È IN CORSO IL PIÙ GRANDE ATTACCO A INTERNET DELLA STORIA

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 INTASATA LA RETE GLOBALE - 2. UN MOVIMENTO DI ATTIVISTI ANTI-SPAM

(SPAMHAUS) HA MESSO UN PROVIDER OLANDESE (CYBERBUNKER) NELLA SUA LISTA NERA. E LORO SI SONO VENDICATI SCARICANDOGLI ADDOSSO UNA “BOMBA NUCLEARE”, UN FLUSSO DI 300 MILIARDI DI BIT AL SECONDO - 3. UN PORTAVOCE DEGLI HACKER: “SAPPIAMO CHE QUESTO È UNO DEI PIÙ GRANDI ATTACCHI DDOS CHE IL MONDO ABBIA MAI VISTO. MA SPAMHAUS HA ABUSATO DELLA SUA INFLUENZA. NESSUNO GLI HA DATO IL COMPITO DI DIRE COSA VA E COSA NON VA SU INTERNET” - 4. RALLENTATI NETFLIX E CENTINAIA DI SITI. A RISCHIO I SERVIZI GLOBALI DI E-MAIL E BANKING -

Dagoreport dal "New York Times"

Una lite tra un gruppo di attivisti anti-spam (Spamhaus) e una compagnia olandese che offre servizi di hosting (Cyberbunker, accusata di spedire una quantità massiccia di posta indesiderata) è cresciuta fino a diventare uno dei più pesanti attacchi alla rete globale di internet, causando una forte congestione delle trasmissioni dati.

Milioni di utenti hanno registrato un rallentamento dei servizi come Netflix o non sono riusciti a entrare in numerosi siti per un breve periodo di tempo. Secondo molti ingegneri che lavorano nelle infrastrutture cruciali del Web, gli attacchi stanno aumentando e se la guerra tra Spamhaus e Cyberbunker continuasse in questa escalation nucleare, si potrebbero "inceppare" anche i servizi di e-mail e online banking.

Il 19 marzo scorso Spamhaus ha aggiunto Cyberbunker - un provider che prende il nome dal suo quartier generale, un ex bunker della NATO di cinque piani - alla sua "blacklist" di aziende che intasano le caselle di posta con messaggi indesiderati, e da quel momento ha cominciato a essere attaccata con i DDoS (Distributed Denial of Service), cioè un numero gigantesco di richieste di accesso a un determinato sito fino a impedirne l'ingresso ai normali utenti.

Nel caso di Cyberbunker, gli attivisti hanno subito flussi di dati mai visti in nessun attacco precedente, toccando il picco di 300 miliardi di bit al secondo. "Il più grande attacco DDoS mai registrato", ha detto al "New York Times" Patrick Gilmore, responsabile delle infrastrutture di Akamai Networks, un provider americano. "Quelli di Cyberbunker sono pazzi. Sono stati beccati, e ora pensano che sia loro diritto continuare a spammare".

Gli attacchi sono stati segnalati pubblicamente per la prima volta da CloudFlare, un'azienda che si occupa di sicurezza online nella Silicon Valley, e che nel cercare di difendere Spamhaus dall'attacco, è diventata lei stessa un obiettivo degli hacker.

Spamhaus è considerato un "vigilante del web", composto da volontari che si occupano di scovare i "data center" che vivono e prosperano inondando internet e le caselle mondiali di posta indesiderata (un business da miliardi di dollari).

Sven Olaf Kamphuis, un attivista che si è presentato come un portavoce degli hacker che stanno portando avanti questo attacco, ha scritto in un messaggio online che "Siamo coscienti che questo è uno dei più grandi DDoS che il mondo abbia mai visto. Ma Cyberbunker si sta vendicando contro Spamhaus, che ha abusato della sua influenza. Nessuno gli ha dato il compito di determinare cosa va bene e cosa non va su internet".

Un attacco del genere è praticamente inarrestabile. Bloccare un flusso di dati ai DNS (Domain Name System) vorrebbe dire chiudere tutti i server globali attraverso cui passano questi flussi, di fatto chiudendo intere porzioni della rete, così colpendo migliaia di altri siti. "L'unico modo per porvi rimedio è capire chi lo sta sferrando e fermarli".

Cyberbunker si vanta di essere stata più volte oggetto di azioni da parte della polizia e delle autorità olandesi a causa dei suoi "clienti controversi". Ma sul suo sito si legge che "non sono mai riusciti a entrare"...