Non salvare Tsipras per salvare l’Europa. L’euro si può rafforzare solo mostrando l’exit alla Grecia dei caudilli

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Prego, da quella parte. Purtroppo non accadrà quello che invece dovrebbe accadere e nelle prossime ore Alexis Tsipras cercherà di concordare con Angela Merkel un accordo che permetta al governo greco di dimostrare di aver piegato l’Europa

di Claudio Cerasa | 07 Luglio 2015 ore 06:15 Foglio

Prego, da quella parte. Purtroppo non accadrà quello che invece dovrebbe accadere e nelle prossime ore Alexis Tsipras cercherà di concordare con Angela Merkel un accordo che permetta al governo greco di dimostrare di aver piegato l’Europa e che permetta allo stesso tempo al governo tedesco di dimostrare di aver salvato l’Europa e la Grecia senza aver fatto perdere la faccia alla Germania. Arrivati a questo punto della grande commedia greca però una soluzione nemmeno troppo paradossale per rafforzare l’Europa, disinnescare i populismi e certificare che le regole valgono per tutti esiste e sarebbe quella magnifica e spericolata di confermare che il referendum di domenica scorsa era davvero tra chi vuole stare dentro e chi vuole stare fuori, tra chi dice che le condizioni per restituire un mutuo le deve scegliere chi contrae il mutuo e non chi lo eroga, e tra chi pensa insomma che fuori dal perimetro dell’euro ci sia un grande Eden, un paradiso, un paese dei balocchi che ci attende e che ci aspetta a braccia aperte.

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E dunque, di cosa abbiamo paura? Abbiamo Mario Draghi, abbiamo una Banca centrale europea che solo in Italia acquista ogni mese sessanta miliardi di titoli di stato e abbiamo tutte le condizioni per resistere all’uscita di un paese che vale l’1,8 per cento del pil europeo. Trattenere la Grecia in Europa sarebbe uno schiaffo alla stessa Europa e darebbe la possibilità ai populisti all’amatriciana di rivendicare per il futuro un Eden che non esiste. Ormai il dentifricio è uscito dal tubetto e dunque prego, amici greci, accomodatevi, fate in fretta, l’uscita è da quella parte, grazie.

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