Appunti per il Pd (quel che resta)

Categoria: Firme

I socialdemocratici franco-tedeschi lasciano l’Internazionale

Addio, Internazionale socialista. Un congedo soft, perché formalmente resterà in piedi. Ma socialdemocratici tedeschi e socialisti francesi hanno deciso di ridurvi la loro presenza al minimo, per puntare su una nuova organizzazione che potrebbe essere annunciata il 23 maggio, quando a Lipsia la Spd festeggerà il 150esimo compleanno. Il nuovo contenitore di riferimento sarebbe proprio quell’Alleanza dei progressisti che il Pd ha ospitato a Roma lo scorso 15 dicembre. Organizzazione costituita nel 1951 come erede della Prima internazionale del 1864 e della Seconda internazionale del 1889, l’Internazionale socialista è una sigla gloriosa, ma oggi afflitta da gravi problemi. In particolare, una politica di apertura indiscriminata praticata per piantare “bandierine” di presenza sulla carta del pianeta e che l’ha riempita di partiti poi rivelatisi impresentabili: dai partiti di Mubarak e Ben Ali, espulsi a primavera araba ormai iniziata, a quello dell’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo, ora sotto processo presso la Corte penale internazionale. C’è poi quella etichetta di “socialista”, che storicamente impedisce un rapporto stabile con i democratici Usa, e proprio i democrat sono stati tra gli ospiti di lusso dell’Alleanza a Roma, assieme ad altri grandi partiti di governo come il Congresso nazionale indiano o il Partito dei lavoratori brasiliano. Anche il Pd italiano è rimasto fuori dall’Internazionale per la riluttanza degli ex della Margherita a riconoscersi nel socialismo. La fuoriuscita, ancora oggi contestata nel Pd, in particolare dai giovani turchi, è stata in realtà una scelta anticipatrice della rotta futura della sinistra occidentale.

© - FOGLIO QUOTIDIANO