L'Italia dà molto all'Onu e riceve poco in cambio

Categoria: Estero

Negli ultimissimi anni il costo delle 40 agenzie partorite dall'Onu, alcune delle quali assolutamente inutili, è aumentato del 30%. Va bene l'Onu, ma parliamone.

 di Carlo Valentini Italia Oggi 25.8.2015

Nel cortile delle Nazioni Unite, a New York, sul quale incombe il grattacielo in vetro degli uffici dell'organizzazione, ci si imbatte, appena varcato l'ingresso, in una grande scultura di Arnaldo Pomodoro, con una targhetta sbiadita e quasi illeggibile: dono dell'Italia. Poi nella parte nobile, tra la sala plenaria e quella del consiglio di sicurezza, vi è un'altra opera proveniente dal nostro paese: un grande mosaico con i vetri di Murano.

Per il resto, l'Italia è lontana dal cuore pulsante dell'Onu: non è membro permanente del consiglio di sicurezza (a differenza di Francia e Inghilterra), non ha propri rappresentanti nell'organigramma di vertice guidato da Ban Ki Moon, in una sola delle missioni di pace (Libano) ha connazionali nelle linee di comando, sono pochi gli italiani che lavorano all'interno del grattacielo, la lingua non è contemplata tra quelle ufficiali.

A fronte di questo ruolo marginale l'Italia versa nelle casse Onu 370 milioni di euro l'anno più il costo delle varie missioni, quella in Libano, per esempio, ha già pesato sul bilancio statale per oltre 2 miliardi. Poiché siamo il settimo contributore del bilancio Onu, dove siedono 193 paesi, forse è arrivato il momento di chiedere conto di questo sforzo finanziario, non indifferente in un periodo di crisi economica.

Un anno fa, a settembre, Matteo Renzi pronunciò un discorso all'assemblea generale. Ma a quel discorso non è seguita una determinazione del governo a potenziare la rappresentanza italiana all'Onu. Tanto che, non a caso, gli appelli di un coinvolgimento delle Nazioni Unite nella soluzione del problema dell'immigrazione nel Mediterraneo sono caduti nel vuoto. Così come le perorazioni per un aiuto alla soluzione del caso dei due marò ostaggi dell'India.

Forse perché strutture così elefantiache producono caste che col tempo tendono solo a salvaguardare i loro privilegi. Il 48% dei dipendenti hanno la qualifica di dirigenti e guadagnano in media 240 mila dollari l'anno, esentasse. Non solo. Negli ultimissimi anni il costo delle 40 agenzie partorite dall'Onu, alcune delle quali assolutamente inutili, è aumentato del 30%. Va bene l'Onu, ma parliamone.

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