Chi è Euclid Tsakalotos, il duro gentleman che sostituirà Varoufakis

Categoria: Estero

Dovrebbe occupare (ad interim) il dicastero delle Finanze del governo greco dopo le dimissioni del ministro rockstar. Modi aristocratici e studi altolocati, ma ideologia decisa. Con chi avranno a che fare i negoziatori europei

L'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (alla guida) con il suo probabile successore, Euclid Tsakalotos (foto LaPresse)

di Redazione | 06 Luglio 2015 ore 16:34 Foglio

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Euclid Tsakalotos non è una rockstar, ma se le fonti governative sentite dai media greci sono corrette, sarà nominato ministro delle Finanze (probabilmente ad interim) al posto di Yanis Varoufakis, che si è dimesso lunedì all’indomani della vittoria del “no” al referendum greco. E al contrario di quanto successo con il suo predecessore, i negoziatori dei governi europei potrebbero trovare in Tsakalotos, 55 anni, un interlocutore che “parla il loro linguaggio meglio di loro stessi”, come ha detto un insider di Syriza al Guardian il mese scorso.

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Invece Tsakalotos, dopo un periodo di insegnamento alla Kent University, dopo essere tornato in Grecia negli anni Novanta per insegnare all’Università di Atene, si è iscritto a Synaspismos, il partito di estrema sinistra che sarebbe diventato Syriza negli anni successivi. Al contrario di Varoufakis, insomma, Tsakalotos è uomo di partito, ha militato in Syriza per quasi dieci anni, ed è parlamentare dal 2012. E’ sottosegretario agli Esteri del governo Tsipras, e da aprile è a capo dei negoziatori del governo di Atene che trattano con l’Europa. Già lo scorso gennaio Paul Mason di Channel 4 lo definiva “il cervello economico di Syriza”, e “il ministro delle Finanze ombra”.

Tsakalotos è considerato da mesi un possibile successore di Varoufakis. I suoi modi raffinati lo rendono un interlocutore più avvezzo ai partner europei, ma non per questo meno duro. Il nuovo probabile ministro ha scritto 6 libri di economia, e l’ultimo, pubblicato nel 2012 (“Crucible of Resistance: Greece, the Eurozone and the World Economic Crisis”), sostiene che la causa della crisi economica greca siano i due decenni di politiche neoliberiste che hanno preceduto il crollo. Per Tsakalotos la crisi economica è soprattutto una “crisi di democrazia”, in alcune interviste ha accusato di illegalità le azioni della Troika e ha accusato l’Ue di non rispettare i princìpi base dell’Europa, “come la democrazia e la giustizia sociale”. Lui dice di essere contrario alla Grexit, di recente ha twittato che “siamo un governo strategicamente a favore dell’euro”, ma il columnist del Telegraph Ambrose Evans-Pritchard ha scritto che Tsakalotos (“brilliant man”) sarà “più duro di Varoufakis, che è un europeista convinto”.

Il mese scorso il neo ministro ha detto al Guardian (“con understatement britannico”) che da quando è diventato capo dei negoziatori ha perso il sonno. Il suo nuovo incarico di certo non lo aiuterà.

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COMMENTI

-          Moreno Lupi • un'ora fa

Avrà tutto il look e l'aplomb che si dice, ma quando vuol farci credere che "la causa della crisi economica greca siano i due decenni di politiche neoliberiste che hanno preceduto il crollo", ecco, parla come Landini. Molto più genuino e sincero di lui. A meno che, ma dovrebbe specificare, per politiche neoliberiste s'intendano quelle del fare "debito sociale senza vincolo di bilancio", ma poiché non è così, rimane la solita frase a effetto per gonzi creduloni. E' sempre successo: gli intellettuali, densi di prestigiose scuole, di letture esclusive e di titoli accademici, vedi Piketty, e il nostrano Rodotà, quando bramano definirsi di sinistra, sputano senza ritegno nel piatto dove hanno e, continuano a mangiare lautamente. Sono tutti appartenenti al club di quelli che per mantenere ed accrescere i loro privilegi, lisciano il pelo dello scontento e della protesta dei poveri cristi. Lo strumento preferito del club è la truffa aggravata e continuata.

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