La corsa all’oro di Giannino

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Per sostenere la campagna nazionale di Fare per fermare il declino servono 2 milioni

di euro. Ma a novembre la cifra era ferma a 300 mila. Si moltiplicano dunque le iniziative per raccogliere fondi.

di Marianna Venturini,

In politica, oltre ai voti, serve soprattutto il vile denaro. Questa è la regola non scritta, a cui si aggiunge che per le elezioni c’è bisogno di parecchi soldi da investire.

SENZA RIMBORSI. Sono numerose le voci di spesa per stampare e distribuire i volantini, organizzare gazebo e banchetti ma anche comprare spot pubblicitari e manifesti.

Oscar Giannino e il suo soggetto politico, Fare per fermare il declino, hanno in più l’aggravante di essere appena nati e non hanno quindi diritto ai rimborsi elettorali.

Per far conoscere la loro freccia bianca in campo rosso, simbolo del partito, ci sarà bisogno anche di affissioni e di una campagna stampa.

SERVONO 2 MLN DI EURO. La strada sembra tutta in salita per i promotori del manifesto turboliberista che sconta la mancanza di alleanze con gli altri partiti, eppure i suoi esponenti non sembrano arrendersi.

Due milioni di euro è la cifra minima indispensabile per sostenere lo sforzo richiesto dalla campagna nazionale. Per raggiungere quella somma senza i rimborsi elettorali, è necessario ricorrere alle donazioni dei privati.

INVESTIMENTI DEI PROMOTORI. Dal primo gennaio, Giannino e i suoi hanno raccolto 132 mila euro, la maggior parte dei quali proviene proprio dalle tasche dei promotori dell’iniziativa.

«Ognuno di noi fondatori ha investito cifre che vanno dai 10 mila ai 50 mila euro per far partire il progetto», ha detto a Lettera43.it Lorenzo Gerosa, portavoce e tesoriere del partito.

Il traguardo dei 2 milioni è ancora molto lontano e i tempi della campagna elettorale sono stretti, ma la cifra di partenza è di buon auspicio per gli antideclinisti.

«Se ci fosse qualche filantropo pronto a darci una mano, lo aspettiamo», ha commentato il tesoriere speranzoso. Per il momento quindi non ci sono grandi donatori che hanno bussato alla porta del neonato partito.

LA CASSA TRA I SOSTENITORI. Intanto, il numero dei sostenitori del movimento ha superato le 50 mila persone, un numero citato con orgoglio dai promotori.

Non tutti, però, hanno contribuito economicamente a Fare per fermare il declino. Gli aderenti che sono stati coinvolti nel tesseramento e hanno versato 30 euro per iscriversi, infatti, sono qualche migliaio.

A novembre i promotori di Fermare il declino avevano raccolto 300 mila euro

Fin dal lancio del manifesto in luglio, Giannino ha detto che se non ci fossero state risposte economiche sostanziose avrebbe lasciato perdere. Ecco perché la raccolta fondi è partita subito anche se la tempestività non ha dato i risultati sperati.

Infatti, a novembre i promotori di Fermare il declino avevano raccolto circa 300 mila euro.

UN TETTO DI 20 MILA EURO. Non sono le cifre che di solito girano tra i politici professionisti, ma erano stati pubblicati i nominativi dei donatori online ed era stato posto un tetto di 20 mila euro per evitare influenze nel finanziamento.

Da quando Ali, l’associazione Lavoro e impresa per le libertà economiche a cui faceva capo il manifesto turboliberista, si è trasformata in una fondazione vera e propria e Fare per fermare il declino è diventato a tutti gli effetti un partito, il sistema di raccolta fondi è cambiato.

Il battesimo della campagna adesioni coincide con una più pressante raccolta fondi per i militanti.

ESPONENTI MOTIVATI. Gli esponenti di Fid si definiscono «motivati ed entusiasti» e, di conseguenza, si aspettano un ritorno economico dalle serate organizzate in giro per l’Italia.

«Non nascondiamo il nostro bisogno», si legge nel sito, «abbiamo necessità del tuo contributo economico per fare sì che i risultati di questi ultimi mesi si coronino in un successo elettorale».

Si moltiplicano quindi le cene di raccolta fondi, le iniziative di vendita di gadget e qualsiasi altra cosa che possa coinvolgere i portafogli dei potenziali elettori. Poi ci sono le donazioni che arrivano attraverso il sito on line e finiscono direttamente sul conto di Fermare il declino.

«Nessuna cifra al di sotto dei 2 mila euro verrà resa pubblica», ha assicurato Gerosa, «il resto invece sarà tutto trasparente».

AUTOTASSATI IN GIRO PER L’ITALIA. I comitati territoriali già lamentano la mancanza di un sostegno economico che coincide con l’autotassazione degli esponenti.

«Per organizzare banchetti e raccolta firme ci siamo dovuti finanziare da soli», raccontano dalla Toscana. Anche ai candidati per le politiche è stato chiesto un contributo in denaro «a seconda di quanto è possibile dare» per finanziare la campagna.

Tutto ha un costo pur di arrivare ai 2 milioni di euro.