Hariri ha ragione: l'Iran sta destabilizzando tutto il Medio Oriente

Categoria: Estero

Qualcuno vuole uccidere il premier libanese. Mittente: Bashar al Assad. Esecutori: i miliziani di Hezbollah. Ma queste verità sono negate dagli ignavi media europei. Nella regione serve l'intervento di Putin.

CARLO PANELLA, 16.11.2017 da www.lettera43.it

Saad Hariri ha ragione, su tutto: c’è chi lo vuole uccidere, l’Iran sta destabilizzando con aggressività tutto il Medio Oriente e Hezbollah è ai suoi ordini e sta complottando in Libano (e Siria) per rafforzare l’egemonia sciita-iraniana dal Mediterraneo al Pakistan. Sono verità sotto gli occhi di tutti, si pensi solo che il premier libanese è stato costretto per anni all’esilio a Parigi, dopo l’uccisione di suo padre nella certezza di un attentato.

ANCHE LE MONDE PRONO A TEHERAN. Ma sono verità conculcate dagli alleati dell’Iran, che incredibilmente trovano eco in tanti media italiani e internazionali, incluso un Le Monde prono all’Iran degli ayatollah e alle stesse versioni di Hezbollah, dimenticando con disinvoltura che continua a essere sulla lista delle “organizzazioni terroristiche” dell'Unione europea.

RISCHIA DI FARE LA FINE DI SUO PADRE. Il presidente del Libano Michel Aoun (intronato da Hezbollah) è arrivato a dire formalmente che «il Libano considera Hariri detenuto in Arabia Saudita», salvo essere subito sbugiardato da Hariri che ha annunciato il suo rapido ritorno a Beirut. Ritorno che potrà avvenire solo per una evidente ragione: con la sua denuncia, Hariri ha disinnescato il complotto incombente (col solito mandante Bashar al Assad e i soliti esecutori, cioè i miliziani di Hezbollah) che mirava a fargli fare la fine di suo padre.

È interessante notare come il pregiudizio positivo dei media europei che è arrivato a infangare le scelte di una vittima sacrificale che ha evitato per un pelo la morte, sia oggi tutto a favore di un Iran che si sta dimostrando tanto attraente sotto il profilo commerciale quanto aggressivo e “rivoluzionario” sotto il profilo della politica di potenza. Ennesimo segno dell’ignavia delle classi dirigenti europee che la riflettono sui loro organi di informazione.

RIDICOLA MONTATURA DELLA PRIGIONIA. Purtroppo l’imminente ritorno di Hariri nella terra dei Cedri si limiterà a chiudere la ridicola montatura della sua “prigionia” in Arabia Saudita e non contribuirà alla stabilità né del Libano né della regione. La pressione militare attiva delle Brigate internazionali sciite guidate dal generale dei pasdaran Ghassem Suleimaini si autogenera e necessita di sempre ulteriori allargamenti della propria sfera d’intervento: Israele, ovviamente, ma anche un Libano nel quale l’egemonia di Hezbollah è forte, ma non assoluta. E Israele non può sopportare questa pressione, che precede un incredibile rafforzamento missilistico di Teheran.

L’unica speranza che questa dinamica non porti a un nuovo conflitto con Israele di Siria e Libano e a una nuova e drammatica crisi interna a Beirut è ormai nelle sole mani del Cremlino

L’unica speranza che questa dinamica non porti a un nuovo conflitto con Israele di Siria e Libano e a una nuova e drammatica crisi interna a Beirut è ormai nelle sole mani del Cremlino. Grazie alla follia di Obama e al caos di Trump, gli Usa non hanno più carte in mano per fare alcunché in Medio Oriente, salvo bombardare dal cielo per poi offrire al generale Suleimaini il più completo ed esclusivo controllo politico-militare delle regioni conquistate col contributo determinante dei bombardieri americani.

SCENARI DI GUERRA SU UN DOPPIO FRONTE. Bibi Netanyahu ha più volte chiesto a Putin di intervenire su Hezbollah per allontanarne le milizie dalla frontiera siriana sul Golan e forse questo accadrà. Ma se la mediazione di Putin, come è possibile, fallirà, non passeranno molti mesi e vi sarà una nuova guerra con Israele su due fronti: Libano e Siria.