Cina: Xi ufficializza la "sconfitta la povertà estrema"

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I 128 mila villaggi censiti come in estrema difficoltà sono stati rimossi dalla lista dell'indigenza. 99.89 milioni di persone che ora vivono con 1,52 al giorno 2-Banca mondiale 900milioni di individui

Redazione ANSA PECHINO 25.2 2021 lettura4’

La Cina ha ufficializzato "la vittoria totale" nell'eliminazione della povertà estrema. Durante la cerimonia tenuta nella Grande sala del popolo, il presidente Xi Jinping, chiudendo la campagna iniziata 8 anni fa con la sua salita al potere, ha marcato il ruolo centrale avuto dal Partito comunista cinese battutosi "per migliorare il benessere delle persone" e avendo la lotta alla povertà come "la sua missione originaria".

La Cina ha speso 1.600 miliardi di yuan (246 miliardi di dollari) nella campagna ad hoc dal 18/mo congresso del Pcc, portando fuori dalla povertà oltre 10 milioni di persone all'anno, fino a totali 98,99 milioni.

I 128.000 villaggi e le 832 contee, ufficialmente censiti come in estrema difficoltà, sono stati tutti rimossi dalla lista dell'indigenza. Nel complesso, in 40 anni, a partire dalle riforme e dall'apertura del Paese verso l'esterno, "oltre 770 milioni di persone sono state portate fuori dalla povertà", contribuendo per più del 70% alla riduzione del fenomeno su scala globale, sempre nello stesso periodo, anticipando anche di 10 anni il target del 2030 del piano del'Onu.

Con tali obiettivi raggiunti, la Cina ha creato un altro "miracolo" che "passerà alla storia", ha aggiunto con enfasi Xi, rimarcando vantaggi politici ed efficacia del modello socialista che consentono di mettere insieme le risorse necessarie per centrare un obiettivo ambizioso: solo formando "una comune volontà e un'azione congiunta" si creano i requisiti indispensabili per battere la povertà. La sua eliminazione "nelle aree rurali è un contributo fondamentale per raggiungere l'obiettivo di costruire una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti", ha detto il presidente. Il Paese, ha osservato, ha creato un "esempio cinese" e ha dato un enorme contributo agli sforzi globali sulla complessa materia.

I media statali di Pechino hanno inquadrato il risultato come un regalo anticipato per il prossimo centesimo anniversario della fondazione del Pcc, che si festeggia quest'anno. Il Quotidiano del Popolo, la sua voce ufficiale, ha pubblicato un commento di due pagine in cui ha lodato il "salto storico" per piegare l'indigenza estrema sotto la guida di Xi.

La Cina definisce la povertà rurale estrema un reddito pro capite inferiore a 4.000 yuan (620 dollari) all'anno, pari a 1,52 dollari al giorno, a fronte della soglia globale definita dalla Banca Mondiale di 1,90 dollari al giorno.

2-Da archivio simofin.com (…) A misurare il numero dei poveri nel mondo è la Banca mondiale. Le sue ultime stime sono dell’ottobre di quest’anno (2015): a vivere con meno di 1,90 dollari a persona al giorno sono 902 milioni di individui o il 12,8 per cento della popolazione mondiale. La soglia di 1,90 dollari può apparire sorprendente a chi sia abituato a quelle di 1,25 o anche 1 dollaro al giorno, ma credo che la Banca mondiale abbia ragione nel sostenere che 1,90 dollari nel 2011 era equivalente in termini di potere d’acquisto a 1,25 dollari nel 2005, almeno nei paesi più poveri. Perciò, per quanto vi siano buone ragioni per discutere se questa soglia sia fissata o meno a un livello accettabile – una decisione da cui dipende ovviamente il numero stesso degli individui da considerare poveri –, di una cosa non si può dubitare, e cioè che nel corso dell’ultimo quarto di secolo questo numero si è ridotto in modo straordinario. I passi avanti più rapidi li hanno fatti la Cina e in misura minore l’India, vale a dire i due paesi più grandi del mondo. Ma negli ultimi anni anche l’Africa – a lungo il continente più arretrato, con il 42,6 per cento della popolazione in povertà nel 2012 – ha assistito a una riduzione consistente della miseria. (…)

Con il ridursi della miseria nel mondo povero, sono migliorate le condizioni di salute. Elaborata in Europa alla fine del XIX secolo, la teoria microbica delle malattie ha portato i suoi frutti in Africa e Asia solo dopo la Seconda guerra mondiale: si è iniziato a sottoporre i bambini a vaccinazioni sistematiche, gli interventi di controllo sui vettori delle malattie si sono fatti più efficaci, e si è diffusa in misura sempre maggiore la consapevolezza dell’importanza dell’acqua pulita. La mortalità infantile e dei bambini si è ridotta di anno in anno. Non c’è paese al mondo la cui mortalità infantile e dei bambini sia risultata nel 2010 più alta che nel 1950. La speranza di vita è aumentata nel mondo povero più rapidamente che nel mondo ricco. Naturalmente, a creare questo vantaggio è, ed è stata, da un lato la riduzione della mortalità dei neonati e dei bambini, nei paesi ricchi già realizzata da lungo tempo, e dall’altro il dato di fatto che salvare vite giovani aumenta l’aspettativa di vita più di quanto possa fare salvare la vita di adulti o anziani. Riguardo ai tassi di mortalità di questi ultimi gruppi di età, il recupero dei paesi poveri è stato minore. La salute è migliorata anche nei paesi ricchi. In Europa occidentale e in Nord America, la quota dei fumatori è inferiore a cinquant’anni fa, e più persone utilizzano farmaci con i quali tenere sotto controllo la pressione sanguigna o il colesterolo. Grazie all’adozione di nuovi stili di vita e alla scoperta di nuove terapie, si è rapidamente ridotto il numero delle malattie cardiache e la vita nei paesi ricchi si è allungata ancora di due o tre anni ogni decennio.

Angus Deaton è economista dell’Università di Princeton, premio Nobel per l’Economia nel 2015. Autore de “La grande fuga”, libro edito dal Mulino.

Quelli che anticipiamo sono stralci di un suo intervento pubblicato dal bimestrale in uscita “Il Mulino”, diretto da Michele Salvati Deton 2015