Libia, il mistero del jet abbattuto si infittisce. Ecco chi usa il Mirage abbattuto

Categoria: Estero

Ai dubbi sull’identità e al mistero su chi sappia pilotare effettivamente un Mirage F1, si aggiungono poi altre perplessità che riguardano le tempistiche

MAG 8, 2019  LORENZO VITA www.occhidellaguerra.it il Giornale

Il mistero dell’aereo abbattuto in Libia dalle forze di Khalifa Haftar si fa sempre più fitto. Le immagini parlano chiaro: c’è un video di un aereo incendiato, c’è un altro video con una colonna di fumo che si alza dal luogo dell’impatto mentre le forze dell’Esercito nazionale libico raggiungono il posto. E soprattutto c’è un altro video in cui si vede un uomo, catturato dalle forze del maresciallo della Cirenaica, che dichiara di essere un cittadino portoghese e di essere stato ingaggiato dalle milizie vicine al governo di Fayez al-Sarraj.

Dopo alcuni minuti, iniziano a esserci conferme e smentite, un flusso di informazioni che addirittura fanno riferimento a un falso profilo Facebook che rivela l’abbattimento di un aereo dell’operazione Sophia. Ipotesi smentita non solo dai libici ma soprattutto dal comando di Eunavfor Med. Infine, viene rivelata l’identità dell’uomo catturato: Jimmy Reis.

Questi i fatti: la cronaca degli eventi. Ma parallelamente a questa cronaca degli eventi si sviluppano le prime domande e i primi dubbi che, fino a questo momento, non trovano risposte. Ma da qui bisogna partire per comprendere alcune dinamiche e soprattutto l’importanza dell’episodio avvenuto il 7 maggio, a un mese dall’avvio dell’escalation di Tripoli delle forze di Haftar. E proprio mentre l’operazione Vulcano di rabbia dell’esercito governativo ha fermato i combattenti del generale di Bengasi.

Il Mirage F1 lo usano anche negli Usa

La prima di queste domande riguarda il modello dell’aereo: un Mirage F1. Il caccia intercettore multiruolo è un prodotto della francese Dassault. L’aereo è stato utilizzato nel complesso da 14 forze aeree, ma attualmente lo usano Marocco, Gabon e Congo. In più, alcuni modelli sono in possesso dell’Iran e delle forze aeree libiche, che dai tempi di Muhammar Gheddafi è stata una dei clienti principali della Dassault per l’acquisto di Mirage F1.

Ma gli Stati non sono gli unici ad avere in mano questi aerei. Ci sono altri due soggetti del mondo bellico a utilizzare i Mirage F1, e sono due società private americane: la Airborne Tactical Advantage Company (Atac) e la Draken International. Entrambe sono compagnie militari private che forniscono consulenze di vario tipo alle forze armate statunitensi. Fra questi, l’addestramento in combattimento dei piloti dell’Air Force. E sono in molte a considerarle società vicine agli stessi contractor. Tanto è vero che vengono assimilate anche alla Academi di Erik Prince. Ed è per questo che molti considerano credibile la versione di un mercenario: perché nessun pilota portoghese sa condurre un Mirage F1. Ammesso che l’identità sia effettivamente quella rivelata (estorta) dallo stesso ferito.

L’identità di Jimmy Reis

Su questo punto, le ipotesi sono molto interessanti. Finora, il Portogallo non ha confermato alcuna presenza di un cittadino portoghese in Libia. E quello che è certo è che non faccia parte delle forze armate del Portogallo. Nell’interrogatorio, l’umo afferma di essere un cittadino portoghese di 29 anni e di aver bombardato alcune aree a sud di Tripoli. Ma nessuno sa chi sia realmente. E da Lisbona non sono arrivate conferme di eventuali cittadini nelle mani di Bengasi.

I quotidiani lusitani non hanno fatto ulteriori inchieste. E ieri lo stesso Observador, quotidiano che per primo riportava (dopo i libici) la notizia della cattura di un pilota cittadino del Portogallo, ha poi pubblicato un articolo in cui si smentiva l’ipotesi di un uomo preso dall’Lna.

Nel frattempo, il deputato Tareq al Jarushi, membro della commissione Difesa e sicurezza del parlamento di Tobruk, ha chiesto al governo portoghese di chiarire la sua posizione. Come riporta Agenzia Nova, Al Jarushi ha poi rilanciato le accuse contro al Sarraj e il ministro dell’Interno, Fathi Bashagha, sul fatto di aver assoldato mercenari stranieri per colpire gli stessi libici. Ma da Lisbona non arrivano smentite. E più passa il tempo e più il silenzio assume un carattere di mistero. Se non di una vera e propria ammissione. Anche se sono molti a ritenere che in realtà non sia affatto portoghese quell’uomo catturato, ma che l’identità sia una copertura. C’è chi dice sia addirittura un libico, ma c’è anche chi ipotizza altre nazionalità.

Le tempistiche sospette

Ai dubbi sull’identità e al mistero su chi sappia pilotare effettivamente un Mirage F1, si aggiungono poi altre perplessità che riguardano le tempistiche. Sospetti avanzati ovviamente anche da parte di Tripoli che, come ovvio, non ammetterà mai di aver subito la perdita di uno dei pochi aerei in mano a Sarraj. E parlano di propaganda di Haftar.

Per il portavoce delle forze armate di Tripoli, Mohammed Gununu, la notizia dell’abbattimento del caccia nella zona di al-Hira, a sud della capitale, insieme alla cattura di mercenario europeo, sono “montature dei media filo-Haftar” che, a detta dei media libici vicini al governo di accordo nazionale hanno avuto due scopi. Il primo, quello di coprire la visita di Sarraj in Italia, con l’incontro del premier con Giuseppe Conte. Il secondo, invece, sarebbe quello di “coprire le notizie riguardo l’uso di droni e missili degli Emirati per bombardare Tripoli”. Droni di produzione cinese ma di proprietà di Abu Dhabi su cui adesso indagano anche le Nazioni Unite. Tanto è vero che il Libya Observer sostiene anche che l’aereo abbattuto in realtà fosse dello stesso Haftar e sia stato colpito da fuoco amico.

In ogni caso, la verità appare molto lontana. E il mistero si infittisce ogni giorno di più.