Yemen, lo scontro tra sunniti e houthi arriva al Consiglio di Sicurezza dell’Onu

Categoria: Estero

La Giordania, sostenuta anche dall’Arabia Saudita, chiede una risoluzione contro i ribelli accusati di essere sostenuti dall’Ira

14/04/2015 MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME, La Stampa

Prova di forza all’Onu dei Paesi sunniti che, guidati dalla Giordania, puntano a far approvare al Consiglio di Sicurezza una risoluzione contro i ribelli houthi dello Yemen. La bozza del testo è stata redatta dalla Giordania, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, d’intesa con l’Arabia Saudita e la coalizione di Paesi sunniti che il 26 marzo hanno lanciato l’operazione «Decisive Storm» per reinsediare a Sanaa il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, deposto in febbraio dai ribelli houthi accusati di essere sostenuti dall’Iran. L’intento del testo è di impedire agli houthi di impossessarsi dello Yemen e prevede a tal fine sanzioni pesanti - a cominciare da congelamento dei beni e divieto dei viaggi - per il loro leader politico, Abdul-Malik al-Houthi, e per Ahmed Ali Abdullah Saleh, figlio maggiore dell’ex presidente Saleh alleato dei ribelli. 

Identiche sanzioni sono già in vigore contro l’ex presidente Ali Abdullah Saleh, il comandante militare degli hothi Abd al-Khaliq al-Houthi e il suo vice Abdullah Yahya al Hakim. Nei confronti di questi cinque personaggi, identificati come i leader della rivolta houthi, la risoluzione prevede anche il totale embargo delle forniture di armi, assieme all’obbligo di ispezionare tutte le navi cargo a loro destinate, dichiarando un blocco navale de facto. La risoluzione chiede inoltre agli houthi - e a tutte le altre fazioni yemenite - di porre termine alle violenze, ritirarsi dalle aree conquistate - inclusa la capitale Sanaa - e di riconsegnare tutte le armi sequestrate nei depositi militari. 

La prova di forza dei Paesi sunniti è anzitutto nei confronti della Russia di Vladimir Putin che nei giorni scorsi ha fatto circolare un proprio testo proponendo «tregue umanitarie» da far rispettare alla “coalizione” guidata dai sunniti. Arabia Saudita, Egitto, Giordania e gli altri arabi contano sul sostegno di Stati Uniti e Paesi europei al Consiglio di Sicurezza ma l’interrogativo è cosa farà Mosca ovvero se opporrà il veto come già fatto, più volte, in difesa del regime siriano di Bashar Assad, anch’egli sostenuto dall’Iran.