Pazzesco, PAESI CHE ALZANO IL DITINO SUL CONFLITTO A GAZA? DOPO IL SUDAFRICA, IL NICARAGUA PORTA LA GERMANIA ALLA CORTE DELL’AIA

Categoria: Estero

CHIEDENDO DI FERMARE GLI AIUTI MILITARI TEDESCHI A ISRAELE: IL SOSTEGNO DI BERLINO CONSENTIREBBE "ATTI DI GENOCIDIO A GAZA"

9.4.2024 dagospia.com lettura2’

- SURREALE CHE LA RICHIESTA ARRIVI DAL REGIME DI ORTEGA, AL POTERE DAL 1979, CHE HA MANDATO IN CARCERE SFIDANTI E DISSIDENTI - LA GERMANIA RIGETTA LE ACCUSE: "LA SICUREZZA DI ISRAELE E' AL CENTRO DELLA NOSTRA POLITICA ESTERA"

(ANSA) La sicurezza di Israele è "al centro della politica estera tedesca" e la Germania "rigetta fermamente" le accuse lanciate dal Nicaragua, sulla partecipazione al genocidio nella striscia di Gaza. Lo ha detto la legale Tania von Uslar-Gleichen, secondo quanto riferisce Afp, parlando all'Aja a nome della Germania, davanti alla Corte internazionale di Giustizia dell'Onu.

Mara Gergolet per il “Corriere della Sera” - Estratti

Il Nicaragua ha chiesto alla più alta corte delle Nazioni Unite di fermare gli aiuti militari tedeschi a Israele. Il sostegno di Berlino — questa l’accusa — consentirebbe infatti atti di genocidio a Gaza e violazioni del diritto umanitario internazionale. Il caso aperto presso la Corte Internazionale di Giustizia (Icj) contro la Germania — il secondo maggior fornitore di armi allo Stato ebraico dopo gli Stati Uniti — in realtà potrebbe avere conseguenze su tutta la campagna israeliana.

E per quanto sembri incredibile, perfino surreale — ma non storicamente immotivato — che a portarlo avanti sia un regime come quello di Daniel Ortega, nondimeno il procedimento è delicato per gli Stati coinvolti. Come lo fu la prima sfida legale presso la stessa corte, quando pochi mesi fa il Sudafrica accusò Israele di genocidio. Ma prima due parole sul Paese di Daniel Ortega, ormai leader eterno del Nicaragua. Il presidente — il più longevo del Sudamerica, al potere dal 1979 — ha vinto le elezioni nel 2021 dopo aver mandato in carcere i suoi sette sfidanti. Lontano il tempo in cui era alla guida di una rivoluzione sandinista che scaldava i cuori anche in Europa. Risale a quell’epoca l’amicizia e il legame di ferro con i palestinesi di Arafat.

Quella rivoluzione a cui il mondo guardò con speranza, portò alla cacciata e fuga a Miami del feroce caudillo Anastasio Somoza: quattro decenni dopo, però, Ortega ha finito tristemente per assomigliargli. Deposti gli occhiali a goccia, dopo giravolte, malaffare e infine repressione, Ortega e il suo governo sono stati di recente accusati da avvocati dei diritti umani sostenuti dall’Onu di abusi sistematici che «equivalgono a crimini contro l’umanità».

Questo è il Paese che porta in causa la Germania. Nondimeno, il processo è non solo valido, ma condotto secondo le migliori procedure e seguito da non pochi cervelli giudirici di prim’ordine. Ieri all’apertura l’ambasciatore del Nicaragua, Carlos José Argüello Gómez, ha detto al collegio dei 16 giudici che «la Germania non sta onorando il proprio impegno di prevenire i genocidi»

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