Difesa, Tecnologia /Gli Usa sviluppano Cerberus XL, il sistema anti-drone per la guerra elettronica del futuro

Categoria: Estero

Questo sistema utilizza una combinazione di sensori avanzati, tra cui immagini termiche, radar 3D e rilevamento RF, integrati con IA

Giuseppe Gagliano 19 Maggio 2025 insideover.com lettura3

Il sistema Cerberus XL C-UAS in corso di sviluppo dopo esser stato presentato dagli Stati Uniti rappresenta un significativo passo avanti nella Difesa contro la minaccia crescente dei droni sul campo di battaglia. Il contesto geopolitico attuale, caratterizzato da un’elevata proliferazione di sistemi senza pilota utilizzati sia in ambito militare che in contesti asimmetrici, ha reso indispensabile l’adozione di tecnologie avanzate capaci di rilevare, tracciare e neutralizzare potenziali minacce aeree. In questo scenario, l’integrazione di sistemi come il Cerberus XL permette agli Stati Uniti di rafforzare la propria capacità di protezione sia in ambito domestico che in operazioni oltremare, offrendo un vantaggio strategico in situazioni dove l’elemento della sorpresa, derivante dall’uso di droni commerciali o militari, è diventato una variabile critica.

Un’esercitazione condotta a novembre nell’ambito dell’iniziativa Falcon Peak a Fort Carson, Colorado, ha dimostrato l’efficacia del sistema non solo nel rilevare un numero elevato di bersagli – fino a 500 droni simultanei – ma anche nel fornire una risposta rapida e modulare adattabile a diversi scenari operativi.

Questo sistema utilizza una combinazione di sensori avanzati, tra cui immagini termiche, radar 3D e rilevamento RF, integrati con intelligenza artificiale per garantire un’accurata identificazione del bersaglio. La capacità di integrare effettori non cinetici con sistemi di sconfitta cinetica, come missili antiaerei o armi a energia diretta, consente alle forze armate di adattarsi rapidamente a nuove minacce, rendendo il Cerberus XL una piattaforma versatile.

Il fatto che questo sistema sia stato testato con successo in Ucraina, dove le forze russe hanno fatto un uso esteso di droni per missioni di sorveglianza e attacchi a lungo raggio, sottolinea l’efficacia operativa del Cerberus XL in contesti reali di conflitto. Gli Stati Uniti, con questa tecnologia, non solo potenziano la difesa delle proprie infrastrutture critiche, come aeroporti e basi militari, ma si pongono in una posizione di leadership nell’evoluzione delle misure anti-drone. L’accordo da 31 milioni di dollari con Kongsberg Defence & Aerospace per la fornitura del sistema alle forze ucraine evidenzia la fiducia riposta in questa tecnologia, dimostrando come essa possa essere facilmente integrata nei sistemi di difesa esistenti.

Contro gli attacchi non convenzionali

Sul piano strategico, l’adozione del Cerberus XL riflette un cambiamento significativo nelle priorità militari statunitensi, orientate sempre più verso una difesa multilivello e multidominio, capace di rispondere a minacce ibride e asimmetriche. L’integrazione di tecnologie AI e di sensori avanzati consente di ridurre drasticamente i tempi di reazione, un fattore cruciale in uno scenario in cui i droni possono essere utilizzati per attacchi rapidi e imprevedibili. Gli Stati Uniti mirano a trasformare le proprie forze armate in un’entità capace di dominare lo spazio aereo anche contro minacce di piccola scala che, pur non essendo equiparabili a jet o missili balistici, possono causare danni significativi se non intercettate tempestivamente. L’iniziativa Falcon Peak ha evidenziato l’importanza di continuare a sviluppare capacità difensive in grado di proteggere le installazioni militari e le infrastrutture critiche da attacchi non convenzionali. L’uso di droni da parte di attori non statali, così come la loro diffusione nei conflitti regionali, dimostra quanto sia urgente una risposta tecnologica e strategica da parte delle forze armate.

Il rapido sviluppo di sistemi contro-UAS è inoltre allineato con le previsioni di crescita del mercato degli UAV militari, che secondo un recente rapporto di Mordor Intelligence dovrebbe aumentare a un ritmo del 11,7% annuo fino al 2029. Questo trend non solo indica un’espansione delle capacità offensive dei droni, ma anche un riconoscimento da parte delle potenze globali della necessità di disporre di sistemi di contromisure sempre più sofisticati. Con l’evolversi della minaccia rappresentata da droni autonomi e coordinati, tecnologie come il Cerberus XL diventano una componente essenziale del futuro della difesa aerea. L’implementazione di piattaforme come il Cerberus XL nelle esercitazioni statunitensi rappresenta un preludio al futuro della guerra elettronica, in cui la capacità di rilevare e neutralizzare rapidamente le minacce sarà un elemento decisivo per garantire la superiorità strategica sul campo di battaglia.