Gentiloni, sulla Libia fa meglio dell'Onu

Categoria: Estero

Dai francesi dobbiamo aspettarci qualche duro colpo di coda per mandare tutto a monte. Siamo, infatti, agli incerti inizi: la strada è però, quella giusta.

 di Domenico Cacopardo, Italia oggi 31.12.2015

Lentamente sembra profilarsi una reale soluzione del problema libico. Paradossalmente, il merito più che dell'Onu e dei governanti europei è della paura della crescente presenza Isis. È dallo scorso giugno che si aspetta una missione europea per realizzare la pacificazione di quel territorio e il contrasto ai banditi del traffico di migranti. Si aspettava che l'incaricato dell'Onu, lo spagnolo León, definisse un'intesa tra le varie parti in causa, per la ricostruzione dello Stato, passando dall'attuale anarchia a un assetto meno instabile e in progress verso una sostanziale pacificazione. León ha però fallito. Ma ora ci siamo: il nuovo incaricato Onu, il tedesco Kobler, è riuscito a mettere insieme le forze disponibili e a definire un'intesa di governo.

Il primo effetto è stata la creazione di un legittimo interlocutore, un soggetto con il quale mettere sul tavolo uno dopo l'altro i problemi incancrenitisi dall'attacco francese a Gheddafi in poi. Tanto che Fayez Al-Serraj, il nuovo premier libico, ha compiuto il suo primo viaggio a Roma per incontrare Matteo Renzi. I due hanno concordato di riprendere subito in mano il Trattato di amicizia stipulato nel 2008 per aggiornarlo e renderlo operativo. La cosa non dev'essere piaciuta ai nostri amici francesi, quelli che volevano sostituire gli italiani nei rapporti con la Libia. Da essi dobbiamo aspettarci qualche duro colpo di coda per mandare tutto a monte. Siamo, infatti, agli incerti inizi: la strada è però, quella giusta.

C'è un riconoscimento da formulare oltre che a Renzi a un altro italiano determinante per il ritorno dell'Italia nello scacchiere. Pensiamo a Paolo Gentiloni, il ministro degli esteri, poc'apparenza molta sostanza, che ha seguito minuto per minuto il dossier, mettendo in atto le misure necessarie per il successo (politico) italiano. Col passo felpato delle feluche di lungo corso, Gentiloni, portatore di nobile sangue politico (il suo avo conte Vincenzo Ottorino stipulò il Patto Gentiloni per il ritorno dei cattolici nella vita istituzionale), non ha sbagliato una mossa, rinunciando all'effimero protagonismo dei chiacchieroni per puntare a un solido risultato. Il bel successo per tutti noi.

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