Berlusconi inadeguato? Zanda era

Categoria: Firme

con un senatore a vita cocainomane. Suo caro amico...

"In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l'ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro», spiega Luigi Zanda all'Avvenire

Le parole di Luigi Zanda su Berlusconi che non avrebbe lo stile di vita adeguato per fare il senatore a vita fanno sorridere. Per un motivo molto semplice. Guardate questa foto, è del 15 marzo scorso, aula del Senato, a presiedere c'è un senatore a vita, il più anziano, 93 anni, Emilio Colombo. Non proprio uno stinco di santo. Alla sua sinistra, nella foto, si vede Vito Crimi, il capogruppo dei Cinque Stelle. A destra Maurizio Gasparri e lui, Luigi Zanda, che poi diventerà capogruppo al Senato per il Pd. Su quel senatore a vita dallo stile di vita non impeccabile, altro che Berlusconi, Zanda non disse una parola, anzi. Erano dello stesso partito, la Dc, oggi sono entrambi del Pd. Colombo era un cocainomane reo confesso che fu coinvolto in un'inchiesta per spaccio, a causa delle sue pessime frequentazioni, come raccontò il 6 marzo scorso il Portaborse. Ecco la foto ed ecco quel racconto:

Emilio Colombo, mai condannato per nessun reato, è uno di quelli che in un Paese normale non sarebbe in prima linea a rappresentare le istituzioni. “Da sempre, fa parte della clientela di Martello (uno spacciatore ndr) e che d'altra parte essendo quest'ultima persona fidatissima, il Presidente suddetto non può che rifornirsi da lui anche a costo di pagare, per lo stupefacente, dei prezzi particolarmente elevati”, scriveva il Gip nell'ordinanza di custodia cautelare per due finanzieri della sua scorta arrestati, che in più occasioni avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra gli spacciatori e il senatore a vita. Colombo, in quell'occasione, eravamo nel novembre del 2003, si difese sostenendo che il consumo di cocaina era per "uso terapeutico".

Come confermò, si fa per dire, una successiva intercettazione: "Il senatore, che lo chiama confidenzialmente Pino, gli chiede conferma se potrà passare da lui alle 19. Ottenuta risposta affermativa, Colombo lo prega di non fare più tardi delle 19 perché deve andare a un concerto”. In pratica, secondo Colombo, lui doveva “curarsi" con la cocaina prima di andare a un concerto. Durante l'inchiesta sull'uso di cocaina, peraltro, il senatore a vita ammise la propria omosessualità. Nonostante quest'ammissione si schierò, per coerenza, contro la legge sui Dico proposta dal governo Prodi negli anni successivi. Alla faccia dell'ipocrisia, la stessa che nella Dc degli anni Ottanta gli aveva regalato l'appellativo di “sorella Bandiera": le altre due "sorelle" erano i gay non dichiarati Mariano Rumor e Fiorentino Sullo. La stessa ipocrisia che ora spinge Colombo a ergersi a moralizzatore dei costumi, nel vero senso della parola, dei neosenatori grillini, ai quali vuole imporre l'uso della giacca. Per il rispetto dell'immagine e del decoro delle istituzioni... 

Il Portaborse, 17/5