E c'è chi ha nostalgia dei regimi comunisti

Categoria: Estero

Il 20 agosto 1968 forze armate del Patto di Varsavia (truppe polacche, tedesche dell'Est, bulgare, romene e russe) occuparono la Cecoslovacchia…..

di Domenico Cacopard, 17.1.2019 www.italiaoggi.it

Il 20 agosto 1968 forze armate del Patto di Varsavia (truppe polacche, tedesche dell'Est, bulgare, romene e russe) occuparono la Cecoslovacchia, rimuovendo le autorità legittime protagoniste della svolta socialdemocratica detta «Primavera di Praga». Componenti dell'Orchestra sinfonica ceca si erano esibiti il 19 nel teatro greco di Taormina. Verso le 11, in spiaggia, la notizia: disperati, si abbracciarono tra loro e riscossero la commossa solidarietà degli italiani presenti.

Il 19 gennaio 1969, Jan Palach, 21, studente di filosofia, si dette fuoco per protesta in Piazza Vencesclao. Un atroce suicidio: non una rinuncia, ma un atto eroico volto a mostrare ai connazionali e al mondo l'ignominia di una repressione e del ritorno a un regime vessatorio e sanguinario, della cui abiezione non abbiamo che una pallida idea. Il destino mi condusse a Praga nell'autunno di quell'anno. Ero latore di un messaggio del segretario del Psi, Francesco De Martino per Alexander Dubcek, il leader deposto, mandato a fare l'impiegato in un'azienda forestale di provincia. Il mio contatto ceco, la figlia di un magistrato, privato delle sue funzioni dal regime, raccolse il messaggio e mi fu guida. Andava avanti e io la seguivo a debita distanza. Due le nostre mete: la prima fu il palazzo del ministero degli esteri. Qui, sulla base delle sue indicazioni riuscii a identificare la finestra dalla quale la SB (la Gestapo del regime) aveva gettato al suolo e ucciso Jan Masarik il ministro non comunista. La seconda fu la tomba di Jan Palach in un cimitero di periferia. La guida, temendo conseguenze, mi lasciò a notevole distanza, avvisandomi che sarei stato filmato dalla polizia e, probabilmente, fermato e interrogato.

Pensavo di trovare un luogo abbandonato. Non fu così. La tomba era coperta di fiori freschi e c'erano decine di giovani intorno a essa: sfidavano il potere russo e i vassalli locali. Numerosi poliziotti, ben riconoscibili nonostante gli abiti borghesi, si aggiravano nel cimitero. Scattai alcune fotografie, che serbo gelosamente, e saltai su un tram. Riuscii a passare dal mio albergo, a prendere il bagaglio e a raggiungere l'aeroporto. Era finita. Tornavo nel mio Paese. Democratico.

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