Berlusconi statista fa impazzire i trinariciuti.

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Niente crisi sui processi

Daniela Santanché fa del governo Letta la leva politica per salvare l’economia nonostante l’ingiustizia

“Guai a chi mette in relazione quello che succede nelle aule di giustizia con le sorti di questo governo. Basta guerre. Berlusconi lo possono anche crocifiggere in un tribunale, ma lui non anteporrà mai i suoi problemi all’interesse dell’Italia. Se il governo farà quello che deve, se saprà davvero difendere il nostro paese in Europa, allora possa durare cent’anni Enrico Letta!”. Ogni tanto Daniela Santanchè sorprende i suoi intervistatori, la donna tostissima si rivela tostamente moderata, volutamente fattiva, lievemente iperbolica (“noi e il Pd abbiamo messo la casacca della nazionale, e insieme diciamo Forza Italia”). E d’altra parte la pasionaria gioca molti giochi, si sa, ma senza mai dimenticare la parte che il destino ha voluto assegnarle: “Non temiamo la giustizia, ma l’ingiustizia sì”, allude. “Quello che non dovrebbe accadere è che qualcuno tenga la pistola giudiziaria perennemente puntata alla tempia di Berlusconi privandolo della sua libertà di manovra. E’ una questione di agibilità politica, di democrazia persino”.

Oggi la Consulta deciderà sul legittimo impedimento nel caso Mediaset. In molti sostengono che il Cavaliere sia pronto a sfasciare tutto se, alla fine, la Corte dovesse dargli torto. “Non è così, questo è quello che vorrebbe una parte del Pd, che lavora al ribaltone, ad abbattere la grande coalizione. Ci sono manovre e complotti nel centrosinistra, e in tanti vorrebbero strumentalizzare i guai di Berlusconi.

Ma lui non è quello che pensano i suoi nemici, e soprattutto non è cretino. Non si farà utilizzare per divellere Letta. Berlusconi sta dalla parte degli italiani in difficoltà e non ha nessuna intenzione di anteporre la sua personale tragedia di perseguitato alle sofferenze del suo paese. E’ un imprenditore che ha creato milioni di posti di lavoro e dunque conosce benissimo il dramma delle imprese nel mare in tempesta della crisi e nella palude della recessione. Lui vuole rilanciare l’Italia, e vuole che sia questo governo a farlo, per questo spinge Letta a darsi un’ambiziosa missione europea. Vede, io ero contraria a questo governo, non mi fa piacere stare insieme al Pd, ma mi sono convinta che sia invece necessario e utile”.

E così il Cavaliere vestirà ancora, saldamente, i panni dello statista. “Berlusconi statista li fa impazzire, li manda al manicomio”. Chi? “I trinariciuti che a sinistra vorrebbero vederlo buttare tutto all’aria, quelli che lo chiamano Caimano, mentre il Caimano esiste solo nelle sceneggiature di Nanni Moretti. Io penso che sia venuto il momento di chiudere la guerra civile fredda e serpeggiante degli ultimi vent’anni. Se in Italia non si è fatto quasi niente in termini di innovazione, modernizzazione e riforme è perché l’antiberlusconismo chiodato ha bloccato ogni possibile intesa. Se si è ‘contro’ qualcosa, se cioè esiste un’intera area politica che trova senso soltanto nella contrapposizione militante al nemico, come si può mai essere ‘per’ qualcosa? Se l’Italia è ferma è perché si è combattuta troppo a lungo questa guerra assurda. Noi vogliamo favorire una grande opera di pacificazione nazionale, che passi dalle riforme di questo governo”.

Ma c’è una subordinata. “Letta deve sapere sbattere i pugni (e non i tacchi) in Europa, non possiamo morire perché la Merkel vuole vincere le sue elezioni in Germania. E poi c’è anche una questione che riguarda gli equilibri istituzionali e la democrazia nel nostro paese. Perché, come dicevo, non temiamo la giustizia, ma l’ingiustizia sì. Temo, ma può darsi mi stia sbagliando, che qualcuno voglia tenere Berlusconi sospeso, usare con lui la minaccia giudiziaria per condizionarlo”. Si riferisce alla possibilità che la Consulta oggi non decida, e rimandi di fatto alla corte di Cassazione? “E’ più dignitoso che un assassino spari alla sua vittima guardandolo negli occhi piuttosto che alle spalle”.

di Salvatore Merlo   –   @SalvatoreMerlo