“DICHIARANDOMI COLPEVOLE O FACENDO NOMI IMPORTANTI SAREI USCITA SUBITO” –

Categoria: Estero

PARLA EVA KAILI, L’EX VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO ARRESTATA SEI MESI FA PER LO SCANDALO QATARGATE

4.6.2023 deagospia.com lettura5’

“PENSO CHE IL PENTIMENTO E LE CONFESSIONI DI PANZERI SIANO STATE OTTENUTE SOTTO MINACCIA. SONO METODI NON DEGNI DI UNO STATO DI DIRITTO” – IL RAPPORTO CON GIORGI, I 700MILA EURO IN CONTANTI IN CASA E IL “VERO SCANDALO”: "I MIEI AVVOCATI HANNO SCOPERTO CHE I SERVIZI SEGRETI BELGI AVREBBERO MESSO SOTTO OSSERVAZIONE LE…”

Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

Sei mesi fa è stata arrestata in Belgio perché accusata di far parte di un ipotetico sistema di corruzione al parlamento europeo legato a Qatar e Marocco che faceva capo ad Antonio Panzeri. Nonostante accuse estremamente vaghe e fumose […], è stata 4 mesi in cella e due ai domiciliari.

L’arresto avvenne perché durante la retata del 9 dicembre chiese al padre di portare via da casa una valigia con dentro 700 mila euro in contanti che, per i magistrati, erano i soldi incassati con il marito Francesco Giorgi. La coppia sin da subito si è difesa dichiarando che quei soldi erano dell’ex parlamentare europeo Antonio Panzeri. Kaili ha sempre negato con forza ogni responsabilità. Da pochi giorni è libera.

Le domande sono state inviate ai legali di Eva Kaili prima che il giudice Michel Claise le vietasse di rilasciare dichiarazioni alla stampa con un provvedimento successivo alla revoca dei domiciliari e alla rimessione in libertà e che apre molti dubbi.

Come si sente?

«Più forte. Apprezzo di più ogni momento con la mia bambina, non riesco a smettere di guardarla».

Quali sono state le sue condizioni in carcere?

«Subito dopo l’arresto, al commissariato di polizia sono stata messa in isolamento in una cella con luci e telecamera di sorveglianza sempre accese, senza acqua corrente. Ho sofferto il freddo gelido perché mi è stato tolto il cappotto. Ero preoccupata per la mia bambina, perché i primi giorni non mi è stato permesso di chiamare un avvocato, né la mia famiglia. Il carcere, però, non cambia ciò che siamo, è il modo in cui reagiamo ciò che ci definisce. […] Pene più estreme non rendono una giustizia più giusta».

Tanti soldi in contanti in casa sono difficili da giustificare, ancora di più per un politico. Perché fece venire suo padre a prenderli?

«Quando Francesco è stato arrestato e gli hanno sequestrato l’auto, ho pensato ad un incidete stradale. Poi mi hanno mandato la notizia che anche Panzeri era stato arrestato. Sono andata in panico. Sapevo che nel suo ufficio che è nella stanza di sopra (l’appartamento è un bilocale su due piani, ndr.), dove non vado mai, c’era una valigia di Panzeri e ho trovato un sacco di soldi.

Non riuscivo a capire cosa fosse successo, ma volevo allontanare da casa quel denaro per ridarlo a Panzeri, colui che credevo ne fosse il proprietario. Non ho pensato minimamente di avvalermi della mia immunità parlamentare, e questo dimostra che non sapevo assolutamente ciò che quel denaro rappresentava realmente».

Cosa sapeva?

«Che Panzeri riceveva donazioni. Data la sua esperienza negli affari esteri e nei diritti umani, ha avuto contatti con diverse persone di paesi terzi (non Ue, ndr) e attraverso la sua ong Figth impunity promuoveva una causa nobile.

Ci sono testimonianze documentate sulla sua attività nel Parlamento e sulle persone che ha coinvolto. Io non sono tra quelle. Le commissioni parlamentari di cui faccio parte e il mio lavoro legislativo non hanno alcuna relazione con le sue attività. Anche i servizi segreti confermano che non faccio parte di nessuna organizzazione criminale. Nessuno può corrompermi. Dopo più di un anno di indagini i miei conti correnti e le mie proprietà sono state controllate e sono risultate cristalline. Sulle banconote trovate non ci sono le mie impronte digitali. Con i miei avvocati dimostrerò la mia innocenza».

Cosa sapeva dei rapporti tra Panzeri e Giorgi?

«Capisco che ora tutto sembri sospetto, ma allora non lo era. Panzeri è stato il datore di lavoro di Francesco e lo ha assunto quando era solo uno studente di venti anni. Ha lavorato per lui come assistente e traduttore personale e ha continuato ad aiutarlo anche dopo la fine del suo mandato al Parlamento. Francesco aveva un senso di gratitudine e di obbligo morale molto profondo nei suoi confronti».

Dopo essersi pentito, Panzeri ha dichiarato che a lei erano destinati 250mila. Cosa ha da dire?

«Penso che il pentimento e le confessioni di Panzeri siano state ottenute sotto minaccia. Il messaggio era chiaro: se fai i nomi, ti offriamo un accordo e liberiamo tua moglie e tua figlia dalla prigione. Sono metodi non degni di uno stato di diritto. Hanno fatto lo stesso con me.

Dichiarandomi colpevole o facendo nomi importanti sarei tornata subito da mia figlia, ma dato che avrei dovuto mentire, non ho mai nemmeno pensato che potesse essere un’opzione.

Durante il primo interrogatorio e prima di pentirsi, Panzeri ha fatto i nomi di due membri del parlamento di lingua italiana e non il mio e non parla di me neppure nelle intercettazioni telefoniche. Il primo è stato arrestato, l’altra non ha avuto problemi mi chiedo ancora perché. Forse perché protetto da un’immunità speciale?»

Si sta riferendo ai deputato italo-belgi Marc Tarabella e Maria Arena?

«I nomi sono negli atti».

[…] Ha incontrato due volte il ministro del lavoro del Qatar, che gli inquirenti considerano un finanziatore della corruzione. Perché?

«[…] Era una missione di diplomazia parlamentare fatta per conto della presidente del Parlamento europeo. L'Ue considera il Qatar come un partner fondamentale nella regione. È l'unico paese del Golfo ad aver condannato l'invasione russa dell'Ucraina e la sua posizione geopolitica come esportatore alternativo di Gnl verso la Russia lo rendono strategicamente importante per gli Stati membri. […]Negli stessi giorni ha incontrato i Ministri degli Affari Esteri e del Lavoro del Belgio e altri colleghi parlamentari».

Gli inquirenti fanno intendere che le indagini si estenderanno, al momento non è accaduto.

«Credo che le aspettative create dai media fossero alte e le fughe di notizie selettive e illegali sulla stampa hanno trasformato i dibattiti televisivi mondiali in aule di tribunale. I giornalisti avevano le informazioni prima dei miei avvocati, il che ha portato a speculazioni estreme. Dopo tutti questi mesi non è venuto fuori nulla di nuovo. Il Parlamento ha protezioni che nessun lobbista può abbattere.

Tuttavia, c'è una cosa inquietante che vorrei sollevare. Dal fascicolo giudiziario i miei avvocati hanno scoperto che i servizi segreti belgi avrebbero messo sotto osservazione le attività dei membri della commissione speciale Pegasus (Indaga sulle intercettazioni di leader europei fatte illegalmente dal Marocco, ndr.) Il fatto che i membri eletti del Parlamento siano spiati dai servizi segreti dovrebbe sollevare maggiori preoccupazioni sullo stato di salute della nostra democrazia europea. Penso sia questo il vero scandalo».

Metsola le ha subito revocato la vice presidenza e pochi hanno parlato in suo favore. Delusa?

«È triste vedere come non venga rispettata la presunzione di innocenza. Mi dispiace che nessuno degli eurodeputati mi abbia cercato per ascoltare la mia versione. Ho apprezzato la posizione di Massimiliano Smeriglio (Sd) e sono molto riconoscente a Deborah Bergamini (Pd), la deputata italiana più coraggiosa che ha osato venirmi a trovare in prigione e ha denunciato i metodi inumani usati contro di me».

Ha potuto incontrare sua figlia in carcere solo a gennaio, un mese dopo l’arresto. Il suo avvocato ha detto che è stata una tortura.

«È stato terribile. Separare una madre per 4 mesi dalla figlia di 2 anni non solo è considerata una forma di tortura nei paesi fondati sullo stato di diritto, ma è in piena violazione della Convenzione sui diritti dei minori delle Nazioni Unite e ratificata dal Belgio. […] È una tortura inutile perché le indagini avrebbero potuto procedere allo stesso modo con me agli arresti domiciliari. […] Ora mi tiene la mano o mi mette le mani intorno al collo per dormire».

[…] E con Francesco Giorgi come va?

«Lo scopriremo con il tempo. È un ottimo padre per mia figlia».