In che modo funziona l’azienda-partito di Casaleggio, 1

la fabbrica del consenso. “E’ un giorno come un altro” per Gianroberto

Casaleggio. Queste le parole del guru riferite da Beppe Grillo poche ore dopo il responso delle elezioni. In effetti, Casaleggio sta solo continuando a sviluppare un progetto iniziato nel 2005 quando propose a Grillo l’avventura di entrare in rete con il blog. Guardando la sua passata esperienza di amministratore delegato di Webegg spa, si ritrovano l’organizzazione, le linee guida e la filosofia con cui è stato costruito e gestito il progetto politico del Movimento 5 stelle, che oggi assume la forma parlamentare. Per un grillino è forse difficile sentirselo dire, ma la struttura della nuova formazione di Grillo sembra quella di una vecchia azienda. Ma il confronto viene immediato, guardando il dvd che Casaleggio faceva distribuire a tutti i dipendenti della Webegg e che si trova adesso pubblicato integralmente in rete con il titolo “Educazione grilliniana”.

La comunicazione è sempre stata un elemento fondamentale per Casaleggio. Il neo capogruppo di M5s al Senato, Vito Crimi, è l’esempio di una comunicazione appena partita e già sfuggita di mano al guru di Ivrea: “Non ho mai parlato di appoggio al governo tecnico, l’unica soluzione che proponiamo è un governo del Movimento 5 stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto”, ha ripetuto ieri. L’intervento è apparso sul blog di Grillo dopo le speranze di apertura in seguito alla conferenza stampa del movimento. Ed è stato rinforzato dalle affermazioni stesse di Grillo: “Il M5s non darà la fiducia a un governo tecnico, né lo ha mai detto”. Punto e basta.

Studiandole in profondità si trovano non poche corrispondenze tra i comandamenti di Webegg in dvd e il Movimento 5 stelle oggi. Vediamone solo alcune. L’investitura. Casaleggio che ha la “fissa” per i cavalieri della tavola rotonda rappresenta il momento di ingresso nel gruppo di appartenenza con la scena del film di “Re Artù e i Cavalieri”, proprio nel momento dell’investitura, perché il potere arriva sempre attraverso una cessione dall’alto (Grillo/Casaleggio) E tutti devono potersi sedere al tavolo dell’“azienda”, dai vertici fino all’ultimo arrivato, ma solo se condividono la stessa impresa. La responsabilità sul risultato. Ricorda tanto il momento in cui gli attivisti del Movimento 5 stelle, una volta eletti, sono chiamati a rispondere del loro operato durante la semestrale. Assenza di competitività interna. Molto simile al principio di eguaglianza del Movimento 5 stelle, dove ogni attivista vale uno (il motto “uno vale uno”). Teamwork, dove si decide che il sistema di lavoro deve essere per gruppi funzionali, simile al modello di aggregazione dei Meetup dove le persone lavorano su singoli temi funzionali. Tutto rappresentato con spezzoni di film che evocano un sentimento di appartenenza culturale.

Ecco perché abbiamo visto la sfilata dei grillini ieri in un mondo fatto di “ciao io sono”, dove non ci sono gerarchie ma persone che si associano per funzionalità. E così uno che parla le lingue si candida agli esteri, un altro che fa il sommelier vuole occuparsi di agricoltura, il pacifista decide per la difesa.

Ma la politica è confronto, discussione e trasformazione. Dalla relazione fra idee diverse si devono trovare soluzioni per il bene del paese. I grillini prima ancora di essere attivisti del Movimento 5 stelle sono parlamentari chiamati a rispondere ai cittadini italiani. E’ qui che questo modello aziendale, poi diventato politico, entra adesso in crisi: quando il deputato deve rispondere a Grillo-Casaleggio e contemporaneamente agli italiani. Ma il sistema aziendale del guru di Ivrea è più un meccanismo al servizio del partito-movimento a 5 stelle che al servizio del paese.

E’ evidente che Grillo e Casaleggio vogliono opporre il muro contro muro verso un eventuale governo politico che viene considerato inaccettabile, tanto più se diretto da Pier Luigi Bersani. Gli eletti del movimento però, divisi in tre grandi blocchi – i fedelissimi di Casaleggio, i vecchi fondatori e la grande massa mediana alla prima esperienza assoluta in politica – si stanno studiando da giorni. Non si conoscono e i punti di riferimento restano ben pochi. Camera e Senato sono convocate il 15 marzo per eleggere i due presidenti delle Assemblee. Lì il movimento dovrebbe starsene defilato, e mostrare di non cedere a compromessi, neanche quelli istituzionali.

Ben diverso il discorso per l’eventuale governo. Gli ultimi rumors che arrivano dagli alberghi dei parlamentari stanno scuotendo non poco i due leader del movimento, con un colpo di scena inaspettato. Alcuni senatori sarebbero pronti a fare raggiungere il numero legale di 160 presenze al Senato, rimanendo in Aula mentre una parte uscirebbe per non votare. Sarebbero già una quindicina i grillini disponibili a cui se ne potrebbero aggiungere altri nei prossimi giorni per arrivare alla cifra limite di 29 senatori.

di Antonio Amorosi, 6/3

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