E adesso vogliamo sapere da Travaglio

Categoria: Firme

tutto sui provini di Giorgia Manuguerra

Vogliamo vedere, vogliamo spiare, vogliamo divertirci. Vogliamo partecipare anche noi alla festa della democrazia guardona. Ma siccome siamo un po’ porci e antropologicamente inferiori, e ci vergogniamo di essere arrivati tardi all’orgia del vedere, ci affidiamo prudenti anche noi alla scusa infingarda, come i vecchietti che ai giardini nascondono i giornaletti porno dentro al fascicolo di MicroMega: è la difesa della democrazia che ce lo chiede, bellezza. Li-ber-tà.

Girano sul Web, girano in tutte le redazioni, le mail dei grillini rubate dagli hacker del Pd (credibili come i nazisti dell’Illinois, ma viva la democrazia). Perché non le vediamo? Perché non le leggiamo? Perché non possiamo sbavare anche noi sul corpo esausto della democrazia? Abbiamo visto le girl incipriarsi nel cesso del Cav., abbiamo spiato le Olgettine raccontarsela tutta, sulle notti e le mattine. E adesso, introiettando golosi quella insana forma di pruderie che si chiama difesa della libertà d’informazione vogliamo vederla, anzi esigiamo che la vedano tutti, la grillina che si sgrilletta. Ne va della trasparenza. La deputata Giulia Sarti da Rimini, si chiama la poveretta: perché democrazia è sputtanare il peccatore prima ancora di aver visto il peccato (reato?). E anche le altre foto vogliamo, e i filmati, perché sappiamo  che ci sono. Lo sanno anche i neotartuffi delle redazioni, quelle che un tempo erano “senza bavaglio”, e adesso se la fanno sotto di fronte a una mail che parla dei cazzi dei Cinque stelle. Viva gli hacker del Pd.

E per la libido che ci infondono la critica politica e la difesa del corpo delle donne, vogliamo pure ridere di Giorgia Manuguerra, la grillina candidata al comune di Imperia che partecipò alle “Cupidinarie” con palpeggio di Rossano Rubicondi, un vero cazzone presidenziale, altro che Ro-do-tà, e non le passò. Vogliamo grufolare felici nel sospetto dei suoi provini politici. Se un qualsiasi cornuto può dire che il Cav. metteva le bombe di mafia, e l’Italia è autorizzata a sospettare che sia vero per vent’anni, allora vogliamo sospettare anche dei provini di Giorgia Manuguerra. Chi glieli ha fatti? E dove? Vogliamo lo streaming.

Abbiamo visto il topolone di Topolanek su tutti gli organi di informazione. Decine di milioni di visualizzazioni, per la democrazia. Abbiamo visto tutte le feste del Cav.. E le foto private di Villa Certosa. Ora vogliamo sollazzarci di codice penale come i pm del processo per concussione e prostituzione minorile, quando auscultavano Chiara Danese: “Baciavano il pene della statuetta di Priapo e simulavano rapporti orali”. Brivido caldo giuridico. Abbiamo dovuto subire come la presa del Palazzo d’Inverno Sandro Ruotolo che fibrillava fin nei baffi interrogando con Nadia Macrì: “…Eh… Senza prestazioni?”. Siamo o non siamo nel paese il cui l’autoerotismo dei giornali, sgrillettando da mane a sera le zone invereconde della Società Civile ha mostrato tutto?

E ora che sappiamo che Travaglio suggeriva tramite Pancho Pardi e la sgrillettata di Rimini i curricula da selezionare (la cricca? Il traffico di influenze?). Ora che possiamo anche noi (ir)ragionevolmente sospettare, e sentirci democratici porci con le ali. Invece ora l’Espresso scrive che, venuto in possesso di molti file riguardanti la vicenda, ha deciso di non pubblicarli, per rispettare la privacy. Lo stesso Espresso che titolava “Fermate Zappaddu”, come se volessero ammazzare un beagle e non invece fermare un turlupinatore della Privacy. E allora l’Espresso aveva “deciso di diffondere le ultime foto”, prima che si svegliasse dal coma profondo il garante della privacy, che “mostrano Silvio Berlusconi che intrattiene due ragazze in un padiglione della sua tenuta di Porto Rotondo”. Travaglio invece, dal giornale che con più fregola grufolò, ora sputa sui “topi di fogna annidati nella rete”. E tartufeggia su “una ragazza di 26 anni il cui unico torto è stata essere eletta”. E sentenzia sui maiali che infrangono due volte la legge”, sulla privacy e sulla riservatezza delle comunicazioni dei parlamentari. Perché allora, le ragazze il cui unico torto è aver fatto un provino con Lele Mora? Per farla più corta del sublime Manconi: Travaglio ha semplicemente la faccia come il culo. E noi invece, noi vorremmo divertirci, a questa porca festa della democrazia.

Manconi Otto punti sono più di un indizio, Travaglio è un vizioso del moralismo

di Maurizio Crippa