Trump promette ai sauditi che l’America «non darà più lezioni su come vivere», in compenso sembra averne prese parecchie,
Francesco Cundari 16 Maggio 2025, linkiesta.it lettura2’
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Nella prima giornata del suo viaggio politico-affaristico in Medio Oriente, martedì scorso, Donald Trump ha dichiarato solennemente, rivolgendosi direttamente alla platea di una lussuosa sala da ballo di Riad, che l’America «non vi darà più lezioni su come vivere». In effetti, a giudicare dal genere di accordi rastrellati nel corso della missione, in cui non per niente il presidente era accompagnato da Elon Musk, Mark Zuckerberg e dagli altri sceicchi del web, si direbbe che l’America di Trump lezioni su come vivere, dai suoi gentili ospiti, le abbia semmai prese.
Di sicuro fa un certo effetto ascoltare quelle parole sulla pretesa di insegnare agli altri come vivere, un tipico ritornello del pensiero anticoloniale, dal presidente che ha voluto accogliere come rifugiati gli afrikaners, i discendenti dei coloni europei, la minoranza bianca al potere in Sudafrica ai tempi dell’apartheid, nel momento stesso in cui smantellava qualunque protezione per chi fuggiva da guerre, carestie e disastri naturali.
Ma non è difficile capire perché la narrazione della minoranza bianca perseguitata dai neri tocchi la sensibilità di Trump assai più delle sorti degli afghani abbandonati nelle mani dei talebani (peraltro in seguito agli accordi firmati proprio da lui). Senza dimenticare che buona parte dei principali esponenti della nuova oligarchia tecnologica che con Trump si è insediata alla Casa Bianca, da Elon Musk a Peter Thiel, è cresciuta o ha comunque vissuto una parte importante della sua vita proprio nel Sudafrica dell’apartheid. Quello è il bel tempo antico cui sognano di farci tornare.
Il contrasto tra i tappeti rossi stesi agli afrikaners e le immagini degli immigrati sudamericani portati via in catene non potrebbe essere più netto, ed autoesplicativo. E si sposa benissimo, al di là dell’apparente contraddizione, con il discorso sulla volontà di non dare più «lezioni su come vivere», pronunciato di fronte ai signori delle petromonarchie del Medio Oriente, ben felici di poter continuare a tenere la popolazione nella miseria più nera. Il vero razzismo, la vera mentalità coloniale, il vero suprematismo occidentale sta infatti proprio nell’idea che esistano popoli non capaci, non degni o non desiderosi di essere liberi, che libertà e democrazia siano una fissazione occidentale, che esistano dunque razze, categorie o gruppi di individui nati per essere schiavi e persino desiderosi di esserlo.
L’America e l’occidente hanno molto da farsi perdonare, dall’invasione dell’Iraq al sostegno al governo Netanyahu nella sua guerra infinita contro Gaza. Ma libertà e democrazia restano valori universali, e non è certo rinnegandoli che si faranno gli interessi delle popolazioni oppresse del Medio Oriente, come dimostra l’osceno spettacolo della cordiale intesa tra oligarchi nella missione diplomatico-affaristica guidata da Donald Trump.