Corea. L’isola di Guam è l’obiettivo numero 1

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E’ il lembo più occidentale degli Stati Uniti e dista soltanto 1.500 km

dalla penisola coreana. Il suo aeroporto suscita brutti ricordi

L’isola di Guam ha una superficie di 541,3 chilometri quadrati e 170 mila abitanti, ma le cifre che oggi la portano al centro dell’attenzione mondiale sono altre. Dista 1.500 chilometri dalle coste orientali della penisola coreana e sul 29 per cento dell’isola ci sono installazioni militari americane. In seguito al trattato di Parigi con cui, nel 1898, la Spagna la cedette agli Stati Uniti dopo la sconfitta nella Guerra Ispano-americana e in seguito all’Organic Act con cui nel 1950 il Congresso di Washington la costituì Territorio Non Incorporato, Guam è il lembo più occidentale degli Stati Uniti d’America. Se davvero all’ordine di Kim Jong-un di lanciare i Musudan sugli Stati Uniti dovessero seguire i fatti, è Guam l’obiettivo numero uno. Per questo il Pentagono ha annunciato il dispiego di un sistema di difesa antimissile.

Nell’isola c’è la Naval Base Guam ad Apra Harbor, una base strategica che ospita il 15esimo squadrone sottomarini, con i sottomarini atomici (classe Los Angeles) Oklahoma City, Chicago e Buffalo, la nave appoggio Frank Cable, le unità della guardia costiera Sequoia, Assateague e Washington, reparti di supporto e bacini di carenaggio. Alla marina fa capo anche il magazzino navale di Ordnance Annex, la stazione per i computer e le telecomunicazioni di Barrigada, dove ha sede anche un comando della guardia nazionale. E in prospettiva dovrebbero arrivare là pure i marine oggi di stanza nell’isola giapponese di Okinawa, attualmente un altro dei possibili bersagli del furore nucleare di Kim Jong-un: anche se nel gennaio del 2011 il previsto trasferimento è stato rinviato a dopo il 2020.

Dal punto di vista coreano è ancor simbolicamente più importante la Andersen Air Force Base, dove ha sede il 36esimo Stormo con 9.000 uomini, e dove dal 2009 i bombardieri strategici B-2 Spirit Stealth hanno preso il posto dei B-52. Un cambio della guardia sinistramente accompagnato nel 2008 dai due incidenti che videro proprio lì il 28 febbraio per la prima volta cadere un B-2, e il 21 luglio precipitare in mare anche un B-52. Una delle poche basi al mondo dove è stato consentito l’atterraggio dello Space Shuttle, la Andersen Air Force Base si trova presso il villaggio di Yigo su un piccolo altopiano a 179 metri sul livello del mare, e fu costruita nel dicembre del 1944 come base per gli aerei che dovevano andare a bombardare il Giappone.

Scoperta nel 1521 da Magellano, che l’aveva ribattezzata “Isola dei Ladroni” per l’attenzione maniacale dei locali verso ogni minima traccia di ferro delle sue navi, dopo essere diventata nel 1565 base spagnola sulla rotta del galeone Acapulco-Manila come già ricordato Guam era stata ceduta da Madrid agli Stati Uniti nel 1898, assieme a Cuba, Porto Rico e Filippine. Gli spagnoli avevano fatto però in tempo a rivendere i contigui arcipelaghi di Marianne, Caroline e Marshall alla Germania, prima che Washington facesse in tempo a reclamarli. Tolte ai tedeschi dai giapponesi durante la Prima guerra mondiale, le stesse Marianne, Caroline e Marshall furono così le piattaforme attraverso le quali le forze di Tokyo occuparono Guam nel 1941. I marine ci tornarono il 21 luglio del 1944, riconquistandola dopo 18 giorni di battaglia in cui i “gialli” furono quasi completamente sterminati: 18.040 morti, contro 2.000 americani, soltanto 485 prigionieri più il sergente Shoichi Yokoi che, nascosto nella giungla, continuò a combattere fino al 24 gennaio 1972. Dopo la guerra passarono all’America anche gli arcipelaghi contigui. Ma il legame degli americani con Guam resta speciale.

Degli spagnoli restano i cognomi locali, e circa la metà del vocabolario della lingua chamorro, parlata dagli indigeni micronesiani. Dal Giappone arrivano tuttora il 90 per cento dei turisti, che assieme alle basi americane sono la principale risorsa economica. L’aeroporto dopo la guerra col Giappone e prima di quelle in Vietnam e nel Kuwait servì come importante base di appoggio anche per la guerra di Corea. Un’ulteriore ragione per cui a Pyongyang lo ricordano bene. Quotidiano, 5/4