OLTRE LE PAROLE DI PAROLIN Il grande freddo tra cristiani ed ebrei

Categoria: Estero

-Nell'ospedale Nasser, Israele cerca gli ostaggi, vivi e morti. Le gru egiziane al lavoro nel Sinai

16.2.2024 Matteo Matzuzzi, Fabiana Magrì. Ilfoglio.it lett3’

OLTRE LE PAROLE DI PAROLIN Il grande freddo tra cristiani ed ebrei

Intervenendo all'Università Gregoriana, lo scorso gennaio, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha detto che “sono stati fatti molti passi indietro nel dialogo”. “C'è la preghiera per la pace, ma non avete il monopolio della pace. La pace la vogliamo tutti, ma dipende da quale”, aveva aggiunto

MATTEO MATZUZZI 16 FEB 2024

    

Da decenni le relazioni fra Israele e la Santa Sede e fra la Chiesa e l’ebraismo non erano così in crisi. Il pogrom del 7 ottobre ha solo accelerato una tensione che montava da tempo

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Ieri mattina, l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha diffuso un nuovo comunicato che tenta di gettare acqua sul fuoco dopo la precedente Nota con cui di definiva “deplorabile” quanto detto il giorno prima dal cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, sfiorando l’incidente diplomatico. Parolin aveva espresso pubblicamente la sua perplessità per la “carneficina” in corso, sottolineando che “il diritto alla difesa non giustifica trentamila morti”. L’ambasciata ha spiegato che il testo diffuso in italiano era in realtà una traduzione dell’originale inglese e che “la parola ‘deplorevole’ (regrettable nell’originale, ndr) poteva anche essere tradotta in modo più preciso con ‘sfortunata’”. Un mezzo passo indietro che non cambia la sostanza di un rapporto sempre più complicato fra la Santa Sede e Israele. E’ sbagliato però ridurre tutto all’atteggiamento prudente del Vaticano all’indomani del pogrom del 7 ottobre, che comunque ha peggiorato le cose: la tensione si avvertiva da ben prima, almeno da quando si era insediato il governo formato da Benjamin Netanyahu con il vitale sostegno della destra religiosa. Già l’anno scorso, il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa (poi cardinale) – non certo un pasdaran anti israeliano – denunciava “il sempre più diffuso clima di odio anticristiano”: “Le violenze contro i nostri luoghi e simboli cristiani sono solo una delle espressioni della violenza più diffusa che caratterizza questo nostro tempo, che è presente ovunque. La politica, anziché sforzarsi di cercare vie di unità e il bene comune, sembra volerci fare precipitare in un vortice di sempre maggiore divisione, su tutto: tra israeliani da una parte e palestinesi dall’altra, ma anche tra israeliani fra loro e palestinesi tra loro, ed è sempre più incapace di una visione che crei prospettive e futuro. Anche a livello religioso il sospetto, gli stereotipi e i pregiudizi sembrano avere la voce più potente, in questo momento”….

-Nell'ospedale Nasser, Israele cerca gli ostaggi, vivi e morti. Le gru egiziane al lavoro nel Sinai

FABIANA MAGRÌ 15 FEB 2024

    

Mentre è in atto il recupero dei cadaveri di alcuni ostaggi israeliani, dall'Egitto arrivano “segnali seri” di un centro per accogliere i palestinesi nel Sinai

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Tel Aviv. Un’operazione militare “precisa”, finalizzata al recupero di cadaveri di ostaggi israeliani, è stata avviata all’interno dell’ospedale Nasser di Khan Yunis a Gaza. L’ha confermato il portavoce militare Daniel Hagari, dopo l’annuncio di “un’invasione” diffuso ai media dal ministero della Sanità di Hamas. Le informazioni dell’esercito israeliano dicono che “le truppe hanno arrestato un certo numero di sospetti”. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha dato notizia di un morto e diversi feriti. Nella struttura sanitaria erano rifugiate decine di sfollati palestinesi. “Le forze di occupazione – ha aggiunto la Wafa – hanno costretto anche medici e infermieri a evacuare l’ospedale e a dirigersi a Rafah”. Tsahal ha spiegato di aver contattato ufficialmente il direttore sanitario già martedì, mentre programmava l’azione, “chiedendo l’immediata cessazione di tutte le attività di Hamas all’interno dell’ospedale e l’evacuazione di tutti i terroristi”. Tanto che i principali canali palestinesi avevano notato che decine di persone in procinto di lasciare il Nasser erano state arrestate dopo i controlli dei soldati israeliani.