Non è una guerra scema

Categoria: Estero

Non trattate la crisi nordcoreana come uno show di macchiette

di Redazione 11 Agosto 2017 alle 21:48  da www.ilfoglio.it

Sabato e domenica nel Foglio. Che cosa c'è nell'inserto culturale del fine settimana di Redazione

Come tutti i weekend nel giornale ci sono dodici pagine di inserto culturale

Il presidente americano Donald Trump ha scritto su Twitter che ogni “soluzione militare” contro la Corea del nord è pronta, poi ha condiviso il post del Comando americano nel Pacifico, che mostrava i bombardieri supersonici B-1 posizionati a Guam, pronti per l’uso. Negli ultimi giorni, la guerra di propaganda e provocazioni tra America e Corea del nord ha cambiato passo: non si era mai visto un presidente americano rispondere al leader nordcoreano Kim Jong-un con il suo stesso linguaggio. La crisi, adesso, è dunque molto diversa da quelle che periodicamente riempivano le pagine dei giornali. E anche Pyongyang, dopo gli ultimi due test missilistici, ha dimostrato di poter fare sul serio. Per anni abbiamo negato che la minaccia nordcoreana potesse essere seria: ogni volta che Kim Jong-un appariva in pubblico, ogni volta che l’agenzia di stampa del regime diffondeva un comunicato in cui sperava nella “distruzione” degli Stati Uniti, ripensavamo ai viaggi del cestista Nba Dennis Rodman e alle bizzarrie di un “leader eterno” con i capelli tagliati strani. Qui in Italia, la situazione era aggravata dalle annuali “missioni” di personaggi macchiettistici – seppur parlamentari. Già allora era difficile spiegare quanto ci stavamo sbagliando, e anche oggi c’è qualcuno che nega la reale criticità della situazione. Ma le guerre mondiali sono scoppiate per incidenti casuali, avvenuti nel momento di massima tensione. Anche in piccoli paesi, e magari lontanissimi. L’Europa è poco coinvolta in questa guerra, che per ora è una guerra di nervi. Ma più della metà della popolazione mondiale è lì, in Asia, ad aspettare che Trump e Kim Jong-un decidano della loro sopravvivenza.