Hamas viola tregua Israele: cosa rischia Gaza/ “Leggi contro bande armate” vendetta su palestinesi dissidenti

Categoria: Estero

A Gaza dopo le violazioni di Hamas e le repliche di Israele: la "sicurezza" e le "leggi" nella Striscia, l'ostilità islamista alla pace

Niccolò Magnani 19.10. 2025 ilsussidiario.net lettura3’

IL “DOPPIO GIOCO” DI HAMAS E IL RISCHIO DI ROMPERE LA TREGUA: COSA SUCCEDE A GAZA

Hamas ha compiuto una doppia smentita dopo la mattinata di tensione altissima nella Striscia di Gaza e presso Rafah: «nessun attacco al Valico, nessuna azione contro i palestinesi e pieno impegno sulla tregua». Il problema è che solo poche ore prima, secondo quanto emerso sia da fonti israeliane sia americane che arabe, in poche ore la sigla terroristica palestinese è “riuscita nell’impresa” di attaccare prima i civili di Gaza dissidenti, poi l’IDF, il tutto poi smentendo e dando le colpe allo Stato di Israele.

La tensione insomma rischia di far saltare l’accordo di pace siglato appena la scorsa settimana e che ha prodotto, sebbene a fatica, la riconsegna degli ostaggi vivi e la (lenta) consegna dei corpi israeliani morti in prigionia sotto la stessa Hamas: il metodo in Medio Oriente resta quello del caos, dove tutti accusano tutti e dove riesce difficile far emergere la verità dei fatti. Quanto però visto in settimana con le esecuzioni per le strade di Gaza City di palestinesi, o con gli spari sui convogli dell’esercito ebraico al Valico di Rafah, così come la mancata promessa di riconsegnare subito tutti gli ostaggi morti ammazzati.

Ostaggi Israele, ricerca a Gaza

Croce Rossa ispeziona Gaza City alla ricerca degli ostaggi di Israele (ANSA-EPA 2025)

Mentre il Governo Netanyahu deciderà nelle prossime ore quali decisioni prendere per eventualmente rispondere ulteriormente agli attacchi di Hamas, dagli Stati Uniti l’amministrazione Trump in costante contatto con i Paesi Arabi cerca di anticipare eventuali nuove violazioni della tregua e avvisa che qualora la situazione non dovesse migliorare «saranno prese misure per proteggere la gente di Gaza e preservare l’integrità del cessate il fuoco».

LE ESECUZIONI, LE “LEGGI CHIARE” E LA “SICUREZZA” A GAZA: IL METODO HAMAS CHE INCENDIA IL MEDIO ORIENTE

Alle pressioni americane, seguite da quelle di Egitto e Qatar, Hamas ha replicato gettando la colpa addosso a Israele e sottolineando come le azioni di questi ultimi giorni sono volte a mantenere «la sicurezza a Gaza», in pieno rispetto di «leggi chiare» che valgono all’interno della Striscia.

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Sono parole particolari e tutt’altro che “pacifiche” nel contesto in cui vengono dette: il comunicato di Hamas è in qualche modo un doppio “azzardo” di difendere la propria posizione, scongiurando la violazione della tregua (che però nei fatti è avvenuta, ndr) e ribadire che la presenza tra le vie di Gaza City ad oggi è essenziale per ristabilire la «piena sicurezza» della zona. È un sostanziale rifiuto al disarmo dopo che invece proprio questo punto è al centro della seconda parte di attuazione del Piano Trump.

Sono in atto da giorni scontri tra i vari gruppi palestinesi, come vi abbiamo già documentato in questo focus: le esecuzioni in piena regola nella Striscia, sotto la coltre dell’accusa di essere “ribelli filo-Israele”, trasmettono il messaggio di Hamas di non voler accettare una cacciata da Gaza, oltre che una continua vendetta contro chi viene considerato un “dissidente” dalla sharia islamista anti-Stato Ebraico.

Gli scontri a Rafah, la ripresa delle ostilità e il ritardo nella consegna degli ostaggi – così come la vicinanza degli Houthi in Yemen che tiene sotto scacco aiuti e forze ONU – sta mettendo a serio rischio la tregua generale, con la lotta intestina tra le fazioni palestinesi che riflettono il tentativo di Hamas non solo di rimanere “centrale” a Gaza ma di non voler ammettere un futuro alla popolazione civile stremata da anni di regime e 48 mesi di attacchi giornalieri delle forze militari israeliane.