per gli sciiti, fra Najaf e Karbala, dove venne ucciso il nipote di Maometto e figlio di Ali Bin Abi Talib, Hussein. Per questo è così prestigioso essere sepolti qui.

Dopo gli iracheni, gli iraniani sono i più numerosi a riposare nella Valle della Pace. Le famiglie ricche costruiscono piccoli mausolei con cupole e statue, le altre si accontentato di 25 metri quadrati. Ma i “martiri” sono passati da poche decine a fino a duecento al giorno. Tanto che uno dei modi per capire le effettive perdite irachene durante una battaglia è seguire l’andamento delle sepolture a Najaf. Il prezzo della terra per una famiglia è arrivato a un milione di dollari, oltre 3 mila dollari. Un’enormità per l’iracheno medio, che guadagna circa 300 dollari la mese.

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