Un'America scompare dal nostro orizzonte

Categoria: Estero

Trump può promettere una terra inesistente, ma ora chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?

di Giuliano Ferrara 21 Gennaio 2017 Foglio

Commenti 3

Nazionalista, populista, isolazionista, violento e autoritario, rivoluzionario e carismatico. E’ la democrazia, bellezza, e non puoi farci niente. Il discorso di Trump parla di un’America vecchia, che non esiste più da molti decenni, e punta al consenso in forma patologicamente narcisistica. Non esiste quell’America distrutta, impoverita, disoccupata, che sembra uscita da un comizio del vecchio demagogo Huey Long nella sua Louisiana. Non esiste un’american carnage. In quel paese c’è la crescita, la redistribuzione, l’ampliamento dei servizi al cittadino, una solida struttura di comunità e di società. Poi c’è la percezione del demagogo e dell’illusionista, ma è altra cosa. Tuttavia il suo è un discorso in piena coerenza con la sua campagna, con il suo movimento, con la sua personalità politica di talentuoso outsider, per quanto banale di fattura e modi, un castigo di Dio chiamato a correggere i disastri della mentalità politicamente corretta dominante negli ultimi otto anni e la cosiddetta deriva cosmopolita di un establishment repubblicano e democratico che ha perso la testa e la forza persuasiva di una classe dirigente. Un discorso legittimo. Fondato su qualche decina di migliaia di voti in tre soli stati. Ma legittimo. Bisognerà vedere quanto di quelle parole potrà diventare azione di governo. Bisognerà vedere se le opposizioni sociali e politiche a questa piattaforma che ha tratti di vera indecenza si incammineranno sulla via anti berlusconiana del clownesque o riusciranno, con l’aiuto decisivo dei repubblicani superstiti, a contenere e condizionare il suo proposito di isolare e irrobustire uno spirito americano intollerante, che non era mai stato finora riconosciuto come un elemento di leadership.

Ieri Trump si è confermato quel che è. Poco e male, ignorante e istintivo, visione isterica e brutale di un paese che non c’è e non tornerà. Ma è il suo giro di giostra, la sua corsa, quella che è incominciata. E’ stato per la prima volta il presidente degli Stati Uniti, regolarmente eletto, che ha parlato all’America e al mondo, legittimo prodotto di una democrazia discutidora tra le più possenti, e le conseguenze di essere Trump, being Donald. J. Trump, si faranno sentire. Chi non credeva nella dittatura del politicamente corretto, nella retorica della diversità obbligatoria, chi voleva un’America leader nel mondo, capace di arginare il disordine e di creare un ordine mondiale decente, chi è contro la sfida del radicalismo islamico armato, e su quel punto Trump ha segnato un elemento di felice discontinuità, ma non suffragato da impegni di politica estera e militare, solo demagogia, oggi è deluso, non come i liberal impotenti, ma deluso. Trump può promettere la luna a una terra inesistente, ma chi ora terrà nelle sue mani la bandiera della libertà nel mondo? America first vuol dire che una certa America scompare dal nostro orizzonte, ed è quella di The Donald.

Categoria Estero

Commenti

iksamagreb

21 Gennaio 2017 - 10:10

Vedremmo dai fatti. Poiché dai fatti la maggioranza del libero e democratico elettorato americano ha scelto, contro un assedio propagandistico strombazzante, Trump anziché Hillarj-Obama. Forse concludendo che dire "bandiera della libertà nel mondo", se vuol significare tutte le libertà finisce nella llibertà di negarle. Il troppo fa sempre male. In medio stat virtus. Vedremo.

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Rispondimauro

21 Gennaio 2017 - 01:01

Sarò reprensibile, ma a me che questo tipo di America scompaia non dispiace affatto; per me era deleteria per l'Europa, che la seguiva al guinzaglio, e che adesso cerca di darsi un contegno. Dicevo a un mio amico che s'inquietava circa l'opportunità di una politica come quella annunciata da Trump in un mondo così complesso, che proprio per la complessità di un mondo sovraffollato le cui bolle sono destinate prima o poi a esplodere, l' Occidente non poteva più permettersi di essere eternamente penitente e politicamente corretto. Il mondo islamico, pur tra le sue beghe tenderà sempre più ad aggregarsi, quello estremo orientale farà lo stesso, il mondo occidentale cristiano, o post cristiano dovrebbe fare lo stesso e non, ad esempio, creare dei problemi alla Russia, suscitandone le reazioni, per il motivo che c'è un uomo forte che comanda; oltretutto in un immenso paese che non ha mai conosciuto quella democrazia che persino nella minuscola Atene era imperfetta. Niente rimpia

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Rispondimauro

20 Gennaio 2017 - 23:11

Lei quoque, Ferrara carissimo, mi va a contare la decina di migliai di voti in tre soli stati? Se n'era accorto già Toqueville che il sistema elettorale americano aveva delle stranezze, inconcepibili per l'Europa. Adesso non ci resta che sperare che Trump faccia meno danni di Obama (perche anche Lei ammette che ne ha fatti tanti) parte dei quali dovuta alla Clinton, che, se mi permette, sono ben contento sia stata messa in condizioni di non nuocere ulteriormente. Quanto all'ordine mondiale cui Lei accenna, spero che Trump si serva dei consigli di Henry Kissinger , che mi sembra abbia già contattato, uomo non certo rozzo, violento, isolazionista, insomma non una schifezza come Trump. Il cui discorso, tuttavia avrebbe potuto benissimo essere fatto da Theodore Roosevelt, che mandò, opportunamente, i marines a Tripoli, e che con Trump avrebbe molto in comune, senza che a nessuno venisse in mente che la bandiera della libertà nel mondo fosse in pericolo a causa degli USA.