Ecco come sarebbe l’Europa in mano ai sovranisti (e no, non sarebbe un bello spettacolo)

Categoria: Estero

Cosa succederebbe se le politiche antiglobaliste vincessero? Se si desse retta a Trump e al blocco di Visegrad? Ecco qualche possibile ricaduta, con qualche consiglio. Primo tra tutti: gettate la laurea alle ortiche, e andate a mungere vacche

di Flavia Perina 16 Luglio 2018 - 07:30 da www. linkiesta.it

Immaginate che cosa succederebbe se l'Europa seguisse le indicazioni date da Donald Trump nel suo recente viaggio, e in particolare la pretesa di alzare fino al 4 per cento del Pil i contributi alla Nato dei Paesi membri: una cifra appena più bassa di quella (5 per cento) che spendiamo in istruzione, circa la metà dei soldi versati alla Sanità (7,2 per cento), il quadruplo degli investimenti in cultura (1 per cento) e ambiente (0,8 per cento).

Immaginate un premier italiano che annunci il dimezzamento dei fondi alla scuola o alle prestazioni di pronto soccorso per finanziare eserciti. Immaginate la sua faccia mentre dice «Ce lo chiede l'America». E immaginate le conseguenze pratiche di una scelta così in un Paese già alla canna del gas sui diritti sociali elementari, che si troverebbe a ridurli ancora per inseguire i sogni di potenza bellica del suo più importante alleato...

È il gioco del What If, del Cosa succederebbe se... - una delle sezioni più interessanti dell'Economist – e applicarlo a queste tempestose settimane è senz'altro un buon modo per capire dove ci sta portando (dove ci potrebbe portare) la ventata dei leader sovranisti con le loro rivoluzionarie proposte in materia di soldi, alleanze, confini, leggi e trattati, che vengono discusse con grande serietà in sede internazionale ma che, guardandole dal versante delle probabili conseguenze, costruiscono un surreale racconto distopico.

Immaginate il giovane italiano laureato, che in attesa di un posto da ricercatore in università italiana (all'estero non si va più, ognuno a casa sua) dovrà scegliere se fare la mondina del riso o il raccoglitore di cocomeri come proposto dall'Ufficio di Collocamento oppure perdere il reddito di cittadinanza

Cosa succederebbe se Theresa May ascoltasse i consigli del medesimo Trump e facesse causa all'Europa per danni invece di contrattare la Brexit? E che cosa se si ascoltassero i sovranisti di Visegrad e si chiudessero tutte le frontiere di terra? Se l'Italia applicasse i dazi sul riso e altri prodotti concorrenziali con l'agricoltura nazionale, se tutti i Paesi d'Europa introducessero questi dazi annientando reciprocamente l'export alimentare, se oltre alle persone si cominciassero a fermare le merci alle frontiere e si trasformassero in prodotto di lusso ogni cosa che siamo abituati a comprare senza sovraprezzo, dalle auto tedesche agli stracci cinesi? Se si chiudessero i rubinetti dell'immigrazione extra-europea?

Immaginate il giovane italiano laureato, che in attesa di un posto da ricercatore in università italiana (all'estero non si va più, ognuno a casa sua) dovrà scegliere se fare la mondina del riso o il raccoglitore di cocomeri come proposto dall'Ufficio di Collocamento oppure perdere il reddito di cittadinanza che – come è noto – è vincolato all'accettazione del posto di lavoro disponibile.

Perché il riso e i cocomeri? Perché la richiesta di addetti sarà massima: non ci saranno più africani che lo fanno, come non ci saranno più indiani negli allevamenti di bufale dell'Agro Pontino o nel triangolo del Parmigiano, né moldave in coda per fare le badanti alle nonne, e i lavori possibili saranno appunto questi: strappare erbacce, spalare letame, accudire anziani. I salari non potranno crescere più di tanto: non è che si possono vendere riso o cocomeri a venti euro al chilo. Il settore della mozzarella di bufala sarà crollato causa dazi sulle esportazioni. Nel settore badanti più di tanto i vecchi non potranno comunque pagare.

L'abolizione del reato di tortura (Italia esclusa dal circuito delle estradizioni come Paese che viola i diritti umani). La percentuale etnica nelle scuole elementari (ritorno dell'analfabetismo tra gli immigrati di seconda generazione). La chiusura dei programmi Erasmus (studiano all'estero solo i ricchi)

Questo immaginario raccoglitore di riso, o custode di vacche, o badante, in caso di infortunio si rivolgerà alla fattucchiera del paese: il ticket ospedaliero (causa spostamento risorse verso la Nato) costa troppo. E costa troppo anche tutto il resto: l'energia e le case (nell'edilizia lavorano come manovali solo ingegneri disoccupati), le auto (ci sono i super-dazi su quelle orientali), gli arredi (Ikea ha chiuso, solo mobili nazionali) e per di più il Paese è sotto l'incubo di un colossale risarcimento danni all'Inghilterra, che ha fatto causa a tutti gli Stati europei chiedendo indietro i soldi versati nell'ultimo decennio all'Unione.

Andando avanti, si potrebbe estendere il What If alle minuzie. L'abolizione del reato di tortura (Italia esclusa dal circuito delle estradizioni come Paese che viola i diritti umani). La percentuale etnica nelle scuole elementari (ritorno dell'analfabetismo tra gli immigrati di seconda generazione). La chiusura dei programmi Erasmus (studiano all'estero solo i ricchi). E di sicuro questa Italia prossima ventura sarebbe più bianca, rassicurante e forse pure più educata di quella di oggi. Legge e ordine farebbero più paura di quel che fanno adesso. La formidabile Nato del 4 per cento guarderebbe i nostri confini con tutta la potenza necessaria. Ma siamo sicuri che vorremmo vivere in un posto così, farci crescere i nostri figli?