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  1. RE GIORGIO NAPOLITANO HA STABILITO L'IDENTIKIT DEL

POSSIBILE PREMIER: SI TRATTA DI UNA PERSONALITÀ FUORI DALLA MILITANZA POLITICA, CULTURALMENTE PIU' VICINO ALLA SINISTRA, COMPETENTE SUL PIANO GIURIDICO ED ECONOMICO, PREFERIBILMENTE CAPACE DI TERZIETÀ, A CAPO DI UNA SQUADRA DI PERSONALITÀ DI AREA MA NON ESPRESSIONE DELLA MILITANZA DI PARTITO CUI ALLA FINE ANCHE PER GRILLO SARÀ DIFFICILE DIRE DI NO - 2. FUORI I NOMI! IL COLPO IN CANNA E' UNO SOLTANTO, ANCHE IL NOME E' UNICO, MA È TROPPO PRESTO PER FARLO E AL QUIRINALE LA CONSEGNA DEL SILENZIO È FERREA COME NON MAI - 3. IN CASO DI FLOP DEL PRESIDENTE: ELEZIONI A GIUGNO O GOVERNISSIMO D’ALEMA-BANANA - 4. L’EURO E’ SERVITO E SERVE SOLO A MASCHERARE, COME UN PROFILATTICO, LO STRAPOTERE RITROVATO DELLA GERMANIA SETTANTA ANNI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE E A SPEZZARE LE RENI NON SOLO ALLA GRECIA MA ALL'ITALIA, UNICO PAESE EUROPEO IN GRADO DI FARE CONCORRENZA ALL'INDUSTRIA TEDESCA ANCHE NELLA TECNOLOGIA -

DAGOREPORT

Tutti, a partire dai grillini, sanno che un governo bisogna farlo e tocca farlo a Re Giorgio Napolitano. Il quale, più passa il tempo e più emerge con chiarezza, ha un solo colpo in canna e sa di doverlo usare bene, calibrarne la gittata sino a Palazzo Chigi, non un metro di lato, ne' avanti ne' indietro.

Re Giorgio ha stabilito l'identikit: si tratta di una personalità fuori dalla militanza politica, culturalmente piu' vicino alla sinistra, competente sul piano giuridico ed economico, preferibilmente capace di terzietà, a capo di una squadra di personalità di area ma non espressione della militanza di partito cui alla fine anche per Grillo Beppe sarà difficile dire di no, quanto meno per l'avvio della legislatura e fino a quando non dovessero davvero emergere i limiti e le contraddizioni di un percorso con l'unico sbocco delle elezioni anticipate.

E chi si può avvicinare all'identikit che sul Colle più alto stanno disegnando centimetro per centimetro? Certo, Visco Ignazio, governatore della Banca d'Italia. Certo, Draghi Mario, governatore della Banca Centrale europea e salvatore dell'euro. Ma non è tempo di uomini troppo facilmente etichettabili dai grillini come rappresentanti dei poteri forti internazionali e quindi Napolitano e i suoi stanno virando verso personalità di più spiccata estrazione popolare, forti di curriculum di competenza che possano far aprire il cuore dei grillini fino al voto favorevole e sui quali alla fine potrebbero convergere i voti del Pd e un appoggio esterno del Pdl, che ha tutto l'interesse a non restare fuori dalla partita. I nomi? Se il colpo in canna e' uno soltanto, anche il nome e' unico, ma è troppo presto per farlo e al Colle la consegna del silenzio è ferrea come non mai.

La condizione e' semplice: nessun accordo politico, solo fiducia tecnica da parte dei grillini per consentire la nascita di un governo che provi a far ripartire l'economia, aiuti le fasce sociali più deboli, faciliti la riforma elettorale e realizzi quanto meno la metà degli otto punti del programma di Grillo Beppe, ovvero tutti quelli che non comportano modifiche costituzionali (se l'accordo e' di breve periodo, altrimenti orizzonte di almeno un anno) e l'altra metà degli otto punti di Bersani Pierluigi.

Tale governo sarà' la risultanza diretta di consultazioni durante le quali i grillini diranno con forza al Capo dello Stato che non appoggeranno alcun governo Bersani, ovviamente alcun governo proposto da Berlusconi, ne' un governo espressione di partiti di qualunque estrazione politica, neppure se guidato da un non politico ma dentro un accordo politico con i partiti tradizionali. I grillini non lo faranno, punto e basta.

Questo ha alcune conseguenze:

1. Bersani Pierluigi si rassegni, la smetta di rincorrere Grillo e i suoi e si ricordi che il suo premio di maggioranza alla Camera nello scenario scaturito dai risultati elettorali non ha, di fatto, la legittimazione sostanziale assicurata dal consenso nel Paese. Stefano Folli sul Sole 24 Ore di oggi paragona il leader attuale del Pd a Mose' che portò il suo popolo sulla soglia della terra promessa ma non riuscì a entrarvi. Quindi, aggiungiamo noi, niente mandato esplorativo per evitargli di affondare come la Concordia al Giglio.

2. Non esiste nemmeno tra le ipotesi ravvicinate del terzo tipo di lasciare in carica Monti Mario o di affidargli un nuovo incarico. Oggi il marito di Antonioli Elsa, dimenticate le svenevoli presentazioni del suo libro con la coautrice francese chez Fazio Fabio, per la prima volta ha drammaticamente percepito tutto l'errore della sua candidatura, e' pentitissimo di averlo fatto solo ora che ha capito che, se fosse restato fedele alla missione affidatagli dal Quirinale, in questi giorni sarebbe già stato acclamato coram populo come salvatore aggiunto della Patria e non ci sarebbe nessuno che potrebbe osare di mettere in dubbio, incredibile a dirsi (e noi infatti lo registriamo non credendoci), persino il suo phd americano. Siamo certi invece che non vi siano controversie sul fatto che egli mai ebbe a partecipare allo Zecchino d'oro.

E se dal cilindro di Giorgio Napolitano non dovesse uscire il governo dei competenti di cui sopra? Si tratta di una ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione poiché il Paese non si può permettere di non avere un governo, sia pure limitato nel tempo e nei compiti. Tuttavia, pur confermando tutta la nostra fiducia e pur riponendo tutte le nostre speranze in Re Giorgio, oggi non si può escludere nulla. E allora le ipotesi sarebbero soltanto altre due, di impatto e sapore politico completamente diverso:

La prima e' questa: se la fantasia istituzionale del Colle piu' alto non dovesse realizzare l'unico governo oggi ipotizzabile, il secondo "governo del Presidente" in poco più di un anno, la legislatura sarebbe morta prima di nascere. Il nuovo Presidente della Repubblica, eletto non si sa da quale schieramento e per mano dello Spirito Santo che casualmente si trovava già a Roma per altre e più alte incombenze, non può che mandarci a votare d'estate (anche qui, come a febbraio, sarebbe la prima volta), lo stesso Berlusconi Silvio avrebbe interesse a farlo subito e ancora sotto la sua guida elettorale. Avrebbe di fronte Renzi Matteo, in una specie di ritorno al futuro a pochi mesi da quello che avrebbe dovuto essere qualche settimana fa e invece non è stato.

La seconda ipotesi: D'Alema Massimo (non e' un errore, diciamo D'Alema Massino) e Berlusconi Silvio tirano fuori gli attributi e fanno il governo Pd/Pdl, assumendosi di fronte agli italiani tutti, a quelli che hanno votato Grillo Beppe e a quelli che non sono nemmeno andati a votare, la responsabilità di dare al Paese una guida attraverso una "personalità condivisa", con un accordo politico vero sulle cose da fare subito per l'economia e le riforme istituzionali sfidando tutti, all'interno e all'estero, in mare aperto.

Obiettivo minimo: intesa vincolante per far ripartire l'economia e per cambiare in un anno l'architrave costituzionale (presidenzialismo o semi presidenzialismo, eliminazione delle provincie, dimezzamento dei parlamentari e quant'altro) e appuntamento al primo marzo 2014 per il "liberi tutti" e il via alle elezioni politiche e alle elezioni europee nella stessa tornata.

Grillo Beppe non sarebbe affatto contrario, poiché resterebbe da solo all'opposizione e capitalizzerebbe tutto (opposizione intransigente al novello grande inciucio e contemporanea esercizio di pratica parlamentare per i suoi eletti di febbraio), puntando ad avere a marzo 2014 anche il voto di chi a votare dieci giorni fa non c'è andato. Salvo sorprese di flop elettorali sempre in agguato perché se l'azione del governassimo dovesse risultare efficace, gli italiani lo registrerebbero.

Avvertenza importante: gli scenari diversi dal secondo governo del Presidente devono tutti misurarsi con le decisioni dei giudici di Napoli (compravendita senatori), Siena (Monte dei Paschi), Milano (vari processi), Busto Arsizio (Finmeccanica) ma anche Genova e Reggio Calabria, ricordiamoci queste due citta'.

In assenza di qualche moratoria, tutte le succitate sedi giudiziarie non fanno altro che lavorare per Grillo, in mancanza (per ora) di uno più duro dell'agit prop genovese, che in fondo e' passato da una Prima Repubblica all'ombra dell'amicizia con il più grande democristiano doc dell'intrattenimento tv, Baudo Pippo, ad una Terza Repubblica che e' gia' segnata dal suo M5S, intreccio ancora informe tra una sorta di Scientology non si sa quanto all'amatriciana, un potenziale serbatoio di scilipotismo e la speranza di una politica migliore tra le macerie economiche di una Europa e di un euro che servono solo a mascherare lo strapotere ritrovato della Germania settanta anni dopo la Seconda guerra mondiale e a spezzare le reni non solo alla Grecia ma all'Italia, unico paese europeo in grado di fare concorrenza all'industria tedesca anche nella tecnologia. Venderanno meno auto qui da noi? Qualcuna in meno sì, ma dobbiamo purtroppo sapere che chi potrà permetterselo continuerà a farlo perché non ci sono più da tempo alternative italiane a Bmw, Audi e Mercedes.