Letta adesso sfrutti l’offensiva (anti Berlino) sulla Bce

Categoria: Firme

OK, dice Il direttore di Inet, del pensatoio Soros

Un “braccio di ferro” con la leadership tedesca per cambiare certe storture di fondo della moneta unica, consentendo innanzitutto alla Banca centrale europea di perseguire una politica monetaria espansiva sulla scorta delle altre Banche centrali occidentali, altrimenti il tessuto produttivo italiano si inaridirà senza sosta: “O è così o ciascuno deve trovare le proprie soluzioni nazionali o regionali, scomponendo i meccanismi dell’area dell’euro”, ha detto l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella sua intervista al Foglio di venerdì scorso. Questa proposta, di per sé “ragionevole”, può diventare “più credibile ed efficace” se il governo Letta “coglierà l’occasione” e la farà sua in qualche modo. A chiosare in questo modo la proposta berlusconiana del “braccio di ferro” non è un ammiratore incondizionato del Cav., anzi, ma Marshall Auerback, direttore dell’Institute for New Economic Thinking (Inet), think tank fondato dal finanziere liberal George Soros. L’economista canadese dice al Foglio di condividere l’analisi di partenza che Berlusconi fa della situazione economica, soprattutto l’enfasi sulle difficoltà del settore manifatturiero italiano. Ieri l’Istat ha rivisto al ribasso l’andamento della crescita nel primo trimestre 2013 (meno 2,4 per cento rispetto a un anno fa) e della produzione industriale. “Berlusconi ha molte pecche – dice Auerback – ma ha un ottimo istinto politico. Considerato poi il suo background industriale, è indubbio che sia abile a fiutare il sentimento popolare dominante. Continua ad avere successo, anche perché il movimento di Grillo si sta mostrando senza idee. Berlusconi potrà avere una condotta morale dubbia, ma per le ragioni di prima rimane un superman della politica italiana”. Tutto questo non garantisce di per sé la solidità della proposta di politica economica che il Cav. fa al governo: “Ma il punto centrale è proprio il fatto che la Banca centrale europea deve fornire sostegno illimitato ai debiti pubblici nazionali. Cioè eliminando quelle condizionalità che invece sono previste nel programma ‘Outright monetary transactions’ (Omt) che Draghi ha predisposto per acquistare i bond dei paesi in difficoltà”. Mettiamo che accada, cosa succederebbe il giorno dopo? “Se la Bce dicesse che potenzialmente è pronta a sostenere tutto il debito italiano, i tassi d’interesse sui bond scenderebbero ancora. Le banche si finanzierebbero a condizioni migliori e tornerebbero a elargire credito. Mentre gli stati, spendendo di meno per servire il debito, avrebbero risorse per stimolare la crescita. E l’inflazione non è comunque un rischio”.

Draghi alla tv tedesca con toni rigoristi

Il dibattito europeo però procede nella direzione opposta. Una parte della leadership tedesca ha dichiarato guerra alle aperture di Draghi, come dimostra il ricorso contro l’Omt che si discute oggi davanti alla Corte costituzionale tedesca. Ieri il banchiere centrale italiano, parlando alla tv tedesca Zdf, ha detto che anche gli stati devono poter fallire e che la strada da seguire è quella delle riforme stile-Berlino. “Se l’Omt salta o viene limitato dai giudici di Karlsruhe, e secondo i miei contatti è uno scenario plausibile, con esso sarà l’Eurozona tutta a saltare”, dice Auerback. Perciò l’economista vicino a Soros giudica positivamente la controffensiva di Berlusconi. Inclusa la minaccia di una potenziale uscita dell’Italia dall’euro se la Germania non muterà atteggiamento: “Nei principali comparti manifatturieri, il solo grande concorrente rimasto per Berlino siete voi – dice – La Francia infatti ha perso troppi colpi sul fronte della competitività. L’Italia ha un settore bancario grossomodo robusto e un avanzo primario nelle finanze pubbliche. Uscendo dalla moneta unica, la sua valuta sarebbe molto più debole dell’euro e la sua struttura produttiva abbastanza avanzata da creare problemi a quella tedesca. La minaccia, quindi, è molto credibile”. Le tesi di Berlusconi, per Auerback, sono rafforzate dal fatto di non essere arrivate in campagna elettorale, ma dall’interno di un governo di grande coalizione. Ancora più “credibili ed efficaci” lo sarebbero se sostenute da Enrico Letta: “Nei panni del vostro premier, non esiterei a recapitare il messaggio alla Merkel. A costo di fare il gioco ‘poliziotto buono-poliziotto cattivo’, lasciando intendere: ‘Capite quale sarebbe l’alternativa a questo governo?’”. Nulla assicura che la risposta sarà positiva: “I tedeschi hanno spinto senza sosta sulla loro linea sbagliata perché finora non c’è stata un’opposizione credibile. E comunque, storicamente, si sa che quando la Germania continua a spingere sempre e comunque, rischia spesso di andare troppo oltre”, conclude Auerback.

© - FOGLIO di Marco Valerio Lo Prete   –   @marcovaleriolp