due ministri del governo Letta con un ruolo in Comune

Categoria: Firme

Zanonato viene 'destituito' da Padova. Delrio lascia l'Anci.

Ma vuole restare sindaco di Reggio Emilia. Poltrone:  PD uguale agli altri

di Marco Mostallino

Ministro della Repubblica e, al tempo stesso, sindaco di una città con quasi 170 mila abitanti. Due incarichi delicati, importanti, gravosi e avvolgenti per un uomo. Incarichi che, però, Graziano Delrio ha intenzione di mantenere. Nominato responsabile per gli Affari regionali, l’esponente del governo Letta ha subito comunicato che non lascerà la poltrona di primo cittadino di Reggio Emilia perché «ho preso un impegno con i miei cittadini e mancano pochi mesi alla fine del mandato. Proviamo a capire come funzionerà», ha detto.

LA 'DECADENZA' DAL RUOLO. Diversa, almeno per ora, la scelta di un altro sindaco divenuto ministro, Flavio Zanonato ( detto anche il Formigoni veneto ndr), scelto per il dicastero dello Sviluppo economico: al Comune di Padova il vicesindaco Ivo Rossi, dopo aver consultato il segretario comunale, parla di una “decadenza” dal ruolo di sindaco, che sarebbe avvenuta non appena Zanonato ha giurato al Quirinale.

Ma nello stesso municipio veneto non tutti sono convinti che questa sia la norma vigente, in quanto la legge sulle incompatibilità non fa previsioni esplicite e, dunque, la questione sarà approfondita da Giunta e Consiglio comunali.

L'ESEMPIO DI MASTELLA. Delrio, nel tenere entrambe le poltrone, ha un famoso precedente, tra l’altro di un esponente politico nato e cresciuto come lui nella Democrazia cristiana. Si tratta di Clemente Mastella, che tra il 2006 e il 2008 fu contemporaneamente sindaco di Ceppaloni e ministro della Giustizia nell’esecutivo di Romano Prodi. Se può Mastella, perché non Delrio, anch’egli membro della componente Popolari-Margherita che in queste settimane sta scalando i gradini del potere dentro il Pd e nelle cariche pubbliche, a danno costante della parte diessina, sempre più indebolita dalle vicende post elettorali.

Mastella tuttavia amministrava un paesino della Campania con meno di 4 mila anime, mentre Delrio guida una grande città. E non solo: è anche presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, ma presto lascerà il timone a qualcun altro. E già dentro il Pd (l’Anci è tradizionalmente in mano al centrosinistra) si parla di un insediamento al vertice del sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Il termine usato dai piddini è anch’esso di democristiana memoria, ovvero “staffetta”, in quanto i due non appartengono soltanto allo stesso partito, ma anche alla medesima corrente: Delrio è il più entusiasta dei renziani, e l’Anci, nel manuale Cencelli interno al Partito democratico, è appunto in quota dei renziani.

DUE FUNZIONI INCOMPATIBILI. Un tema tradizionale della fantascienza è quello dell’uomo il quale, viaggiando nel tempo o in un’altra dimensione, incontra se stesso e rimane ovviamente scioccato da questa apparizione. Delrio ha reso attuale questa ipotesi quantistica, in quanto il ministro per gli Affari regionali è uno tra gli interlocutori principali dell’Anci e dei sindaci e le riunioni sono frequenti. Così, il primo cittadino di Reggio Emilia presto si troverà nella doppia veste di sindaco che chiede al governo fondi e risorse e in quella di ministro che le nega in nome del Patto di stabilità.

IN PURO CONFILITTO D'INTERESSI. Un incontro veramente scioccante, che potrebbe però confondere anche Zanonato: se non dovesse prevalere la tesi dell’incompatibilità (e non si capisce perché dovrebbe funzionare per lui e non per Delrio), allora come ministro dello Sviluppo dovrebbe vestire i panni che furono di Corrado Passera nello spiegare agli enti locali, Padova compresa, che i loro progetti sono interessanti ma che al momento in cassa non ci sono quattrini per attuarli.

LA RINUNCIA ALLO STIPENDIO. Delrio tiene la poltrona reggiana nonostante le evidenti implicazioni, anche in termini di impegno quotidiano, ma per addolcire la pillola del doppio incarico comunica la sua rinuncia alla scorta (il ministro dell'Interno Angelino Alfano è tuttavia contro questa scelta) e allo stipendio di primo cittadino.

E quanto alla difficoltà di seguire al tempo stesso gli affari del ministero e quelli della città, Delrio punta sulla nomina di una sorta di sindaco “vicario” (figura non prevista da alcuna legge della Repubblica, ma un escamotage utile si troverà fra le pieghe del diritto amministrativo). La nomina, secondo le voci che circolano nel Partito democratico, dovrebbe andare a Luca Vecchi: si tratta del segretario cittadino del Pd.

Mercoledì, 01 Maggio 2013