Treviso: crisi PDL vista dall’esterno

Categoria: Firme

Breve e non insolente  excursus  su una crisi locale politica

e organizzativa, che poi non sono mai disgiunte.  Che gli accordi fra l’on. Sacconi, Castro e Sernagiotto non fossero più quelli inziali, del dopo Gava per intenderci, lo si è capito alle ultime elezioni provinciali con la presentazione della lista “seconda” affiancata a quella del PDL  ufficiale. Il congresso ha ratificato la rottura e le elezioni Nazionali hanno  sancito con la presentazione della lista MIR che  Sernagiotto puntava, e con probabili accordi-disegni  anche con una parte della Lega,  a qualche cosa   più in alto e che da tempo stava lavorando per una sua candidatura e elezioni alle Europee prossime. Obiettivo recentemente confermato dallo  stesso dicendo che “ io le preferenze le ho”.  Preferenze procuratesi con un gran lavoro alla base del partito e fra la gente mentre gli altri  facevano convegni su cose importanti ma di non molta attrazione elettorale.  Senza farsi mancare, data la sua esperienza e capacità nota,  quella politica detta del sotto potere, posti per i “fedeli della sua cordata”, cosa che non manca in ogni dove (a Roma il nuovo Sindaco Marino ha chiamato vari amici e parenti degli amici). Non va dimenticata la “battaglietta” interna  per sostituire Floriano Zambon nella giunta Provinciale: si chiede a lui di dare le dimissioni formali invece che operare alla luce del sole e, come si converrebbe, che il PDL scegliesse il candidato sostituto e lo indicasse alla Lega che è in attesa.

La spinta di Forza Italia veniva man mano consumandosi e il PDL si imponeva solo per la presenza di Berlusconi e gli elettori seguivano lui e non i capi locali. Tanto che alle provinciali e ultime comunali a Treviso il PDL ha raggiunto, pensiamo, i minimi storici di consensi (i mancanti fra i non votanti).   Assenti tutte le sezioni periferiche e i loro iscritti sia nella costruzione dei programmi che fra la gente alla ricerca dei consensi.

Partito distrutto, altro che dibattito se partito leggero o tradizionale, partito evaporato che vive sulle amicizie e passate comuni esperienze. Le sezioni dai tempi di Forza Italia, per quel che sappiamo, non si riuniscono con gli iscritti e tanto meno rinnovano i dirigenti frutto di indicazioni dall’alto, provvisorie era stato detto, ma diventate stabili e inoperanti. Così nelle rappresentanze Istituzionali dove eletti sono sempre i soliti: niente formazione politica e niente ricambio. Dei giovani non sappiamo: desparecidos! Si dice anche che da tempo non giunge alle sezioni nessuna informazione dalla Direzione provinciale.

Alla fine viene il convegno di sabato u.s. con Sacconi e Castro che doveva e deve dare inizio a una svolta per il PDL trevigiano. Si rilancia l’on. Cancian alle europee “contro” Sernagiotto (da chi saranno presentati non è dato sapere).Si legge di commozione del ministro Sacconi nel constatare la situazione dovuta anche alla sua assenza dal territorio; si chiama “alle armi” contro i “traditori”. Da una parte si legge del Sen. Castro che chiede la testa del segretario provinciale Chies e dall’altra del consigliere PDL (sacconiano?) De Checchi presente al convegno che il giorno prima  nella direzione provinciale, ha firmato il documento proposto dal gruppo Chies e Sernagiotto e, di fatto, rinviando “ la resa dei conti” fra i due gruppi (Tribuna del 23 corr.)

Di progetti, idee, soluzioni per l’oggi, cosa fare ora per farsi capire dalla gente il giornalista non l’ ha scritto.

Forse la crisi del PDL trevigiano non ha raggiunto ancora i minimi vitali per il partito e per i suoi dirigenti.

24/6/2013